Il successore di Jurgen Klopp sulla panchina del Liverpool? Lo ha scelto l’intelligenza artificiale. Si tratta di una vecchia conoscenza dei tifosi della Roma, ovvero di Arne Slot, il coach del Feyenoord, il club olandese di Rotterdam vittima sacrificale dei giallorossi nelle ultime edizioni della Coppa Uefa. Ma questa sua coazione a perdere contro la Roma non ha impedito all’algoritmo di selezionarlo come prima scelta per la panchina dei Reds. L’analisi di The Athletic, dorso sportivo del New York Times, è alquanto illuminante.
L’algoritmo non ha avuto dubbi
La macchina non ha avuto dubbi e in base ai dati sulla sua esperienza precedente, comparati con quelli di una ventina di altri allenatori di prima fascia papabili, ha scelto lui come prima opzione. Sarà lui il prossimo a sedere sulla panchina che fu di Klopp per un triennale multimilionario. L’annuncio ufficiale è giunto pochi giorni fa. Ma non è la prima volta che il Liverpool si affida all’algoritmo per selezionare il nuovo allenatore. Lo stesso era avvenuto anche per il mitico Jurgen Klopp. La scelta è stata più che mai azzeccata e la speranza della dirigenza è di replicare quel successo.
I criteri di scelta erano chiari. Il nuovo allenatore del Liverpool doveva essere dinamico, energico e amante del possesso palla.
Un uomo capace di scaldare una delle tifoserie più calde del Regno Unito.
C’era Xabi Alonso in pole position
All’inizio, il candidato ideale sulla carta era Xabi Alonso, il tecnico del miracolo Bayer Leverkusen, forte peraltro di un passato come giocatore nei Reds. Ma il suo nome è stato ben presto scartato per l’indisponibilità di Alonso a spostarsi dal Bayer.
C’è da dire che al Liverpool già in occasione della scelta di Klopp nel 2015 un peso grande lo aveva avuto l’algoritmo che valuta le capacità di allenare da diversi punti di vista.
I criteri di scelta
Fra i criteri presi in considerazione non soltanto le prestazioni della squadra ma anche lo stile di gioco, lo sviluppo del singolo giocatore, la compatibilità con diversi tipi di giocatori, ecc. – per prevedere i risultati futuri e l’idoneità per determinati lavori.
Si dice che i punteggi di Slot, che riflettono le sue prestazioni durante tre stagioni alla guida del Feyenoord, siano stati straordinariamente impressionanti: “Il top del top”. I dirigenti del Liverpool avevano già discusso di Slot, tra gli altri, come di un forte contendente. Ma non si aspettavano che i dati portassero un così clamoroso sostegno alla sua candidatura. Altre caratteristiche vincenti, l’energia trasmessa alla tifoseria caldissima del Feyenoord e il fatto che Rotterdam, così come Liverpool, è una città portuale pazza per il calcio.
La rosa dei papabili
Slot alla fine ha avuto la meglio su una rosa molto agguerrita di competitor, fra cui l’allenatore dello Sporting Lisbona Amorim, De Zerbi che nel Brighton quest’anno ha fatto faville, Simone Inzaghi e Paulo Fonseca.
La sua nomina sulla panchina dei Reds non è priva di rischi e alcuni fuori Anfield sono scettici. Ha solo due importanti trofei olandesi al suo attivo, un numero basso per un allenatore di un club con il profilo del Liverpool, e ha avuto solo fugaci esperienze in Champions League. Anche Klopp aveva solo tre trofei importanti nel suo curriculum quando arrivò ad Anfield, ma due erano titoli della Bundesliga vinti con il Borussia Dortmund di un Lewandowski stellare, con un cachet maggiore dell’Eredivisie, e aveva anche raggiunto una finale di Champions League.