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Il futuro delle TLC e il ruolo degli hyperscaler

Quando si parla di information technology, il riferimento non è solo alle reti ma anche alle piattaforme che dovranno sostenere l’incremento del volume dei dati che si genera anno su anno. Le infrastrutture esistenti vanno aggiornate, non di rado con costi importanti, così da rendere necessario un concetto di filiera che deve opera a livello nazionale. “L’evoluzione della piattaforma IT è una migrazione che comporta uno sforzo importante, sia dell’operatore che dei suoi partner”spiega Maximo Ibarra, CEO, Engineering al “5G&Co. – Everything is connected”, la conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni. “Ci sono decine di interventi che costantemente entrano in gioco per rendere le piattaforme idonee a supportare l’innovazione tecnologica. Poter avere un nuovo stack tecnologico ha la finalità di fornire servizi spinti verso i differenti canali di contatto. Nell’ambito dell’innovazione digitale, non possiamo dimenticare i chatbot, l’IA generativa. che sposterà più in avanti le opportunità per i settori di business”. Engineering lavora con i partner hyperscaler proprio per migrare i servizi verso sistemi di nuova generazione, di fatto preparando il Paese verso un boom di connettività, sebbene ancora atteso.

Ancora una volta, un filo conduttore dei diversi interventi, è quello di una collaborazione sistemica intra-paese ed estera. Lo ricorda Aldo Bisio, CCO, Gruppo Vodafone e AD, Vodafone Italia, quando spiega che l’Europa nell’ultimo ventennio ha perso molte posizione sui mercati mondiali, riducendo di un terzo la sua quota globale. C’è un gap di investimenti importante, l’Europa è molto indietro in termini di copertura della popolazione rispetto a Stati Uniti, Corea, Giappone e Cina. La carenza di investimenti si lega al fatto che i ricavi in alcuni Paesi si sono enormemente ridotti, in Italia dal 2010 al 2020 si sono persi oltre 13 miliardi di ricavi con un aumento di 30 volte del traffico transitato sulle reti mobili per i clienti”.

Vodafone Gruppo ha realizzato uno studio, “Why telecoms matters”, che spiega perché le tlc sono cruciali nella competizione sui mercati internazionali: la digitalizzazione è un’opportunità di circa mille miliardi di euro di valore aggiunto creato per l’Europa, sarebbe come aggiungere il Pil dell’Olanda in termini di produttività crescente. “Ci sono temi importanti da affrontare. La politica dello spettro: circa la metà del capitale investito nelle reti mobili è il prezzo pagato per la dotazione di frequenze, è un impegno importante per la sostenibilità di un’azienda. La Spagna ad esempio recentemente ha esteso la durata della licenza di alcune componenti spettrali, crediamo che tutta l’Europa debba andare in questa direzione. Ci sono poi i temi del contributo degli hyperscalers agli investimenti di rete e del supporto dell’Europa allo sviluppo dell’Open RAN che dà opportunità di ottimizzazione e di creare scala”.

Infine, il tema del consolidamento: si parla molto di quello cross boarder, ma bisogna considerare che il 70% del capitale investito di una rete di tlc mobile sta nella rete di accesso locale: se si crea sovraccapacità è poi molto difficile rendere il business sostenibile e in grado di restituire il costo del capitale a chi decide di investire. È necessaria la collaborazione di tutti gli stakeholder, non solo degli operatori tlc ma anche della politica”.

Se si tratta di hyprscaler, ci sono tre momenti che rappresentano tre epoche tecnologiche. “Nel 2000 c’è il consolidamento di internet come servizio per la massa. Nel 2008 arrivano i primi hyperscaler mentre nel 2023 c’è la fase in cui gli hyperscaler sono una realtà in un mondo in cui cambiano i servizi, spinti verso il broadband” conferma Stefano Grieco, CEO e VP, Nokia Italia. “Cambiano gli usi e cambia la tecnologia. Le reti sottomarine sono diventate, dal 2000 al 2023, punto di riferimento del traffico internet globale. “Gli investimenti permetteranno all’Europa di recuperare terreno e tornare a vestire un ruolo di primo piano sullo scenario globale. L’Italia sarà protagonista solo se saprà seguire l’esempio dei paesi top, cosa su cui non ho dubbi”.

Federico Protto, CEO, Cellnex Italia vede due temi fondamentali quando si analizza lo scenario degli hyperscaler in ambito IT. “C’è la torre, la vera e propria torre, che va rinnovata, su macro siti su cui si sta investendo per abbracciare infrastrutture uniche. Quando l’operatore di torre interviene sulle infrastrutture deve inventarsi un mestiere che invece va svolto come ecosistema”. La condivisione sulla torre è qualcosa di acquisito mentre attualmente ci si muove verso un argomento successivo, definito anche dai nuovi limiti di emissioni elettromagnetiche. “Ecco allora il RaS, ossia il Ran-as-a-service, in cui soggetti differenti approcciano in modalità sharing lo sviluppo e la governance dell’infrastruttura, con l’utilizzo delle torri e la condivisione della parte attiva su cui investire per guardare davvero al futuro”.

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