Secondo i dati di fine luglio dell’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), la crisi sanitaria globale ha generato perdite per il settore turistico mondiale per 320 miliardi di dollari da gennaio a maggio 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019.
I dati nel mondo
Lo studio dell’Unwto ha presentato tre scenari. Nel primo, il meno pessimista, viene calcolata la perdita di entrate del settore immaginando la riapertura delle frontiere nazionali e l’eliminazione delle restrizioni agli spostamenti lo scorso luglio (che non c’è stata): in questo caso, il fatturato del turismo globale crolla dai 1.478 miliardi di dollari del 2019 ai 570 del 2020. È il livello del 2000. Se le restrizioni vengono sollevate in settembre, si scende a 400 miliardi.
Se la riapertura totale dei movimenti avverrà a dicembre, terzo scenario, le entrate per il 2020 saranno di 310 miliardi: un crollo del 79% rispetto all’anno scorso. Devastante, con la possibile perdita di posti di lavoro per 100-120 milioni di persone e una riduzione del Prodotto lordo mondiale tra l’1,5 e il 2,8%.
In Italia
Secondo una ricerca pubblicata a luglio da PwC, l’Italia rischia di vedere la chiusura entro l’anno del 65% degli hotel e dei ristoranti, con un possibile impatto occupazionale di circa 1 milione di posti di lavoro. Come scenario base, fonti istituzionali prevedono per il 2020 una contrazione del settore del 44%.
“La frammentazione del mercato non consente lo sfruttamento di economie di scala, rendendo gli operatori maggiormente vulnerabili ad acquisizioni da parte di investitori finanziari ed esteri”, si legge nel commento ai dati.
Prima del Covid-19, il turismo contribuiva con oltre 230 miliardi di euro al 13% del PIL nazionale, con circa 4 milioni di addetti (circa il 15% della forza lavoro italiana).
Il 5G leva per rilanciare il settore?
Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, ha invitato i governi a sostenere il settore ma anche a introdurre riforme per aumentarne la competitività.
Come far ripartire allora un settore in difficoltà in tempo di Covid-19? La risposta forse è semplice: con l’innovazione. L’avvento del 5G ad esempio accende i riflettori anche su scenari insoliti, terreni poco battuti, in cui promette di offrire esperienze innovative.
Stando al report “Merged reality” di Ericsson, il 25% degli intervistati nel settore del turismo, già attivo nello sperimentare nuove tecnologie, crede che presto esploreremo le destinazioni attraverso informazioni e mappe abilitate in realtà aumentata e virtuale, soprattutto quando il 5G sarà concreto, sui nostri smartphone.
Con l’accesso a comunicazioni, dati e servizi quasi illimitati e in tempo reale, per i turisti vorrà dire ottenere una nuova modalità di viaggio, che inizia prima di imbarcarsi, continua nelle località scelte e non termina con il ritorno a casa, grazie ai social e alla creazione di community che condividono ciò che di meglio hanno ricevuto in termini culturali, gastronomici e storico-artistici dalle loro mete.
5G e innovazione
Anche un nuovo modo di interagire con gli altri membri del gruppo (se ce ne fossero), con altri turisti con preferenze simili e con la popolazione locale. Per le aziende e le agenzie turistiche, nel totale rispetto della privacy, significa raggiungere meglio interessi, tendenze e abitudini per proporre vacanze su misura e senza cattive sorprese.
Del resto, grazie alla velocità del 5G e alle capacità di bassa latenza di cui si fa portatore, le tecnologie che spostano un alto contenuto di dati, come IoT (Internet of Things), realtà estesa (XR), cloud e edge computing, hanno il potenziale di portare il turismo verso un livello successivo, in grado di riaccendere nei consumatori quella fiamma che gli ultimi mesi hanno, inevitabilmente, affievolita.