Sono 11.303, più che in tutti gli Usa. Ci superano solo Russia e Brasile
Gli automobilisti che violeranno i limiti di velocità delle Zone 30 non dovranno più temere gli autovelox. È questa una delle principali novità del recente decreto, voluto dal Ministero delle Infrastrutture Matteo Salvini e appena arrivato sulla Gazzetta Ufficiale, che stabilisce che i controlli elettronici non potranno essere effettuati sui tratti in cui il limite è più basso di 50km/h. Negli altri casi non saranno permessi se è di più di 20km/h inferiore a quello ordinario per quella tipologia di tratto. In sostanza sulle strade statali in cui il limite è di 90km/h, per esempio, se è presente un segmento a 60km/h le amministrazioni non potranno installare autovelox, saranno autorizzati a farlo solo per quei tratti in cui è tra 70 e 90 km/h. Fuori dai centri abitati, tra l’altro, i dispositivi autovelox in Italia devono essere segnalati almeno un chilometro prima.
Quanti sono gli autovelox in Italia
Si tratta solo di alcune delle nuove regole introdotte dal Governo, che ha affermato di voler riportare gli autovelox al loro ruolo originario, quello di garanzia di sicurezza e non di fonte di guadagni per comuni a corto di risorse finanziarie. Abbiamo voluto allora guardare i numeri per capire meglio la situazione italiana a confronto con quella del resto del mondo ed effettivamente quello che emerge è un quadro eccezionale. Come si vede dalla nostra infografica l’Italia è terza al mondo per numero di autovelox installati, secondo SCDB.info (Speed Camera DataBase) sono ben 11.303, solo in Russia e in Brasile ce ne sono di più, rispettivamente 18.425 e 18.091
Nel mondo ci sono 113.831 autovelox
È un panorama di forte disomogeneità quello che emerge da questo database, che raccoglie i dati su tutti gli autovelox presenti nel mondo. I numeri non possono essere precisi al 100% perché ogni giorno ne vengono installati e disinstallati, ma la loro distribuzione, come siano molto presenti in alcune aree e quasi assenti in altre, è chiara. Nel complesso sono 113.831, ma più di metà, 66.400, sono in Europa. Non si tratta tanto dell’effetto della maggiore abitudine a regolamentare e sanzionare di alcuni Paesi del Vecchio Continente, ma del grande numero di dispositivi presenti soprattutto in Russia, che qui è inclusa nei Paesi europei, e in Italia.
Sono infatti ben 18.425 gli autovelox russi, nessuno al mondo ne ha installati così tanti. Dopo il Paese di Putin vengono gli 11.303 autovelox italiani pari al 9,93% di tutti gli apparati installati nel mondo. Per avere un’idea delle sproporzioni basti guardare al Regno Unito, al terzo posto per quantità di dispositivi di controllo in Europa, dove sono 3.468 in meno, ovvero 7.835. Ancora meno, 4.720 e 3.850, sono quelli presenti in Germania e Francia. Si tratta, ricordiamolo, di Paesi con una popolazione più grande di quella italiana e soprattutto reti stradali molto più lunghe, 830mila km in Germania e un milione e 53mila in Francia, contro i 487.700 italiani. Anche nel caso della Russia sia il numero di abitanti che di chilometri di strade (circa 1,3 milioni) è molto più che doppio rispetto al nostro.
Pure i numeri di due Paesi meno popolosi ma più grandi, come Spagna e Svezia, dove ci sono rispettivamente 2.494 e 2.296 autovelox, rendono evidente lo squilibrio tra le cifre italiane e quelle estere. Il Paese iberico, infatti, è sede di 683.175 km di strade, quello scandinavo di 573.134.
Negli Usa 8.190 autovelox, il 27,5% in meno che in Italia
Ma le differenze più grandi sono quelle tra il nostro Paese e quelli extra europei. Il caso più eclatante è quello degli Stati Uniti, 341,6 milioni di abitanti, ovvero 5,8 volte più dell’Italia, una rete stradale di 6.586.610, ben 13,5 volte più grande di quella italiana, ma meno autovelox rispetto a noi. Sono solo 8.190 in tutto, in sostanza nel nostro Paese ce ne sono di più che in tutto il Nord America.
Non solo, secondo lo stesso database in tutta l’Asia, che contiene più di metà della popolazione mondiale, sono 13.776, ovvero solo 2.474 più che nella Penisola. Questo dato però non è quasi sicuramente completo, visto che mancano numeri riguardanti la Cina, in cui è segnalato un solo autovelox, e l’India, in cui quelli censiti sono solo 130. In Giappone, invece, sono 187.
L’unico caso di Paese con una presenza di dispositivi di controllo superiore all’Italia fuori dall’Europa è il Brasile, dove gli autovelox arrivano a 18.091. Lo Stato sudamericano si piazza così al secondo posto mondiale dietro la Russia. Anche in questo caso, tuttavia, stiamo parlando di una realtà di 217,5 milioni di persone con due milioni di chilometri di strade.
Possiamo quindi dire che, considerando solo Paesi con dimensioni e reti stradali simili, l’Italia è oggi di gran lunga quello con più controlli.
Pochi tutor, l’Italia punta sulle telecamere
C’è autovelox e autovelox, però. Secondo il Scdb ci sono i semafori, che si attivano quando l’auto supera un limite di velocità, le telecamere che rilevano il passaggio oltre tali limiti, poi i dispositivi che uniscono sia il semaforo che la telecamera e infine il tutor, che misura la velocità media in un tratto. È uno strumento che consente, quindi, il superamento del limite per distrazione, in una porzione limitata della strada, a patto che nel complesso quei 10-20km su cui è applicato siano stati percorsi in modo regolare.
Le autorità italiane però ne fanno poco uso, ci sono solo 638 tutor in Italia, mentre nel resto d’Europa 6.314, in compenso sono presenti 8.102 telecamere, più del doppio che negli Stati Uniti, dove sono 4.048. Proprio negli Usa, invece, si utilizzano molto i semafori, sono 3.974, contro i 2.320 dell’Italia. Viene facile pensare che la via italiana all’autovelox più che puntare alla prevenzione, a fermare l’automobilista distratto prima che diventi pericoloso, miri ad affibbiare una multa, cogliendo in fallo il guidatore ignaro.
I dati si riferiscono al: 2024
Fonte: Scdb.info