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Il DOGE di Elon Musk passa in revisione le spese della NASA, a rischio i programmi spaziali?

L’efficienza prima di tutto: la NASA sotto la lente del DOGE

Il Dipartimento dell’Efficienza Governativa (DOGE), istituito dall’amministrazione Trump per eliminare sprechi e inefficienze nella spesa pubblica, ha ora puntato la sua attenzione sulla NASA, come riportato dalla Reputers. A capo dell’iniziativa c’è Elon Musk, fondatore e CEO di SpaceX, con un ruolo di “special government employee” come ha detto la Casa Bianca. La missione di DOGE è esaminare i pagamenti e i flussi finanziari di vari enti federali, inclusa l’agenzia spaziale americana.

Janet Petro, amministratrice ad interim della NASA, ha confermato l’imminente revisione economico-finanziaria-contabile da parte di DOGE e a margine della Commercial Space Conference a Washington ha detto: “Saranno qui per analizzare i nostri pagamenti e verificare come vengono spesi i fondi”.

Centinaia di persone impiegate nella Nasa hanno accettato una proposta di buonuscita rivolta ai dipendenti federali dall’amministrazione del presidente Donald Trump”, ha quindi sottolineato Petro.

L’iniziativa ha già sollevato preoccupazioni per possibili conflitti di interesse, visto che SpaceX detiene contratti con la NASA per un valore complessivo di circa 15 miliardi di dollari, legati al trasporto di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e al programma Artemis per il ritorno sulla Luna.

Le deputate Zoe Lofgren e Valerie Foushee hanno inviato una lettera alla NASA per chiedere chiarimenti sui potenziali rischi di accesso improprio ai dati finanziari.

Petro ha rassicurato sull’esistenza di “rigide politiche sui conflitti di interesse”, garantendo che qualsiasi verifica sarà condotta nel rispetto delle normative.

Artemis e il futuro incerto della space economy americana

Mentre la NASA affronta l’esame di DOGE, il settore spaziale è scosso dalle incertezze sul futuro del programma Artemis, la missione destinata a riportare astronauti sulla Luna. Boeing, principale contraente dello Space Launch System (SLS), ha annunciato il licenziamento di centinaia di dipendenti, citando revisioni al programma Artemis. Tuttavia, né la NASA né la Casa Bianca hanno ancora confermato eventuali modifiche ufficiali.

Petro ha negato di aver esercitato pressioni per mantenere le missioni Artemis 2 e 3, precisando: “Sono qui ad interim, il nostro compito è eseguire i programmi attuali. Sarà il nuovo amministratore della NASA a definire eventuali cambi di direzione”.

Il candidato scelto da Trump per guidare l’agenzia è Jared Isaacman, imprenditore aerospaziale e comandante della missione Inspiration4, la prima interamente privata nello spazio. La sua nomina è ancora in attesa di conferma al Senato.

Un futuro dominato dal privato?

Con l’intensificarsi della collaborazione tra pubblico e privato nella space economy, SpaceX e altre aziende stanno giocando un ruolo sempre più centrale nei programmi spaziali statunitensi. L’amministrazione Trump sembra orientata a ridurre il peso della NASA a favore di un modello più privatizzato, che favorisca iniziative commerciali come la colonizzazione di Marte, apertamente sostenuta da Musk.

Tuttavia, il controllo della spesa federale e i tagli imposti dal DOGE potrebbero rallentare i progetti più ambiziosi, creando frizioni tra il governo e i colossi dell’industria spaziale. Con il futuro di Artemis ancora incerto, gli occhi sono puntati sulla conferma di Isaacman e sulle prossime mosse della Casa Bianca.

La space industry americana sembra sempre più di fronte a un bivio: investire nella leadership spaziale o cedere terreno alle potenze emergenti. La risposta arriverà nei prossimi mesi, ma una cosa è certa: con Musk al centro del dibattito, il futuro degli Stati Unti nello Spazio sarà sempre più incerto e imprevedibile.

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