Trasporto aereo e inquinamento
Secondo il rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), l’aviazione civile vale il 13% delle emissioni di CO2 dell’intero comparto dei trasporti.
Nonostante il traffico aereo e marittimo siano responsabili di meno del 4% del totale delle emissioni di gas serra dell’UE, tra le fonti di emissioni che contribuiscono al cambiamento climatico sono state le più rapide a crescere, praticamente sono più che duplicate negli ultimi 30 anni.
Già dal 2019, le emissioni derivanti dai trasporti aerei e marittimi internazionali erano cresciute rispettivamente del 146% e del 34% rispetto al 1990.
Per uscire da questa situazione ed invertire il trend negativo delle emissioni inquinanti l’Unione europea ha puntato sull’idrogeno e sui carburanti alternativi a basso impatto ambientale.
Idrogeno verde per decarbonizzare i voli
A riguardo, una delle prime applicazioni dell’idrogeno verde nell’aviazione civile è stata annunciata congiuntamente da Rolls-Royce e easyJet, con il test a Boscombe Down, sito del ministero della Difesa, nel Regno Unito.
Il motore è stato fornito dalla casa automobilistica, mentre l’idrogeno verde è stato ottenuto da fonti energetiche rinnovabili e fornito dall’Emec, tramite impianti eolici offshore e il moto ondoso (energia mareomotrice).
Secondo stime diffuse dall’Unione, i primi voli di linea alimentati con idrogeno verde potrebbero prendere il via entro il 2035, per tratte sotto i 3 mila km, quindi voli interni. Con molta probabilità, entro il 2040 si passerà a tratte più lunghe, attorno ai 7 mila km.
Entro il 2050, infine, si stima che circa il 40 % della flotta aerea europea potrebbe essere alimentata ad idrogeno. Un traguardo di estrema rilevanza, che se raggiunto consentirebbe all’Europa di candidarsi concretamente a primo continente carbon neutral al mondo.