La scorsa settimana ho avuto l’occasione di approfondire, con curiosità, l’uso del marketing digitale nel settore agroalimentare e sono rimasto sorpreso dal livello di adozione non solo delle tecniche di web-marketing, ma anche della necessità di adottare una comunicazione autentica è improntata alla costruzione della fiducia attorno ai diversi marchi.
Scorrendo i profili social e i siti Internet di realtà come il Forno Brisa di Bologna o la Pasta Garofalo si notano i contenuti pensati per mettere in luce i processi produttivi e, a cascata, i commenti positivi da parte di coloro che ne apprezzano la trasparenza. Sul fronte b2b, un mulino come Molino Grassi non riunifica d’altro canto a rappresentare la qualità della propria offerta grazie a certificazioni e codici etici.
Forse la best practice in questo mondo è poi Alce Nero, un sito eCommerce che porta i prodotti tipici italiani sui mercati internazionali che comunica i suoi allevatori o coltivatori attraverso vere e proprie storie ed accosta a tale livello una autentica e attenta gestione dei commenti sui social media.
Siti sempre meglio indicizzati sui motori di ricerca, uso strategico dei marketplace (da citare Caffè Carbonelli in queste prospettive), eCommerce rivolti ai consumatori finali e piattaforme di acquisto private rivolte ai buyer raccontano un settore che sta cogliendo in pieno il senso della digital transformation affrontando in modo adeguato l’export come nei casi delle amerene Fabbri e del caffè Segafredo.
Il food è evidentemente un’eccellenza italiana e l’esistenza di buone pratiche non può che invogliare i produttori più piccoli ad avvicinarsi alle opportunità del marketing digitale traendo ispirazioni coerenti e confrontandosi costantemente con i passi compiuti.