L’itinerario della prima locomotiva è stato nelle campagne inglesi, patria nell’800 di due fenomeni longevi: la regina Vittoria e la rivoluzione industriale.
È stata forse la granitica fiducia nelle possibilità future del mezzo che ha permesso al treno di resistere al primo fallimentare, esperimento. Quel 22 febbraio il “diavolo fumante” colpisce e deraglia verso un ponte; si dovrà attendere il 1831 per avere il primo prototipo perfettamente funzionante. Più velocità nel trasporto, per l’Inghilterra, voleva dire più commercio. Noi, però, vogliamo essere con i piedi un po’ meno per terra perché c’è molto altro. Il treno è stato e sarà motore dell’immaginazione e delle emozioni: un’infinità di “ultimi” baci scambiati sul binario e di addii sventolati con i fazzoletti bianchi.
«Le macchine espresso nei caffè delle stazioni ostentano una loro parentela con le locomotive»: è un’immagine di Calvino che non può che calzarci a pennello.
E il rito domestico del caffè mattutino non è forse parente prossimo del lento avvio della locomotiva nel viaggio verso il nuovo giorno?