Il brevetto depositato quel 30 marzo da Hymen Lipman è stato ripreso, poco dopo, dalla Faber-Castell con qualche aggiornamento; che non bastava però a farne un inedito. E così, nel 1875, la questione finisce in tribunale. La sentenza è amara: quella di Lipman non è stata un’invenzione, ma solo la combinazione di due prodotti che c’erano già, la matita e la gomma.
Il mondo in cui viviamo è la radiografia di tutte le nostre venature: iperrealistica e sempre aggiornata. Un po’ come il Ministero della Verità di George Orwell in “1984”, quello dove il passato veniva sempre messo al corrente.
Il tribunale ha declassato Lipman come mero assemblatore. Vogliamo invece riabilitare questa figura: con la sua ‘addizione’ ha disegnato il primo rendering del diritto all’oblio.