In alcuni anfratti della storia, le immagini hanno sussurrato alla scienza i suoi futuri esiti.
È quello che è successo nel 1900 all’immunologo Paul Ehrlich: i suoi disegni sul funzionamento degli anticorpi spronarono la ricerca che portò alla moderna immunologia. È nato prima l’uovo o la gallina? La scienza o la sua rappresentazione?
Ora, il recente virus si è accessoriato di un’effigie indebitamente regale, e ci auguriamo che sia presto nudo.
Il nome scientifico di quello della febbre gialla è invece togavirus; decisamente privo dello stesso potere evocativo (ci perdonino i principi del foro).
Era – ed è – trasmesso all’uomo da un mosquito e questo qui sopra ci sta già dando l’orticaria. Anche gli oggetti, insomma, funzionano come i segni nel precorrere i contenuti.
Ed è quello che abbiamo cercato di dimostrare con un po’ di carta stagnola, due lattine e dei lacci da elettricista.