Recuperare il terreno perso con gli altri Paesi del mondo che già stanno investendo massicciamente sulla futura rete 6G. Questo l’obiettivo che si è imposta sin da ora l’Unione europea (Ue), che vuole guadagnare in innovazione e competitività nei confronti di Cina, Giappone e Corea del Sud.
Il 6G europeo
A partire dal prossimo 1° gennaio 2021 prenderà il via il progetto europeo “Hexa-X”, il primo sul 6G, finanziato con 12 milioni di euro, che vede coinvolti più di 25 partner, tra cui i giganti della telefonia Nokia, Ericcson e Intel, e centri di ricerca come le Università di Pisa, Dortmund, Madrid e il politecnico di Torino.
Il progetto fa parte del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Ue ed è finalizzato ad assicurare la gestione efficiente del crescente traffico dati generato dalla grande quantità di dispositivi connessi, grazie ad una velocità superiore a quella attesa della rete 5G ancora in via di implementazione a livello mondiale.
In effetti, il 5G è ancora in via di dispiegamento e già parliamo della successiva generazione di rete? Sì, perché, come ha spiegato Giovanni Stea, docente di Ingegneria Informatica e responsabile del progetto per l’Università di Pisa: “Per gestire questo enorme traffico dati non basteranno le capacità di elaborazione del 5G. Sarà compito del 6G vincere questa sfida ingegneristica e computazionale”.
Intelligenza artificiale e guida autonoma
Tra i settori che vedranno impiegati i ricercatori italiani ed europei c’è la guida autonoma e connessa e le nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale.
“Un esempio concreto delle potenzialità del 6G – ha affermato Stea – ci viene fornito dalle auto a guida autonoma: per fare in modo che la circolazione sulle strade avvenga rapidamente e in sicurezza, tutte le auto dovranno essere connesse tra di loro e ricevere e inviare costantemente e istantaneamente informazioni relative alla propria posizione, ai semafori, alle altre vetture e a molto altro”.
L’altro pilastro, come detto, è l’intelligenza artificiale: “Il ruolo dell’Università di Pisa riguarderà lo studio e lo sviluppo di metodi e architetture di intelligenza artificiale per realizzare reti sempre più efficienti e servizi di nuova generazione per gli utenti”, ha precisato Francesco Marcelloni dell’ateneo toscano.
“Le potenzialità sono immense – ha aggiunto – oltre alle citate automobili a guida autonoma, c’è il potenziamento di vari settori già interessati dal 5G, tra cui l’Internet of Things, l’Industria 4.0, la salute, il benessere e l’intrattenimento”.
Ulteriori applicazioni del 6G
Ulteriori ambiti di impiego della rete 6G, infine, potrebbero essere relativi all’intelligenza della rete e alla velocità di connessione, ma anche alle smart city, alla protezione dei dati degli utenti e all’impatto delle tecnologie ICT sull’ambiente, progettando un’infrastruttura digitale ottimizzata per un basso consumo energetico, per offrire all’industria, alla società e alla politica strumenti avanzati di decarbonizzazione per una trasformazione dell’economia allo stesso tempo digitale e verde.