Il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein ci ha lasciato una massima che andrebbe distillata senza parsimonia: “Ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Se parlare è inteso nel senso di argomentare, oggi, chi saprebbe spiegare cos’è Amazon? Ieri i libri, ora un carrello che trabocca di tutto, oggetti e tempo libero. Quanto al domani, forse vedremo Bezos sollazzare sul Mondo come quel giocatore di Risiko che fa man bassa di bandierine e carri armati; chi lo sa. Meglio tacere, come direbbe Wittgenstein.
Eppure, possiamo tentare di definire Amazon a partire da ciò che non è: ecco, non è una piattaforma per acquistare o vendere automobili. L’esperimento fu tentato dalla FIAT sei anni fa e il cavallo di battaglia non poteva che essere il modello che è un brand nel mondo: la nuova 500. In realtà, la formula di vendita era un ibrido, perché si preordinava il modello online (invitati da uno sconto succulento), e si completava l’acquisto dal concessionario.
E se ci collegassimo su Amazon adesso, cosa succederebbe? L’unica auto che possiamo mettere nel carrello è forse un modello come questo: oggetto che ci accompagna nei primi passi della vita, così come la 500 ha scandito, tanti anni fa, i primi passi di un Paese…