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IA e sanità digitale, premiata la Fondazione Bruno Kessler

Il team composto da ricercatori del laboratorio e-health del Centro ICT della Fondazione Bruno Kessler e del TrentinoSalute4.0 (FBK e TS4) ha vinto il primo premio al “Critical Care Datathon” di Milano, evento europeo organizzato per la prima volta in Italia dalla Società Europea di Medicina Intensiva (ESICM) e dall’MIT, il Massachusetts Institute of Technology di Boston (USA), dedicato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA), dei big data e del machine learning/deep learning in terapia intensiva.

Dall’1 al 3 febbraio 2019, Seyedmostafa Sheikhalishahi, studente di dottorato, e Behrooz Mamandipoor, studente di Master, sotto la supervisione del tutor Venet Osmani, assieme a una squadra di medici che completava il team della Fondazione BK e di TS4, hanno sfidato oltre 300 studiosi provenienti da tutto il mondo esperti dell’argomento.

La sfida aveva come obiettivo l’analisi e la comprensione di come i grandi database e le più moderne tecnologie informatiche possono supportare i medici per migliorare la qualità delle cure in un’area clinica particolarmente delicata come la terapia intensiva.

Ai diversi team è stata assegnata una domanda clinica a cui i partecipanti, ciascuno secondo le proprie capacità e conoscenze, hanno dovuto rispondere, fornendo una soluzione innovativa a un dato problema.

La squadra FBK-TS4, si legge in una nota della Fondazione, aveva il compito di “sviluppare un algoritmo per predire la necessità di analisi del sangue arterioso nei pazienti critici”.

Per vincere la sfida, “il gruppo di lavoro ha utilizzato il plasma del lattato come indicatore della gravità della malattia (più la patologia è grave, più il tasso di lattato è alto) e creato un modello computazionale per prevedere il momento ottimale per effettuare l’analisi dei gas nel sangue”.

Nella sfida a tempo, riporta il comunicato, i team di esperti e scienziati, alcuni provenienti da note istituzioni come l’Università di Harvard e Cleveland Clinic, hanno creato “un “algoritmo intelligente” per risolvere alcuni scenari che si verificano generalmente in terapia intensiva, utilizzando dati anonimi di quasi 40.000 mila pazienti, messi a disposizione dal MIT”.

L’applicazione dell’IA in sanità e medicina, già impattate in maniera crescente della digital transformation e le sue tecnologie, potrebbe nei prossimi anni essere molto utile agli addetti ai lavori, medici e specialisti, proprio per “individuare la terapia più corretta e suggerire per esempio la giusta dose di farmaci da somministrare, incrociando milioni di informazioni che si estendono non solo alla patologia, ma anche alla necessità, a fattori genetici predisponenti del paziente, massimizzando l’efficacia e minimizzandone i rischi”.

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