Prendi il telaio di una bicicletta e ‘appendici’ sopra tutto quello che serve per sognare la velocità. È un po’ quello che sperimentarono, nel 1903, William Silvester Harley e Arthur Davidson in un garage a Milwaukee: nacque così la bici da corsa. Stante questi inizi ‘esili’, la Harley-Davidson, negli anni, ha convinto tutti sul fatto di essere un greve personaggio da strada (e questo, si badi, vale solo per la conformazione del telaio e di tutte quelle sue intestinali componenti).
La prima a fidarsi della sua robustezza, è stata la polizia americana che l’ha adottata, come mezzo ufficiale, sin dal 1907. A più di un secolo dalla fondazione, un esemplare è uscito (più o meno indenne) dal maremoto che ha colpito il Giappone l’11 marzo 2011: scaraventata in acqua dallo tsunami, la moto ha attraversato il Pacifico per approdare in Canada l’anno dopo. È malmessa, ma ancora in piedi, ed è diventata un pezzo da museo.
L’Harley-Davidson può avere un aspetto minaccioso che, come ci dimostra questa storia, è insieme stile e (profondo) uso. Non sta bene a tutti, e non tutti sono in grado di guidarla. È come un abito sartoriale: bisogna saperlo portare.