I candidati ad un posto di commissario europeo, partono oggi le audizioni
Iniziano oggi le audizioni di conferma al Parlamento europeo dei 26 candidati commissari nella squadra di Ursula von der Leyen presentata la scorsa estate. Ciascun candidato verrà esaminato da una o più commissioni parlamentari, a seconda del portafoglio assegnato.
Sono già state inviate alla commissione giuridica, da ognuno dei potenziali commissari, le dichiarazioni di interesse ed intenti. Fondamentale sarà non avere problemi legati ad eventuali conflitti di interesse di natura finanziaria.
Il rischio infatti è essere ritenuti non idonei al ruolo di commissari. In questo caso, piuttosto raro a dire il vero, è previsto il ritiro della candidatura e una sua sostituzione.
Il 12 novembre toccherà a Fitto
Il 12 novembre toccherà a Raffaele Fitto sostenere questa specie di ‘esame orale’ all’Europarlamento. In quel giorno il vicepresidente esecutivo itlaiano designato per la Coesione e le riforme, parteciperà a un’audizione organizzata dalla commissione per lo sviluppo regionale.
Nelle sue risposte Fitto ha sottolineato l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l’Italia e per l’Unione Europea. Ha raccontato della sua esperienza in Italia, come ministro responsabile per l’attuazione del Piano (lo ricordiamo, il più grande in Europa per dimensioni e risorse finanziarie), che sarà messa a disposizione dei suoi colleghi per proseguire nel processo di stimolo della crescita economica europea dopo l’emergenza sanitaria di questi anni e per rafforzare la resilienza economica dei Paesi dell’Unione.
Ha promesso di collaborare attivamente con il candidato commissario per l’Economia e la produttività, Valdis Dombrovskis, per garantire la realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti nei PNRR europei entro la scadenza del 2026.
Sfide e soluzioni per la coesione secondo Fitto
Nelle sue risposte Fitto ha inoltre riconosciuto che la sfida principale per il futuro è garantire che gli Stati membri rispettino pienamente i loro impegni entro il 2026.
Se il nostro (quasi) ex ministro del Governo Meloni passerà l’esame, dovrà gestire un portafoglio da quasi 980 miliardi di euro: 378 miliardi (circa 43 per l’Italia) per la Coesione, più 600 miliardi per il PNRR (da condividere con Dombrovskis).
Nel documento ha proposto un “approccio più mirato e strategico” per la politica di coesione, sottolineando la necessità di allineare la politica di coesione alle priorità strategiche dell’UE, come la competitività, la transizione verde e digitale e la resilienza economica e sociale.
Ha riconosciuto l’importanza di semplificare i processi e ridurre gli oneri amministrativi per rendere la politica di coesione più efficiente. Questo faciliterà l’accesso ai fondi per i beneficiari, in particolare per le piccole e medie imprese e le comunità locali.
Nelle sue dichiarazioni, Fitto si impegnerà a mantenere un solido controllo finanziario e a garantire che ogni investimento dimostri il suo valore aggiunto europeo. Sarà importante monitorare e valutare l’impatto della politica di coesione per garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficiente e responsabile.
A livello regionale, in chiave di rafforzamento della coesione, ha proposto di sfruttare internet ad alta velocità e reti 5G per affrontare il problema del digital divide nelle aree rurali; di promuovere l’innovazione per creare posti di lavoro e trattenere i giovani talenti; di accelerare lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, con particolare attenzione alla transizione verde e digitale, favorendo gli investimenti nelle energie rinnovabili, nei trasporti sostenibili e nella protezione ambientale, convito che miglioreranno le condizioni di vita e creeranno nuovi posti di lavoro verdi; di promuovere lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, con particolare attenzione alla transizione verde e digitale.
PNRR, le ombre su quanto fatto in Italia
Riguardo al PNRR, Fitto ha scritto che alla fine di agosto 2024 lo strumento aveva erogato agli Stati membri oltre il 40% dei fondi impegnati, quasi il 50% delle sovvenzioni e oltre il 30% dei prestiti.
“L’obiettivo è e resta quello di raggiungere la piena attuazione degli impegni e quindi l’esborso integrale dei fondi impegnati nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza”, ha sottolineato Fitto aggiungendo che in caso contrario sarà suo compito dialogare direttamente con ogni singolo Stato per rinegoziare obiettivi e relative risorse.
Secondo Openpolis, che aveva richiesto l’accesso agli atti (Foia) riguardanti i progetti finanziati con il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per conoscere nel dettaglio la spesa sostenuta per ogni singolo intervento, al 30 giugno 2024 era stato erogato solo il 26% dei fondi.
Il problema è che il Governo non ha fornito i dati richiesti e inoltre i termini per il monitoraggio stabiliti per legge dal Governo stesso sono già ampiamente scaduti. L’impressione di Openpolis è che le gravi carenze nella trasparenza siano il risultato di una scelta politica.
Se questa impressione troverà conferma si dovrà capire quali potranno essere le conseguenze non solo per il nostro Paese (e già basterebbe per preoccuparsi) e per il (potenziale) commissario Fitto.