L'impatto

‘Il 5G è l’occasione per creare una nuova politica industriale’. Intervista a Giancarlo Capitani (NetConsulting cube)

a cura di Paolo Anastasio |

Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube: ‘Il 5G è la piattaforma abilitante della trasformazione digitale delle imprese per la creazione di nuove soluzioni in tutti i mercati della nostra economia’.

“Il 5G può giocare un impatto strategico per ridurre il gap digitale dell’Italia nei confronti degli altri paesi della Ue, in particolare per quanto riguarda la copertura ultrabroadband”. Lo ha detto Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube, in occasione di 5G Italy – The Global Meeting in Rome’, la Conferenza che si è tenuta dal 4 al 6 dicembre 2018 al CNR di Roma, promossa dal CNIT e organizzata da Supercom insieme a Key4biz dove ha presentato un report dettagliato sull’”Impatto del 5G in Italia. I trend e gli scenari possibili”.

 

Key4biz. Qual è lo stato di digitalizzazione in Italia?

Giancarlo Capitani. L’Italia è in ritardo, si trova al quart’ultimo posto della classifica europea nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) e soffre in generale di arretratezza sul fronte della connettività. I numeri che concorrono al ranking italiano sono dati in una situazione di fossati fra innovatori e non innovatori. La digitalizzazione dell’Italia non è uniforme, ma è da sempre stata a macchia di leopardo.

Key4biz. Che cosa sta avvenendo nel mercato ICT?

 

Giancarlo Capitani. Il mercato ICT raggiungerà un valore complessivo di 74,5 miliardi di euro nel 2020, in aumento del 7,7% e crescerà con valori molto più del PIL, dal quale è indipendente grazie agli incentivi ma anche alla necessità di recuperate seppur lentamente il gap digitale del Paese.

Key4biz. Quali sono i fattori trainanti della crescita dell’ICT?

Giancarlo Capitani. I fattori trainanti che guidano la spesa sono il Cloud, l’IoT e il Mobile che crescono 10 volte di più rispetto agli altri comparti dell’ICT. Il giro d’affari del Cloud nel 2020 raggiungerà 3 miliardi di euro, quello dell’IoT 4 miliardi e il Mobile business 5 miliardi. Gli investimenti delle aziende in questi cosiddetti digital enabler sono più pervasivi e sono legati alla loro applicazione concreta a supporto del business grazie alla forte accelerazione di nuovi progetti digitali in cybersecurity, spinta a conformarsi al GDPR, soluzioni Cloud, Mobile solutions, sistemi per Big Data, nuove applicazioni IoT, smart working e social media.

Key4biz. Quale sarà l’impatto del 5G sulle imprese?

 

Giancarlo Capitani. Intanto, in questo contesto di forte digitalizzazione, non vale più la distinzione fra PMI e grandi imprese, ma quella fra innovatori e non innovatori. Il 5G è la piattaforma abilitante della trasformazione digitale delle imprese, per costruire nuove soluzioni. Il 5G non riguarda soltanto il mondo delle Tlc perché i suoi benefici si estendono ben al di là a tutti i settori, a partire dall’Automotive alla Sanità, passando per le Utilities e i Trasporti.

Key4biz. Ci può fare qualche esempio di potenziali applicazioni del 5G in diversi settori verticali?

 

 Giancarlo Capitani. Nel verticale Assicurazioni & Banche, l’emergere dell’InsuranceTech e del Fintech, la nascita di nuovi servizi come le polizze ‘pay-as-you-drive; nelll’Automotive, le driverless car, l’innovazione di prodotto e dei processi produttivi, il miglioramento della customer experience, nuovi servizi; in ambito Energy & Utilities gli smart meter e le smart grid, la gestione evoluta a distanza della manutenzione e degli asset di rete, tutti i servizi legati alla Smart Home, agli Smart Building e alle Smart City; Nella PA la gestione di nuovi ser4vizi di mobilità intelligente, il monitoraggio ambientale; in Sanità tutti i servizi dell’eHealth, ad esempio la telemedicina di precisione e il telemonitoraggio dei pazienti, infine la tracciatura dei farmaci e del Risk management, la robotica; nella Distribuzione, la tracciabilità dei prodotti, l’efficienza energetica e l’ottimizzazione della logistica.

Key4biz. Che impatto può avere il 5G sulla produzione industriale?

 

Giancarlo Capitani. La fabbrica sarà sempre più intelligente, diminuiranno gli asset fisici e i nuovi mezzi di produzione saranno sempre più i software, l’UoT e il 5G. La testimonianza più attuale di questa trasformazione è il piano Industria 4.0, di cui il 5G può essere l’acceleratore. Speriamo che il Governo confermi i fondi.

Key4biz. Che ruolo può giocare il 5G per migliorare la copertura ultrabroadband del paese, oggi al 52,4% delle unità immobiliari?

 

Giancarlo Capitani. Posto che la vera trasformazione digitale del Paese deve partire dal basso, dai territori, il 5G rappresenta una grande occasione con due effetti: stimolare la nascita di startup locali e rinnovare la dotazione ICT delle 101mila aziende operanti in Italia, perché si attrezzino a resistere alla forza dirompente del Cloud.

In Italia ci sono 8.391 startup di cui il 63% è specializzato in attività connesse all’ICT.

Key4biz. Che impatto potrà avere il 5G sul segmento Consumer?

 

Giancarlo Capitani. Certamente rendere disponibili nuovi servizi per aumentare il valore d’uso della tecnologia, aumentando il livello e la performance dell’uso della cittadinanza digitale con servizi di qualità.

Key4biz. Cosa si deve fare a livello di policy per lo sviluppo del 5G?

 

Giancarlo Capitani. Serve una visione sistemica per lo sviluppo dei nuovi servizi 5G a livello di Smart city, Logistica, servizi pubblici al cittadino. L’Italia è in buona posizione con i trial impostati su una visione sistemica condivisa. Il 5G non è soltanto velocità e bassissima latenza, è un’occasione di business per la creazione di nuovi posti di lavoro grazie ad un effetto moltiplicatore importante per la creazione di una nuova politica industriale.

Key4biz. Quale sarà l’impatto economico del 5G sull’Italia?

 

Giancarlo Capitani. Secondo stime della Commissione Europea, a livello europeo l’effetto indotto di creazione di fatturato aggiuntivo è pari a 116 miliardi di euro al 2025, a fronte di 16 miliardi in Italia dove l’impatto occupazionale è pari a 186mila nuovi posti di lavoro. Ma serve una nuova politica industriale nel nostro paese, bisogna favorire il dialogo fra pubblico e privato, fra mondo delle TLC e mondo pubblico.

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