Al lancio della Vespa, il “New York Times” la accoglieva come il primo prodotto interamente italiano dai tempi della biga.
Aveva certamente torto, eppure sembra che i due mezzi piacciano all’estero allo stesso modo, soprattutto agli americani. Solo a New York, c’è una famosissima biga etrusca ancora ostaggio del Metropolitan (qui trafugata agli inizi del ‘900), e la stessa Vespa disegnata dall’ingegner Corradino D’Ascanio ha il suo posto d’onore al MoMa.
Ci piace pensare alla Vespa come a un musicale fracasso. La sua marmitta roboante è stata il sottofondo di film, vacanze al mare e giri sui colli. Mestoli e padelle, insomma, ci raccontano che la Vespa è sì un mezzo, ma anche il fine delle occasioni di libertà di ieri e di oggi.