“Un anno fa qui a Comolake abbiamo messo al centro il tema delle tecnologie e del digitale. Abbiamo parlato della necessità di collaborare per riuscire ad accelerare lo sviluppo del Paese. La audience di quest’anno è ancora più importante e ancora più completa: questo denota la capacità dell’Italia di poter esprimere talenti, ragionamenti e sicuramente competenze in quello che il Governo ha messo molto in evidenzia; il ruolo dell’AI per una crescita sostenibile dell’Italia”.
Lo ha detto Maximo Ibarra, Ceo del gruppo Engineering, durante il suo intervento alla seconda edizione di ComoLake 2024.
“Oggi almeno il 50% delle aziende, se non di più, ha spiegato Ibarra, cominciano a ragionare sull’AI. Se non attraverso implementazioni, almeno attraverso i ragionamenti. E sappiamo che i tre casi d’uso principali sono fondamentalmente quelli legati all’automazione dei processi, il tema legato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale predittiva (machine learning) per riuscire ad avere delle previsioni molto più accurate rispetto a prima. E soprattutto anche miglioramento di quello che sono i servizi, i prodotti che vengono offerti e il miglioramento dei rapporti con il cliente (customer service)”.
Per il Ceo del Gruppo Engineering “Già oggi le aziende che utilizzano l’Intelligenza artificiale hanno un incremento della produttività che va dall’1 al 5%: si tratta di cifre molto importanti perché cresceranno sempre più. Sembrano percentuali molto basse, ha spiegato Ibarra, ma in realtà sono molto importanti perché potete immaginare un punto percentuale di miglioramento nella produttività, quale l’impatto sulla profittabilità e quale l’impatto sulla competitività. E’ previsto che nei prossimi 18/24 mesi questa percentuale diventi il 10%. Una rivoluzione, spiega l’Ad rispetto all’1/5% che abbiamo in questo istante. Se guardiamo anche i dati che sono stati pubblicati da altri istituti, nei prossimi anni 10-15 anni l’Italia potrebbe avere un incremento del proprio PIL del 18%”.
“Come poter far diventare queste stime realtà? Diciamo che ci sono tre assi rilevanti. Il primo, ne ha parlato ieri il Sottosegretario all’innovazione tecnologica Alessio Butti, l’Italia è stata protagonista per quanto riguarda l’AI ACT europeo. Adesso però bisogna superare quelle barriere che esistono a livello europeo e che impediscono di poter costruire dei modelli linguistici che possono utilizzare i dati di tutti i Paesi europei. Il secondo aspetto riguarda il maggior bilanciamento tra il tema della regolamentazione e la spinta dell’innovazione. Non dico nulla di nuovo però penso che questo sia l’aspetto fondamentale. Quindi far si che ci sia una maggior armonizzazione delle legislazioni nazionali. Noi dobbiamo far si che l’Italia possa diventare un area geografica nella quale gli investimenti possano avvicinarsi a quello che accade negli Stati Uniti o in Cina. Oggi l’Europa investe un quinto di quello che investono gli Statu Uniti in tecnologia e investe 1/50esimo di quello che si investe in intelligenza artificiale”.
“Un altro aspetto è quello degli investimenti, aspetto che va in tre direzioni diverse. Il primo: investimenti in tecnologia e sviluppo. Tanto è stato fatto per quanto riguarda l’incentivazione delle startup. Questo va dato merito a quello che è stato fatto dal Governo, dalle attività promossa dal sottosegretario Butti. Ma è chiaro che va fatto ancora molto altro. Accelerare ad esempio il concetto del Digital First, che non è un claim: significa semplicemente che tutto quello che viene pensato, immaginato ad esempio nella Pubblica Amministrazione deve essere improntato all’utilizzo del digitale e dell’AI. Questo chiaramente permetterà agli operatori privati di potersi adeguare e quindi sostenere questo sforzo rilevante”.
“Infine c’è un altro aspetto, quello legato alle collaborazioni. In questo momento noi possiamo cooperare, collaborare di più non soltanto tra Istituzioni e privati, ma lavorare sulla falsa riga di qualcosa che Engineering ha fatto con un altro primario operatore del settore: “Alleanza Digitale per l’Italia”, una partnership aperta a tutti per accelerare la digitalizzazione del Paese attraverso l’utilizzo delle risorse del PNRR”.
“Se facciamo questo sforzo insieme l’accelerazione dello sviluppo dell’Italia e del ruolo da protagonista del nostro Paese in Europa e nel G7 per quanto riguarda il digitale potrà darci dei risultati che sono in linea con le stime di cui ho parlato all’inizio”, ha concluso Ibarra.