Dopo l’irruzione della polizia in uno speak-easy, due musicisti rimangono senza musica e senza salario. Siamo a Chicago nel 1929 e, come se non bastasse, i nostri protagonisti sono i testimoni di una strage tra gangster. La loro fuga li metterà sui passi di Zucchero, la Marilyn Monroe di “A qualcuno piace caldo”. Parlando in gergo tecnico, l’incipit di questo film è una sapiente mixology di tutte le componenti del “Proibizionismo”. Vediamolo da vicino: dal 1919 al ’33 negli Stati Uniti venne proibito il consumo e il commercio di alcolici. Così, il dio mondano dell’alcool veniva celebrato nei retrobottega degli speak-easy, bar clandestini. La Mafia, dal canto suo, razzolava in questo enorme commercio in nero. È stato un decennio in cui i fumi dell’alcool si mescolarono a quelli delle pistole, dando origine a quell’iconografia alla grande Gatsby fatta di sigari, gessati e cappelli Fedora.
Gli speak-easy erano conosciuti anche con la variante slang di “blind pig” o di “blind tiger” (slang anche nel servizio e nella qualità dell’alcool servito). Al nostro “yellow canary”, dunque, non resta che la parte di un alieno in buona compagnia. Del resto, come si dice nel film che ha aperto la storia di oggi,“nessuno è perfetto”.