Ricordiamo quella serata con uno squillo di tromba, quello di un tale Luigi Braccioforte, musicista che già nell’inverno del ‘35 aveva suonato a Torino. Eppure, nessun italiano quella sera del ’44 varcò la soglia dell’Opera House di New York.
Quel Luigi Braccioforte era Louis Armstrong: questo era l’unico modo in cui, dal ‘36, la censura fascista permetteva di citare gli artisti stranieri. Durante quella serata epica, Armstrong non si è esibito da solo: insieme a lui c’erano anche Lionel Hampton, Artie Shaw e il clarinettista Benny Goodman. Beniamino Buonuomo al secolo italiano.