Quando è stato lanciato il primo film degli “spaghetti-western”, il cinema italiano stava cominciando a ipotecare qualche stella sulla “Walk of Fame” con pellicole di tutt’altra pasta. Pensare a una produzione italiana, alle prese con il western, era come immaginare la controparte USA che ti sforna “Il barbiere di Siviglia”. Una cosa decisamente off-topic.
Per cui, per pubblicizzare la vicenda di Joe, il pistolero solitario che arriva in un villaggio al confine del Messico, vennero americanizzati tutti i nomi: Sergio Leone diventò Bob Robertson, Gian Maria Volonté John Wells ed Ennio Morricone Leo Nichols. Clint Eastwood (Joe), rimase l’unico in versione originale. Era l’attore che nel film aveva solo due espressioni: “una con il cappello e una senza”, come amava dire il regista.
Ma quel copricapo, dopo il servizio mimico, si concedeva anche alle migliori tortillas messicane: del resto, i soldi per il film erano pochi, ma il fake doveva essere autentico. Come pure l’arte italica dell’arrangiarsi. “Largo al factotum”, dunque: non lo diceva forse un certo Rossini?