Secondo documenti consultati dal Guardian, aziende tecnologiche stanno analizzando grandi quantità di dati riservati di pazienti inglesi di coronavirus in una maxioperazione di data mining che rientra nelle misure di contrasto del governo al virus. Le aziende che stanno lavorando al progetto sono l’americana Palantir e la britannica Faculty, specializzata in intelligenza artificiale. L’obiettivo è consolidare i database governativi e contribuire alla riposta dei ministri alla pandemia.
I dati sono utilizzati da Palantir anche per creare dei modelli predittivi sulla diffusione del virus. Un documento dell’NHS (il sistema sanitario nazionale britannico) indica che un paio di settimane fa Faculty aveva in programma una simulazione al computer per verificare politiche basate sull’immunità di gregge che secondo gli avvocati dell’azienda non ha poi mai avuto luogo.
Le aziende coinvolte, afferma l’NHS, non controllano i dati e non possono utilizzarli o condividerli a scopi particolari. In altri termini, secondo gli avvocati dell’azienda, l’accesso ai dati avviene soltanto in forma aggregata e anonima. Ma secondo i dati consultati dal Guardian le cose non starebbero così e il trattamento dei dati andrebbe ben al di là della forma anonima e aggregata.
Parte del progetto prevede di informare in tempo reale Downing Street sulle statistiche aggregate relative alle ospedalizzazioni, disponibilità di posti letto in terapia intensiva, ordini di respiratori e forniture di ossigeno. D’altra parte, il progetto sembra suggerire anche l’utilizzo di grandi quantità di dati privati, comprese informazioni sulla salute protette, risultati di test sul Covid-19, i contenuti delle chiamate dei pazienti al 111 ai consulenti dell’NHS e informazioni sui ricoverati in terapia intensiva.
Anche un utilizzo anonimizzato di informazioni di questa natura per la creazione di un database centralizzato creerebbe comunque una serie di interrogativi sulla liceità dello sfruttamento dei dati personali dei pazienti sul fronte privacy.
Secondo il Guardian, i documenti indicherebbero che:
- Per quanto anonimizzate, le informazioni confidenziali al 111 inserite nel database sul Covid-19 potrebbero riguardare anche il sesso delle persone, il loro indirizzo, i sintomi, la modalità di dispaccio di ogni prescrizione, il momento preciso in cui la chiamata è terminata.
- Sembra che il progetto utilizzi un numero fittizio di tessera sanitaria per incrociare i dati delll’indice dei dati nazionali di social marketing usati dalla NHS per segmentare la popolazione.
- Per quanto non sia la priorità, i dati telefonici di localizzazione potrebbero essere utilizzati dal governo nel mega database nazionale in quanto già offerti da due fornitori per il data tracing dei pazienti.
- La simulazione proposta da Faculty per l’immunità di gregge è stata avanzata intorno al 23 marzo, più di una settimana dopo che il governo aveva abbandonato questo tipo di soluzione.