A causa del Covid-19, la gestione online di aspetti fondamentali della propria vita quotidiana è destinata a diventare una realtà per moltissime persone anche molto tempo dopo che la pandemia sarà passata. Lo dimostra un nuovo studio dell’Ericsson ConsumerLab.
Rappresentando le opinioni di 2.3 miliardi di consumatori in 31 mercati nel mondo, il report prevede che i consumatori non solo continueranno a gestire online alcune attività quotidiane come lavoro, didattica a distanza, servizi di telemedicina e spesa, ma in media aggiungeranno ulteriori 2.5 nuovi servizi. Il report prevede, inoltre, che i consumatori nel loro tempo libero daranno più spazio ai viaggi, praticheranno uno stile di vita più sano e passeranno del tempo con amici e familiari.
Come conseguenza di una maggiore presenza online, si stima che i consumatori, in media, trascorreranno connessi dieci ore in più a settimana nel momento in cui si tornerà alla normalità. Ci si aspetta anche che ciò colmi il divario tra utenti online moderati e avanzati, con gli utenti online più moderati che hanno introdotto più servizi online nella loro vita quotidiana nel corso della pandemia.
In Italia
Qualsiasi attività considerata di routine si sposterà online entro il 2025: 4 consumatori italiani su 10 si aspettano di utilizzare l’e-learning o la didattica a distanza per aggiornare le loro competenze e circa un terzo dei consumatori crede che tutte le attività di intrattenimento si svolgeranno online. Solo il 18% dei consumatori crede invece che ordinerà la spesa principalmente online in futuro.
In generale, il 43% ritiene che lo shopping online sarà un’esperienza d’acquisto migliore di quella fatta nei negozi fisici.
I consumatori guardano a un futuro pieno di aspettative contrastanti
Il 71% si aspetta un aumento dei livelli di stress nella società: più della metà crede che sarà necessario destreggiarsi tra più lavori per mantenere un reddito decente e il 48% teme che robot che sfruttano l’IA causeranno la perdita del lavoro a molte persone. Allo stesso tempo, 6 su 10 si aspettano di condurre una vita più sana e il 42% ritiene che i principali eventi di intrattenimento, culturali e sociali si svolgeranno su piattaforme online.
Maggiore attenzione alla privacy
Se oggi solo un consumatore italiano su cinque si sente preoccupato per la privacy online, entro il 2025 saranno 7 consumatori su 10, di tutte le fasce d’età, professioni e competenze tecnologiche, coloro che presteranno maggiore attenzione alla privacy e alla sicurezza online.
Lo shopping locale farà da apripista
Spinti in parte dalle preoccupazioni ambientali, il 53% dei consumatori italiani prevede che nel futuro prediligerà l’acquisto di un numero maggiore di prodotti locali.
Il 57% dei consumatori esprime preoccupazione per il cambiamento climatico e l’inquinamento (percentuale più alta in Europa), ma il 70% sta pensando di aumentare i propri viaggi di piacere in futuro (anche in questo caso percentuale più alta).
È responsabilità collettiva rendere accessibili opzioni di trasporto più sostenibili. Per il momento, solo uno su tre (32%) indica che si asterrà dal volare per viaggi di piacere nel prossimo futuro (percentuale più bassa in Europa). Il 15% ha dichiarato che usufruirà di servizi di car sharing e taxi.
I consumatori avranno aggiunto 13 ore a settimana di tempo online (media globale: 10 ore) e 1,9 (media globale: 2,5) servizi in più alle loro attività quotidiane online quando si tornerà alla nuova normalità
È necessario mettere l’inclusività digitale in cima all’agenda politica con l’obiettivo di ricostruire società future resilienti, viste le aspettative dei consumatori di espandere le loro abitudini digitali entro il 2025.
La prossima normalità (digitale)
Le previsioni dei consumatori sulla vita dopo la pandemia si concentrano su uno stile di vita più digitale e includono cambiamenti nelle proprie priorità. Ci si aspetta che le attività di routine avvengano in modo digitale, lasciando spazio alle cose più desiderate nella vita: fare nuove esperienze, creare ricordi con gli altri e passare più tempo all’aperto.
Il passaggio al lavoro e allo studio da remoto
Il lavoro da remoto è destinato a restare: tra gli occupati italiani, una persona su 10 prevede di continuare a lavorare completamente a distanza anche dopo la pandemia (una persona su quattro a livello globale). Allo stesso modo, anche gli studenti universitari si aspettano che il 73% delle loro ore di studio saranno online (con la media globale ferma al 60%).
Anche i modelli di viaggio cambieranno, ma forse non nel modo in cui ci si potrebbe aspettare: nel complesso due italiani su cinque pensano di cambiare il mezzo con cui si muovono nelle città durante gli spostamenti, scegliendo quelli a minor impatto ambientale, come i trasporti pubblici, la bicicletta o camminare. Ad esempio, il 25% prevede di camminare e/o andare in bicicletta più di prima della pandemia, mentre l’8 per cento prevede di farlo meno. Tuttavia, molti consumatori hanno una visione opposta e la loro scelta primaria è il viaggio in auto (Il 23% prevede di usare l’auto più di prima della pandemia, mentre il 12% prevede di usarla meno).
L’evoluzione dello shopping online
Lo shopping è un’area con un duplice scopo: un passatempo e attività sociale per alcuni, orientato allo scopo e molto pratica per altri. Nel corso della pandemia, lo shopping nei negozi fisici è diventato impegnativo, mentre lo shopping online è stata un’opzione più attraente.
I consumatori italiani prevedono che lo shopping online diventerà una consuetudine nel prossimo futuro. Anche se lo shopping nei negozi fisici resterà prevalente, si prevede che nel post pandemia gli acquisti online rappresenteranno il 38% di tutte le attività di shopping. A parte lo shopping in generale, gli alimentari sono un’altra categoria di acquisto destinata ad essere gestita online. Pur se con percentuali inferiori rispetto al resto d’Europa e del mondo, i consumatori italiani stimano che circa 1/5 di tutta la loro spesa alimentare sarà ordinata tramite piattaforme online.
Più attenzione alla sanità elettronica
Ora, più che mai, i consumatori italiani si stanno rendendo conto dell’importanza di prendersi cura della propria salute. Tra coloro che hanno avuto una malattia nell’ultimo anno, la frequenza di utilizzo di servizi di e-health è salita a 3,6 volte al mese (rispetto alle 2 volte al mese nel periodo pre-pandemia). Il beneficio di questa esperienza durante la pandemia significa che questo gruppo di consumatori, rispetto agli altri, prevede che userà i servizi di e-health ancora di più in futuro con una frequenza prevista di 4,2 volte al mese.
Una dualità nella vita urbana nel 2025
Nell’analizzare come i consumatori credono che la società cambierà nel 2025, diventa evidente che due sentimenti di fondo condizionano le loro previsioni: preoccupazione e ambizione.
Livelli di stress ed equilibrio tra lavoro e vita privata
A livello globale, il 64% dei consumatori ritiene che entro il 2025 il livello generale di stress nel loro paese sarà molto più alto. Questo sentimento è sentito più fortemente tra i consumatori in Francia, Argentina e Italia, dove si arriva al 71%. Più della metà (52%) degli italiani crede anche che la maggioranza delle persone avrà bisogno di avere un secondo o terzo lavoro, oltre a quello principale, per mantenere un reddito decente. Il 56% crede poi che mantenere un lavoro fisso sarà ancora più importante. Questa è un’opinione condivisa sia dagli adulti che già lavorano, sia dai giovani che vogliono entrare nel mercato del lavoro tra qualche anno. Tali circostanze aumenterebbero inevitabilmente lo stress personale ma 6 consumatori su 10 si aspettano anche di condurre una vita più sana.
I consumatori mirano a trovare un migliore equilibrio nella vita quotidiana attraverso l’utilizzo della connettività e dei servizi online in futuro. Indubbiamente, la pandemia ha ispirato i consumatori a gestire maggiormente le loro necessità attraverso i servizi online. Questo è qualcosa che si aspettano possa aumentare nel prossimo futuro. Ad esempio, nel 2025, ben il 40% si aspetta di rivolgersi alle piattaforme di e-learning per frequentare l’università o per aggiornarsi. Questa previsione è prevalente sia tra la Generazione Z, dove più di due terzi crede che i percorsi di formazione superiori saranno sempre più disponibili online in futuro.
Prevedere il futuro
Le due previsioni più condivise tra i consumatori che vivono nelle aree urbane riguardano la sicurezza online e la spinta a condurre una vita più sana. La preoccupazione per la privacy online è legata agli stili di vita futuri che vengono ulteriormente potenziati attraverso l’accesso a più servizi online. La preoccupazione per la salute è invece legata alla pandemia che ha evidenziato la necessità di mantenere uno stile di vita sano.
Un futuro digitalmente compromesso? Non nell’intrattenimento
I consumatori stanno cercando di dare priorità a nuove esperienze e di vivere in modo più consapevole. Questo non pone alcun limite al modo in cui l’intrattenimento verrà vissuto, anche se in Italia non sempre si preferiscono le esperienze online. A differenza dell’alta percentuale globale (48%), solo il 31% degli italiani crede che la maggior parte del loro intrattenimento – come la musica, i giochi e gli eventi – avverrà online. Quando si guarda alla Gen Z e ai Millennial, la quota di consumatori che si trova d’accordo con questa previsione sale al 55%, ma resta sempre 10 punti percentuali inferiore rispetto a quella globale.
Il dilemma della privacy. Sempre maggiore attenzione.
Visti i molti e diversi modi in cui i consumatori si aspettano di usare i servizi digitali nella loro vita quotidiana, è facile immaginare che aumenterà il tempo complessivo trascorso online e quindi i rischi per la propria privacy. Se oggi solo il 21% dei consumatori italiani (rispetto al 33% globale) si sente preoccupato per la propria privacy online, entro il 2025 saranno 7 consumatori su 10, di tutte le fasce d’età, professioni e competenze tecnologiche, coloro che prevedono di prestare maggiore attenzione alla privacy e alla sicurezza online.
Consumare localmente e viaggiare molto
L’attenzione alle esperienze e alla creazione di nuovi ricordi sta facendo sì che i consumatori pianifichino un futuro che abbia un focus sia locale che globale.
Guidati in parte da preoccupazioni ambientali, i consumatori italiani non stanno necessariamente cercando di consumare meno, ma di consumare più a livello locale. Entro il 2025, oltre la metà prevede che acquisterà solo prodotti fatti e coltivati localmente. Inoltre, il 53% dei consumatori prevede che il consumo locale diventerà la norma in futuro.
La quarantena e il distanziamento sociale, insieme ai limiti generali alla mobilità fisica vissuti durante la pandemia, hanno sottolineato l’importanza di spezzare la routine. I consumatori hanno intenzione di abbracciare comportamenti che sembrerebbero in contrasto con le loro preoccupazioni ambientali, come ad esempio aumentare i viaggi di piacere. Il 57% dei consumatori esprime preoccupazione per il cambiamento climatico e l’inquinamento (percentuale più alta in Europa), ma viste le limitazioni alla mobilità vissute in Italia non c’è da meravigliarsi che ben il 70% stia pensando di aumentare i propri viaggi di piacere nell’immediato futuro. Inoltre, se guardiano al 2025 solo un consumatore su tre (32%) ha dichiarato che si asterrà dal volare per viaggi di piacere (percentuale più bassa in Europa).