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Cresce dell’1,7% nel primo trimestre. Prezzi sprofondati in Germania e Francia
Ci sono molti modi per stabilire il costo di una casa. Non si tratta solo del prezzo vero e proprio; si possono prendere in considerazione molti alti parametri come, per esempio, quanto delle entrate di una famiglia finisce nell’acquisto di un’abitazione. Il grafico interattivo sopra mostra i dati statistici del primo parametro, cioè l’andamento del costo della casa nei vari Paesi europei (base: 2015) ma prima vediamo quale popolo in Europa spende di più rispetto alle entrate famigliari per la casa.
Quanta parte dello stipendio va nel costo della casa
I dati sono frutto della combinazione del costo dell’affitto effettivo pagato dagli inquilini, assieme ad una stima del costo dell’alloggio che i proprietari pagherebbero se affittassero la loro casa sul libero mercato e sono stati elaborati da Resolution Foundation secondo il quale i finlandesi sono quelli che spendono di più. Il 24% delle entrate delle famiglie finlandesi se ne va nel costo della casa rispetto ad una media europea del 15%. Quelli che spendono meno sono invece i polacchi: solo il 6% delle entrate.
Dove in Europa le case costano meno
Adesso vediamo, invece, i dati statistici sull’andamento del costo della casa in Europa. I dati sono di Eurostat e si riferiscono al primo trimestre di ogni anno fino al primo trimestre 2024. Importante: il grafico è interattivo, quindi basta cliccare sui Paesi che si vogliono escludere dalla visualizzazione e lasciare solo quello di interesse per poi eventualmente confrontare la linechart con quella di un altro Paese.
Partiamo dall’Italia: dal 2014 ad oggi il costo di una casa nel nostro Paese è sempre stato di molto inferiore alla media sia dell’eurozona (che comprende i Paesi che hanno adottato l’euro come moneta nazionale) sia dell’Unione europea a 27. Per esempio: nel primo trimestre del 2022, quando i prezzi sono schizzati verso l’alto, da noi sono cresciuti solo del 4,5%. Le cose sono cambiate solo recentemente. Nel primo trimestre di quest’anno il costo della casa in Italia è aumentato dell’1,7% mentre nell’Europa a 27 la crescita è stata dell1,3% e nell’eurozona si è verificato un calo dello 0,4%. Un indice, questo, anche del precario stato di salute dei Paesi che ne fanno parte.
Lo dimostra l’andamento dei prezzi delle case in Germania (linea gialla) che per quanto in recessione, resta l’economia più grande del continente. Nel primo trimestre del 2022 il costo di una casa in Germania era salito dell’11,6% ma è repentinamente crollato, dopo solo un anno, quando ha avuto un andamento negativo di ben il 6,6%. Essendo un’economia grande e il peso ponderato sia dell’Europa a 27 che nell’eurozona è notevole, è chiaro che ha trascinato verso il basso la media. Ma guardiamo anche la Francia: dal più 7% del picco all’inizio del 2024 il calo è stato del 4,8%. Stesso discorso anche per i Paesi più piccoli (e ricchi). Per esempio il Lussemburgo, che ha avuto un andamento identico: dal più 17,2% al meno 10,9% nel giro di un anno.
Come mai il costo della casa scende in Europa
Ma come mai il calo è così generalizzato? Il motivo consiste principalmente nell’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (Bce), che ha reso i mutui più costosi e meno accessibili per i compratori.
La conseguenza è che l’aumento dei costi di finanziamento ha ridotto la domanda di abitazioni mentre l’incertezza economica, alimentata da fattori come l’inflazione e le guerre in corso, ha contribuito a frenare il mercato immobiliare in praticamente tutti i Paesi europei.
Se è vero, come è vero, che questa è la causa principale (anche se non è l’unico dato che bisogna considerare, bisogna osservare anche le condizioni economiche locali di ogni singolo Stato) del calo dei prezzi delle case in Europa, le cose dovrebbero cambiare e anche piuttosto velocemente. Il motivo è che proprio la Bce ha avviato una (si spera) stagione di taglio dei tassi di interesse rendendo il denaro meno costoso quando viene chiesto in prestito. Il 18 settembre ha ridotto il costo dal 3,75% al 3,5%. Ancora piuttosto alto ma, come si diceva, presto dovrebbero arrivare altre riduzioni.
Quanto pesa l’immobiliare sull’economia di un Paese
Il mercato immobiliare ha un’incidenza significativa sul Prodotto interno lordo di un Paese ed è per questo che anche i politici lo guardano compulsando questi dati. Il motivo? Perché la casa coinvolge vari settori economici come, per esempio:
- Investimenti e costruzioni: Le attività di costruzione di nuovi immobili (residenziali, commerciali, industriali) contribuiscono direttamente alla crescita del Pil. I settori coinvolti nella costruzione, come edilizia, architettura e ingegneria, hanno un peso notevole, soprattutto in economie in espansione come quella italiana. Da noi il Pil tendenziale è ora allo 0,6% ma le previsioni è che si possa chiudere l’anno con un più 0,8% comunque inferiore alle previsioni del governo dell’1%.
- Consumi delle famiglie: L’acquisto e la vendita di immobili influenzano i consumi delle famiglie. Quando i prezzi delle abitazioni aumentano, può crescere il valore del patrimonio delle famiglie rendendole (diciamo così), più “ricche” e stimolando la spesa e gli investimenti in altri settori, come mobili o ristrutturazioni. Al contrario, una contrazione immobiliare può ridurre la fiducia dei consumatori e diminuire i consumi.
- Mercato finanziario: Le banche e le istituzioni finanziarie dipendono dai mutui immobiliari per una parte consistente dei loro profitti. I mutui rappresentano una componente chiave nel sistema finanziario di un Paese perciò se il mercato immobiliare si contrae, può innescare problemi nei bilanci delle banche e influenzare la stabilità economica generale.
Basti pensare che per molti Paesi il mercato immobiliare rappresenta tra il 10% e il 20% del Pil, con variazioni in base alla dipendenza del paese dal settore delle costruzioni e dal volume di compravendite.
I dati si riferiscono al: primo trimestre 2024
Fonte: Eurostat