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IA e coronavirus, le nuove tecnologie a supporto dei ricercatori

L’emergenza coronavirus ha sconvolto il mondo, causando migliaia di vittime e mettendo a dura prova le economie dei Paesi colpiti. Allo stesso tempo, però, la crisi mondiale offre anche l’opportunità di sperimentare le nuove tecnologie per trovare soluzioni efficaci in tempi rapidi.

IA: il nuovo database Cord-19

In questo senso, l’Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca lo scorso lunedì ha esortato i ricercatori a utilizzare l’intelligenza artificiale per analizzare circa 29.000 articoli accademici inseriti nel database CORD-19 e dare risposte certe alle domande cruciali sull’epidemia di coronavirus.

Ampia collaborazione

La creazione del database, sollecitata dall’ufficio della Casa Bianca, ha visto la collaborazione e il contributo di organizzazioni che coprono diversi settori, poste tutte sotto il coordinamento della Georgetown University: Microsoft, l’Allen Institute for AI, istituto di ricerca fondato dal co-fondatore della Microsoft Paul Allen che ha trasformato il contenuto degli articoli in una forma leggibile da una macchina, la National Library of Medicine del National Institutes of Health, che ha garantito l’accesso alla letteratura scientifica, e infine la Chan Zuckerberg Initiative, fondata dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg.

L’iniziativa è stata supportata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dai Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) che hanno affermato di voler contribuire per comprendere meglio le origini e la trasmissione del coronavirus e favorire lo sviluppo di un vaccino. 

L’obiettivo della Casa Bianca è quindi di dare potere agli scienziati e ai professionisti del settore per trovare soluzioni in modo rapido a un’epidemia che inizia a diffondersi anche negli Stati Uniti.

Dal punto di vista pratico, le domande cruciali a cui si vuole rispondere sono inserite su Kaggle, la community su machine learning e IA di proprietà di Google, e i ricercatori, da ogni parte del mondo, potranno dare la propria risposta dopo aver consultato i dati sintetizzati dal software. 

Tuttavia, prima che possa riassumere i dati, il software di apprendimento automatico deve analizzare milioni di elementi di contenuto simili. Per facilitare il compito delle macchine, dunque, sono stati inclusi nel nuovo database solo 13.000 articoli sul coronavirus nella loro interezza.

Si prevede comunque di mantenere in costante aggiornamento il database tramite l’inserimento di altri contributi scientifici sul tema.

Cord-19 non è l’unico caso

Sul piano generale, l’utilizzo di queste nuove tecnologie non è nuovo. Il Machine Learning ad esempio è già utilizzato in campo medico e in altri settori per analizzare grandi quantità di dati e testi, sintetizzarli e sviluppare delle soluzioni.

Anche nella crisi attuale, l’iniziativa del governo statunitense non è l’unico esempio di utilizzo della intelligenza artificiale. Già nel mese di dicembre, la HealthMap, una tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata dalla Harvard Medical School, aveva individuato i primi segni della diffusione del coronavirus a Wuhan, in Cina.

In altri casi, l’IA è utilizzata per tracciare il sentiero economico dei Paesi. In particolare, WeBank, la prima banca online privata in Cina, sta utilizzando l’IA per prevedere l’imminente ripresa dell’economia cinese dalla crisi causata dal COVID-19.

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