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I sindacati alla kermesse Rai del concertone del 1° maggio

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Nemmeno una parola sullo sciopero indetto per il 26 maggio da Cgil, Cisl e Uil sui futuri aleatori di Viale Mazzini. Laganà (cda Rai): ennesima dinamica di esternalizzazione.

Questa mattina a Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della manifestazione canoro-politica del 1° Maggio, “Festa dei Lavoratori”, organizzata da Rai, di intesa con la triade sindacale Cgil, Cisl, Uil.

L’occasione è stata ghiotta per i tre segretari generali confederali, che hanno manifestato una serie di articolate critiche nei confronti delle politiche del lavoro del Governo guidato da Giorgia Meloni.

In particolare, il Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini ha denunciato la crescente precarizzazione del lavoro, a cui ha attribuito anche la conseguente sempre più diffusa denatalità del nostro Paese. Ha fortemente criticato le sperequazioni in materia di contribuzione fiscale, sostenendo che i livelli di tassazione dovrebbero essere identici per tutti i cittadini, per classi di reddito, indipendentemente dalla tipologia professionale e dalla fonte reddituale: qual è la logica secondo la quale, per esempio, le rendite finanziarie vengono tassate meno dei redditi da lavoro?!

Passando dai temi “macro” (il Responsabile Rai per la Sostenibilità, Egs Roberto Natale ha rimarcato come la tv pubblica sia sensibile alle tematiche del lavoro al di là del Concertone) a quelli più specificamente “spettacolari”, si segnala come l’iniziativa del Concertone del Primo Maggio, affidata da anni alla società iCompany srl di Massimo Bonelli si ponga indubbiamente come eccezionale occasione per la Rai per cercare di “riacchiappare” gli spettatori più giovani, sempre più sedotti da YouTube, Spotify, TikTok e dalle piattaforme come Netflix ed Amazon Prime

Rai cerca di catturare i “target non consueti”, ovvero i giovani sedotti dal web e dalle piattaforme. La kermesse costa circa 500.000 euro, ma Rai ricava 1 milione di euro dalla pubblicità

La kermesse consente a Viale Mazzini di “catturare” quelli che – nello slang pubblicitario – vengono definiti “target non consueti” per Rai.

L’iniziativa beneficia di una buona ricaduta di audience e certamente di una buona rassegna stampa e web, ma appare un po’ curioso che sia di fatto un appalto totale affidato ad una società esterna.

Ed è opinabile che la selezione degli artisti sia autocraticamente decisa dal manager della società, ovvero da Massimo Bonelli, la cui competenza ed esperienza non sono qui messe in dubbio.

Come ci ha precisato Stefano Coletta (sempre colto ed elegante nelle sue affabulazioni), Direttore Intrattenimento Prime Time, Rai si limita ad acquistare i diritti di trasmissione da iCompany srl, ovvero un “pacchetto” già confezionato. Anche se il regista del programma è un interno Rai.

Alla domanda sul costo per Rai, Coletta non ha risposto, limitandosi a sostenere che i costi sono “sempre gli stessi da alcuni anni”.

Fonti non ufficiali ci segnalano che il costo per Rai è nell’ordine di 500.000 euro.

Abbiamo chiesto quale fosse il costo dei singoli artisti scelti da Bonelli – ovvero il cachet – e abbiamo ricevuto risposte un po’ contraddittorie: Coletta ci ha infatti risposto che alcuni artisti venivano remunerati e altri no, evidentemente in funzione della notorietà e del loro valore sul mercato musicale; Bonelli invece ci ha poi precisato che una delle condizioni per partecipare alla kermesse, da lui imposta, è l’assenza di cachet e l’offerta di un mero rimborso spese.

Il business complessivo dell’operazione può essere stimato nell’ordine di circa 1 milione di euro, ma una previsione dei ricavi pubblicitari che derivano per Rai consente di quantificare un ricavo complessivo di oltre 1 milione di euro per Viale Mazzini…

Se queste stime sono attendibili, l’operazione è senza dubbio “in utile” per viale Mazzini, anche dal punto di vista economico, oltre ai benefici di immagine.

I ricavi dei molti sponsor (affollata la cartellina stampa) vanno invece a tutto vantaggio della iCompany srl di Massimo Bonelli: Intesa Sanpaolo, Unipol, Diadora, Just Eat, Brosway, EutouristNew, Mangiatorella, OptionOne, Rockol e Webbo come “media partner”, nonché i “main partner” Siae (Società Italiana degli Autori e Editori), cui si associa anche Nuovo Imaie….

9 ore di musica, oltre 50 artisti, diretta Rai 3 dalle 15:15 alle 00:15…

I numeri essenziali della kermesse: 9 ore di musica dal vivo ed oltre 50 artisti della scena attuale. Il Concertone, giunto all’edizione n° 33, si tiene come sempre nella grande Piazza San Giovanni, e va in diretta su Rai 3, Rai Radio 2, RaiPlay e Rai Italia da Piazza San Giovanni. La parte del leone la farà Rai3, come sempre: dalle ore 15.15 alle 00.15, con una pausa dalle 19.00 alle 20.00, per le edizioni dei Telegiornali…

L’elenco degli artisti coinvolti è senza dubbio notevole: tra tutti spiccano senza dubbio Emma, Tananai, Levante, Baustelle, Gabbani e, tra i più giovani, Ariete, ComaCose, Karl Brave, Lazza, Hunt. Tra gli autori più “alti” (almeno a livello di testi) Paolo Benvegnù. In forse la partecipazione di Ligabue, il cui nome circola da giorni.

Il cast di quest’anno è pieno di idoli dei “teenager”, anche se non mancano nomi che hanno fatto la storia della musica italiana, da i Righeira, a Piero Pelù, passando per i Baustelle.

In apertura dalle 14, saliranno sul palco Leo Gassman, Iside, Savana Funk, Camilla Magli, Wepro.

Dalle ore 15, arriveranno invece: Aurora, Lazza, Coma_Cose, Geolier, Emma, Carl Brave, Tananai, Francesco Gabbani, Ariete, Mr. Rain, Piero Pelù con Alborosie, Matteo Paolillo, Righeira, Mara Sattei, Il Tre, Baustelle, Levante, Aiello, Rocco Hunt, Bnkr44, Gaia, Alfa, Giuse The Lizia, Fulminacci, Mille, Neima Ezza, Rose Villain, Wayne, Ciliari, Tropea Napoleone, Uzi Lvke, L’Orchestraccia, Epoque, Ginevra, Serendipity, Paolo Benvegnù. Inoltre, si esibiranno anche Etta, Maninni, Still Charles e Hermes. Nella pausa delle 19, ci sarà il “dj set “di Ema Stokholma.

Quest’anno la manifestazione è dedicata anche alla Costituzione ovvero ad “un tema fondamentale”  come lo ha definito Coletta, quello esposto dall’Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Questo è lo slogan del Primo Maggio 2023 scelto da Cgil, Cisl e Uil, che sostengono la manifestazione.

Il tema del lavoro e della Costituzione, al centro delle intenzioni “comunicazionali” di Cgil, Cisl, Uil

Abbiamo scelto di richiamare la Costituzione in occasione dei suoi 75 anni – ha spiegato Maurizio Landini, leader della Cgilperché ci sembra il punto di fondo, e perché, mai come adesso, c’è troppo lavoro precario e si continua a morire sul lavoro. Non tutti hanno gli stessi diritti, e, per questo, rimettere al centro l’idea dei padri costituenti, cioè che è il lavoro che permette di realizzarsi e vivere con dignità, diventa un elemento per migliorare e accrescere la nostra democrazia”. La Costituzione “per noi è la bussola di riferimento”, ha sostenuto Luigi Sbarra, Segretario nazionale della Cisl: “non va solo letta, va vissuta, va difesa, va valorizzata nei valori e nei principi, soprattutto per le nuove generazioni. La Costituzione rimane il grande faro di civiltà per il nostro Paese”. Ha sostenuto il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “i temi che noi abbiamo posto riguardano la Costituzione perché, citando Pertini, ‘la Costituzione è un gran bel documento, ma va messa in pratica affinché non sia solo inchiostro sulla carta’. Abbiamo dimenticato troppo presto la pandemia, negli ultimi tempi abbiamo avuto due milioni di persone che si sono dimesse dal lavoro per capire come riarticolare i rapporti lavoro-vita. Quale oggi il rapporto tra lavoro e dignità delle persone? C’è una situazione che riguarda la perdita del potere d’acquisto, c’è il problema del ‘lavoro povero’ in questo Paese, abbiamo tantissimi giovani che non hanno lavoro o che l’hanno precario”.

Massimo Bonelli (iCompany), che è “Direttore Artistico ed Event Manager” della kermesse ha dichiarato: “è stato un percorso difficile riportare il 1° maggio a parlare dell’oggi. Cerchiamo di mettere insieme la musica passata e presente. Ci sono tanti artisti emergenti, che hanno avuto la prima vetrina nazionalpopolare sul palco del Concertone. Quest’anno la difficoltà più grande è stata dire ‘no’ pesanti a molti artisti. Prima, dovevamo cercarli per portarli sul palco… adesso, sono loro che si presentano in tanti. Lo scopo del Primo Maggio è far divertire il pubblico, lanciando messaggi importanti e invitandolo a impegnarsi”.

Qualche perplessità, sui “testi” dei rapper e trapper coinvolti e sull’eccesso di esternalizzazione nei palinsesti Rai

Conclusivamente, assisteremo certamente ad una gran bella parata di “musica giovane”, anche se sarebbe interessante un’analisi “contenutistica” dei testi dei “rapper” e “trapper” coinvolti, che non sempre ci sembra convergano su una idea di società inclusiva, equa e meritocratica… Già l’anno scorso, su queste colonne, manifestammo una qualche perplessità: si rimanda all’articolo pubblicato il 2 maggio 2022 su “Key4biz”, intitolato “Il Concertone del 1° maggio non fa il pieno di audience. La formula va rivista?”. Sottotitolo: “Oltre 100mila persone in Piazza San Giovanni ieri a Roma, ma un format che non convince più, essendo ormai diluita anche l’anima ideologica. L’anno scorso 1.221 morti sul lavoro”.

Non è comunque in dubbio il dato di fatto ovvero che verosimilmente iCompany sia l’unica società di spettacolo in Italia in grado di organizzare una simile kermesse a fronte di un costo non particolarmente oneroso per Rai, ma si tratta comunque di una ennesima riprova di quei processi di eccessiva “esternalizzazione” nella produzione, che caratterizzano troppa parte dei palinsesti Rai, come denuncia da anni il Consigliere di Amministrazione (eletto dai dipendenti) Riccardo Laganà – oggi presente durante la conferenza stampa presso il Salone degli Arazzi di Viale Mazzini – anche rispetto al crescente strapotere di alcune società di produzione (spesso non italiane) e di alcuni agenti di spettacolo (che finiscono per paradossalmente “dettare” a Rai i suoi stessi palinsesti). Torneremo presto su queste tematiche.

Nonostante sia stato sollecitato da una nostra domanda, nessuno dei tre segretari confederali si è pronunciato sull’annunciato sciopero Rai proclamato dalla triade sindacale per il 26 maggio, esattamente tra un mese, sui “futuri possibili” del servizio pubblico radio-televisivo, con temi delicati e scottanti come il “piano industriale” ed il “contratto di servizio”…

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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