La vita di Anna Politkovskaja inizia a New York il 30 agosto 1958, quando viene alla luce da una coppia di diplomatici russi; si fermerà a Mosca, in una giornata di ottobre del 2006.
Nel mezzo, molti reportage e, soprattutto, tanta umanità: questo è il tocco con cui Anna si accostava alle circostanze drammatiche, come quelle della guerra in Cecenia, riportate sempre con puntualità sulla “Novaja Gazeta”. La conferma di questo approccio empatico arriva quando, nel 2002 e poi nel 2004, è chiamata dai terroristi ceceni a mediare con il governo russo, prima durante l’occupazione del teatro Dubrovka e, poi, della scuola di Beslan. Niente sarà a lieto fine, ma questa è un’altra storia.
Dal 2009, a Ferrara, “Internazionale” organizza un premio giornalistico in memoria di Anna Politkovskaja. Cade spesso in una giornata di ottobre, come quella lì del 2006 che l’ha vista andare via. Siamo nella città delle biciclette e la metafora per i candidati al premio è chiara: ogni successo è frutto di una dura pedalata, spesso in solitaria.