Tendiamo a fidarci delle macchine e dei robot quanto più li sentiamo simili a noi e ci emozionano. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Università di Pisa pubblicata su Scientific Reports e condotta insieme alle Università di Londra, Malaga e Jena.
“I risultati hanno dimostrato che i partecipanti tendono a fidarsi maggiormente del robot umanoide (e quindi delle sue promesse) rispetto ad altri tipi di agenti artificiali – sottolinea Caterina Giannetti, ricercatrice di economia applicata dell’Ateneo pisano – e questo proprio in virtù della somiglianza con gli esseri umani e della capacità di suscitare emozioni”. Le conclusioni dello studio, si osserva, “tendono dunque a smentire alcune vecchie teorie secondo le quali gli agenti artificiali troppo simili all’uomo possono ‘spaventare’, e questo aprirebbe nuove prospettive sull’impiego dei robot umanoidi in diversi contesti ad esempio per assistere le persone in banca o presso altre società di servizio o come supporto all’interno dei gruppi di lavoro”.
Il team di economisti comportamentali e bioingegneri dell’Ateneo pisano ha replicato uno esperimento molto noto in economia per analizzare la tendenza a fidarsi delle promesse. Il test, che prende il nome di due economisti, Gary Charness e Martin Dufwenberg, ha coinvolto circa 160 studenti dell’Università di Pisa che sono stati messi alla prova in diversi tipi di interazione: fra umani, fra umani-computer e umani-robot umanoide.