L’Italia sta rapidamente recuperando il divario infrastrutturale rispetto ai mercati FLAPD (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino), tradizionalmente più avanzati nel settore digitale. La crescente domanda di servizi digitali, favorita dalla digitalizzazione di imprese e amministrazioni pubbliche, sta trasformando il Paese in un polo emergente per i Data Center. La scarsità di terreni ed energia nei mercati FLAPD e la posizione geografica strategica dell’Italia nel Mediterraneo, unita alla necessità di maggiore capacità computazionale per l’intelligenza artificiale, contribuiscono a questa tendenza positiva.
Cosa sono i mercati FLAPD
I mercati FLAPD sono i principali hub europei per i Data Center e rappresentano un acronimo delle città più sviluppate in questo settore:
- Francoforte
- Londra
- Amsterdam
- Parigi
- Dublino
Questi mercati hanno tradizionalmente attratto grandi investimenti grazie alla loro infrastruttura avanzata, connessioni internazionali solide e posizione strategica in Europa. Tuttavia, stanno affrontando sfide come scarsità di terreni e disponibilità energetica, rendendo altri mercati emergenti, come l’Italia, più competitivi per la realizzazione di nuovi Data Center.
Investimenti in Italia tra 7,8 e 10,5 miliardi tra il 2024 e il 2028
L’Italia, infatti, beneficia della sua posizione geografica strategica nel Mediterraneo e dell’incremento della domanda di capacità computazionale, soprattutto per applicazioni avanzate come l’intelligenza artificiale.
Tra il 2024 e il 2028, si prevedono investimenti tra i 7,8 e i 10,5 miliardi di euro, con un impatto economico totale di circa 15 miliardi di euro includendo infrastrutture, apparecchiature IT e costi operativi. A inizio 2024, sono stati censiti 20 nuovi progetti con un valore tra 10 e 13 miliardi di euro nei prossimi 5-10 anni e con significative ricadute occupazionali dirette e indirette.
Crescita e potenza dei Data Center italiani
Il mercato italiano dei Data Center commerciali (Colocation & Hyperscale) è triplicato negli ultimi cinque anni, raggiungendo 262 MW di potenza IT installata distribuita su 131 infrastrutture. A queste si aggiungono:
- 1.200 Data Center della Pubblica Amministrazione,
- 3.000 Enterprise Data Center,
per un totale complessivo di 329 MW IT.
La capacità dei Data Center commerciali crescerà con un tasso annuo composto (CAGR) del 29%, arrivando quasi a 1 GW IT entro il 2028 e fino a 1,2 GW IT se l’espansione dell’intelligenza artificiale proseguirà a ritmo sostenuto.
Il ruolo di IDA nel settore dei Data Center
L’Associazione Italiana Operatori & Costruttori Data Center (IDA), nata nel 2022, rappresenta un punto di riferimento per il settore in Italia, con l’obiettivo di promuovere:
- efficienza energetica e sostenibilità,
- normative favorevoli e semplificate,
- formazione di competenze professionali necessarie per il futuro.
IDA si struttura in cinque comitati tecnici dedicati a riconoscimento del settore, sostenibilità, accesso all’energia, semplificazione delle autorizzazioni e sviluppo delle competenze.
Relazione con le istituzioni
IDA collabora attivamente con le istituzioni per creare un quadro normativo adeguato, come dimostrato dalla cooperazione con la Commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente. Tra le priorità di IDA vi è la semplificazione dei processi autorizzativi, con proposte quali:
- Iter parallelo tra permessi ambientali e urbanistici.
- Soluzioni per campus di Data Center con edifici indipendenti.
- Chiarimenti sulle valutazioni di impatto ambientale per localizzazioni di aree “greenfield” e “brownfield”.
- Introduzione di scadenze fisse per le autorizzazioni.
Le linee guida regionali e nazionali
La Regione Lombardia, area chiave per la concentrazione dei Data Center italiani, ha elaborato linee guida per supportare la realizzazione di nuove infrastrutture, garantendo uno sviluppo sostenibile e gestibile a livello territoriale. Parallelamente, le linee guida nazionali della Commissione VIA-VAS forniscono criteri chiari per le valutazioni ambientali, con proposte di IDA volte a semplificare e ottimizzare il processo.
Obiettivi futuri e regolamentazione
Tra gli obiettivi principali dell’IDA figurano:
- Codice ATECO specifico per il settore (previsto nel 2027, con riconoscimento provvisorio dal 2025).
- Proposte di semplificazione normativa, tra cui uno sportello unico per i permessi e procedure fast-track per nuovi progetti.
- Riconoscimento dei Data Center come infrastrutture critiche con priorità nelle richieste di energia.
In sintesi, l’Italia è sulla buona strada per diventare un hub strategico europeo per i Data Center, grazie a investimenti significativi, collaborazioni istituzionali e al ruolo centrale svolto dall’IDA nel promuovere l’innovazione e la crescita del settore.
Riepilogo sintetico
Aspetto | Dettagli |
---|---|
Investimenti previsti (2024-2028) | 7,8 – 10,5 miliardi di euro (15 miliardi con costi operativi inclusi) |
Capacità attuale | 262 MW IT commerciali + 329 MW IT tra PA e Enterprise Data Center |
Crescita prevista | Quasi 1 GW IT entro il 2028 (1,2 GW IT con AI in espansione) |
Progetti in sviluppo | 20 progetti (10-13 miliardi € in 5-10 anni) |
Ruolo IDA | Promuovere sviluppo, semplificazione normativa, sostenibilità e formazione professionale |
Linee guida Lombardia | Regole per gestire nuovi Data Center e impatti territoriali |
Codice ATECO | Riconoscimento dal 2025; codice dedicato nel 2027 |
Priorità normative | Iter semplificato, sportello unico, infrastrutture critiche e procedure fast-track |
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