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Il ‘Grande letto’ di Ware raccontato da Shakespeare e Lord Byron

È convenzione considerare la nostra epoca particolarmente ‘emancipata’ per quanto riguarda l’attività sessuale. Ogni tanto emerge però un dettaglio storico che suggerisce come l’attuale clima di libertà sia caratterizzabile come tale solo perché lo mettiamo a confronto con un periodo storico immediatamente precedente piuttosto ‘puritano’.

James Hansen

Un’interessante prova dell’allegra licenziosità del passato è il ‘Great Bed of Ware’ – il ‘Grande letto di Ware’ – tutt’ora conservato nel Museo Victoria and Albert di Londra. Ware è una cittadina a nord della capitale inglese, una volta nota per la fabbricazione di mobili.

Il gigantesco letto a baldacchino – è di circa 11 metri quadrati lo spazio ‘utilizzabile’ – fu costruito tra il 1590 e il 1600. Notoriamente poteva accomodare fino a quattro coppie. Oggi passa primariamente come un capolavoro dell’artigianato, ma nella sua epoca di ‘attività’ figurò nelle opere sia di Shakespeare sia – più tardi – del poeta Lord Byron come rappresentativo dei piaceri orgiastici: nella commedia ‘La dodicesima notte, o Quel che volete’ del primo e nel poema satirico ‘Don Juan’ del secondo.

Che questo fosse nelle effettive intenzioni di chi lo fabbricò non è certo. Qualcuno ipotizza che, come la ‘sedia più grande del mondo’ che una volta stava alle porte di Manzano (Udine) – alta 2000 cm e pesante 22.910 kg – il letto fosse stato costruito inizialmente per scopi più ‘promozionali’ che ‘pratici’. Comunque sia, il mobile passò poi rapidamente all’uso concreto in una serie di alberghi, prima di entrare finalmente nella collezione permanente del Museo londinese nel 1931.

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