La filiera dell’idrogeno va sviluppata rapidamente per dare supporto concreto ai difficili quanto ineluttabili processi di transizione energetica ed ecologica annunciati dai Paesi ad alto tasso di industrializzazione e dall’Unione europea, gli Stati Uniti e la Cina.
Traguardi storici, che per essere raggiunti necessitano di ingenti investimenti, innovazione tecnologica, nuovi scenari regolatori e amministrativi, ma anche nuove fonti energetiche. L’idrogeno, nello specifico l’idrogeno verde, sembra poter ricoprire un ruolo chiave in questa transizione epocale all’era digital&green.
“Pianete Idrogeno”, lo speciale dell’ENEA
Secondo quanto contenuto nel nuovo speciale dell’Enea dal titolo “Pianeta idrogeno”, disponibile online sul sito dell’agenzia, il mercato dell’idrogeno solo per l’Italia potrebbe generare da 300 a 500 mila posti di lavoro in più entro il 2050.
“La strategia europea per l’idrogeno ha un duplice obiettivo: da un lato, sostenere l’uso dell’idrogeno in sostituzione ai combustibili fossili, e dall’altro decarbonizzarne la produzione, dando priorità all’idrogeno verde (prodotto da energia rinnovabile), ma considerando anche altri processi produttivi a basso contenuto di carbonio”, ha spiegato in un articolo pubblicato nello speciale Federico Testa, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente ENEA.
“L’idrogeno verde può contribuire a processi industriali più sostenibili e puliti, all’affermazione di una mobilità a zero emissioni, alla riduzione dell’inquinamento generato dal riscaldamento domestico, ad assicurare flessibilità e resilienza del sistema energetico grazie alla sua capacità di agire come elemento di congiunzione tra il settore del gas e quello elettrico”, ha aggiunto Testa.
A livello di Unione europea, l’industria dell’idrogeno potrebbe dare lavoro a 5 milioni di addetti, arrivando a coprire il 24% della domanda finale di energia, contribuendo ad evitare 560 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in atmosfera.
La transizione green dell’Europa
Ricordiamo che l’Europa, con il Green New Deal, si è candidata a diventare nel 2050 il primo continente al mondo ad impatto climatico zero. Un target a dir poco ambizioso, ma che se raggiunto in tempo potrebbe garantire enormi vantaggi per gli Stati dell’Unione, dalla salute delle persone e dell’ambiente in cui viviamo, a quella degli ecosistemi, fino alla leadership in alcuni settori strategici, tra cui quello dell’energia pulita.
Il nostro Paese, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza o Pnrr, nel quadro della Missione Transizione e mobilità sostenibile, ha stanziato circa 3,6 miliardi di euro proprio per promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno.
Sburocratizzare e semplificare iter autorizzativo per impianti e infrastrutture
Non è però solo un discorso di investimenti e tecnologie, ha precisato Testa: “è necessario intervenire contestualmente sugli aspetti normativi, regolatori ed incentivanti per traguardare gli obiettivi fissati. È fondamentale sburocratizzare, semplificare ed armonizzare gli iter autorizzativi per la realizzazione di impianti ed infrastrutture, garantendo tempi certi e rapidi”.
“Occorre anche promuovere un rapporto più stretto e continuativo tra ricerca e sistema industriale, realizzare una governance adeguata a rafforzare l’efficacia e l’efficienza delle strategie adottate, dare continuità e coerenza alle policy introdotte nella prospettiva di un reale cambio di paradigma per progettare un futuro sostenibile”, ha proseguito il Presidente dell’Enea.