Se fossimo vissuti nell’antica Roma, da oggi sarebbe stata festa grossa. La stagione è improvvida (le giornate, del resto, sono le più corte dell’anno), così come scarso è il raccolto. Per questo, fino al 23 dicembre era il tempo della spirale liberatoria, tanto che si viveva come se il mondo fosse alla rovescia: i padroni preparavano banchetti agli schiavi, ci si scambiavano i regali e si poteva giocare ai dadi (che erano banditi tutti gli altri giorni dell’anno).
Saturno era il dio della semina e, nella paura che le anime dei defunti infestassero i raccolti, si organizzavano processioni propiziatorie. La parola d’ordine era fasto matto e, tra cembali e tamburi, iniziava anche il carnevale. Le maschere, dal canto loro, dovevano essere abbastanza mostruose da inibire gli spiritelli ondivaghi.
Sembra che i nostri antenati si erano organizzati proprio in tutto, pur di scongiurare l’apertura del vaso di Pandora…