Usa, Trump vuole revocare l’accesso alle informazioni riservate agli ex funzionari d’intelligence
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta considerando di revocare i “security clearance” – l’autorizzazione ad accedere alle informazioni di sicurezza riservate – ad alcuni degli ex funzionari dell’intelligence che lo hanno attaccato anche duramente, specie in merito alle presunte interferenze elettorali della Russia. Tra i nomi spiccano quelli dell’ex direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi) James Comey, dell’ex direttore della Central Intelligence Agency (Cia) John Brennan – che a Trump ha rivolto attachi feroci tramite i social network, accusandolo apertamente di tradimento – e di altri cinque funzionari della sicurezza nazionale dell’era di Obama, che pur non essendo piu’ membri dell’intelligence o delle istituzioni continuano ad accedere liberamente alle informazioni riservate per pratica consolidata. A riferirlo e’ stata la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, durante una conferenza stampa lunedi’, 23 luglio. “Non solo il presidente sta cercando di togliere il nulla osta per la sicurezza a Brennan, ma sta anche esaminando le autorizzazioni di Comey, Clapper, Hayden, Rice e McCabe”, ha detto la Sanders. Lunedi’, il senatore libertario statunitense Rand Paul ha sollecitato Trump a revocare l’autorizzazione di cui dispone Brennan, sottolineando che ne ha fatto uso, tra le altre cose, per guadagnare denaro come opinionista televisivo. “Il presidente sta esplorando i meccanismi per rimuovere il nulla osta di sicurezza perche’ hanno politicizzato e in alcuni casi monetizzano il loro servizio pubblico e le autorizzazioni della sicurezza”, ha spiegato la Sanders.
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Venezuela e il disastro economico, il Fmi prevede un’inflazione vicina a quota 1.000.000 per cento
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Il disastro economico del Venezuela, in ginocchio a causa di una profonda crisi istituzionale, continua a crescere. Il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel suo rapporto di aggiornamento sulle prospettive dell’economia globale, stima un calo del Pil del 18 per cento nel 2018 e un insopportabile aumento dei prezzi con un’inflazione che vola vicino alla quota del 1.000.000 per cento a chiusura dell’anno. Nelle ultime previsioni diffuse ad aprile, l’organismo diretto da Christine Lagarde aveva ipotizzato un Pil in calo al 15 per cento e un’inflazione del 13.800 per cento. “La situazione e’ simile a quella registrata nella Germania del 1923 o nello Zimbabwe del 2008”, ha commentato Alejandro Werner, economista del Fondo, a capo del dipartimento che segue l’evoluzione dei paesi dell’America Latina. I prezzi, scrive “El Pais” citando il Fmi, sono ormai fuori controllo e il denaro perde valore ad una velocita’ esponenziale man mano che cala la domanda interna. Il salario minimo in Venezuela e’ pari a 5,19 milioni di bolivares, circa 1,3 euro, una cifra con cui non possibile neanche comprare una scatoletta di tonno, il cui valore supera i 6 milioni di bolivares. Il presidente Nicolas Maduro aumenta periodicamente gli stipendi piu’ bassi ma l’effetto che produce sul mercato e’ ben lontano dal placare le conseguenze dell’iperinflazione.
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Spagna, Puigdemont minaccia la tenuta del governo Sanchez
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – L’ex leader catalano, Carles Puigdemont, si prepara alla resa dei conti con il premier spagnolo, Pedro Sachenz, reo di aver sostenuto l’articolo 155 che ha messo fine al suo ruolo di presidente della Generalitat. Dopo aver preso il controllo del Partito democratico catalano (PdeCat), attraverso l’elezione ai vertici dei suoi fedelissimi, Puigdemont ha ordinato agli otto deputati al Congresso di bloccare l’azione del governo socialista, in quanto non sarebbe sufficientemente compiacente rispetto alle richieste dei separatisti. Lo rende noto il quotidiano “El Mundo”, ricordando che senza i voti dei catalani, Sanchez non ha i numeri per governare. Una volta rovesciata Marta Pascal, coordinatrice generale della formazione, l’ex leader, scappato in Germania per sfuggire alla giustizia spagnola, ha ora il controllo diretto degli otto parlamentari PdeCat e puo’ influire direttamente sull’aritmetica del Parlamento, tenendo in ostaggio il debole esecutivo di Sanchez. La nuova vicesegretaria di partito, Miriam Nogueras, ha dichiarato pubblicamente che da oggi in poi “il governo difficilmente potra’ contare sull’appoggio del PdeCat”.
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Usa-Iran, dopo Trump anche il consigliere per la sicurezza Bolton avverte Teheran
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Dopo il duro botta e risposta tra il presidente iraniano Hassan Rohani e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, anche altri esponenti dei rispettivi governi non si sono risparmiati negli attacchi. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, ha rilasciato una dichiarazione ribadendo l’avvertimento del presidente. “Ho parlato con il presidente negli ultimi giorni e Trump mi ha detto che se l’Iran fara’ qualcosa di sbagliato, ne paghera’ le conseguenze come pochi paesi hanno mai pagato prima d’ora”, ha detto. La portavoce della Casa Bianca, Sarah H. Sanders, ha replicato a quanto hanno accusato Trump di voler sviare, con la replica all’Iran, dai suoi problemi sul fronte interno. “Il presidente sta rispondendo all’Iran e non lascera’ che continuino a fare minacce contro l’America”, ha detto ai giornalisti lunedi’. “Il presidente ha la capacita’, a differenza di molti dei media, di concentrarsi su piu’ di un problema alla volta”. Il numero 2 dei Democratici alla Camera, Steny Hoyer, ha dichiarato che il tweet bellicoso di Trump sull’Iran e’ “disdicevole per un presidente americano”, definendolo un tentativo di distrazione dal summit con Putin. A rafforzare la posizione di Washington contro Teheran anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo che ha attaccato la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, attribuendogli un fondo speculativo segreto personale da 95 miliardi di dollari non tassato e utilizzato dalle Guardie della Rivoluzione islamica. A Pompeo ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi, dicendo che l’Iran dara’ una “risposta unanime” a qualsiasi intervento degli Stati Uniti.
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Gran Bretagna, il governo rafforza la “golden rule” per motivi di sicurezza nazionale
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Il governo britannico sta studiando un rafforzamento della “golden rule”, il potere cioe’ di bloccare l’acquisizione di aziende britanniche da parte di soggetti esteri, ampliandone il ricorso per motivi di sicurezza nazionale: lo scrive il quotidiano progressista “The Guardian”, riferendo il contenuto della bozza di legge presentata al Gabinetto ieri lunedi’ 23 luglio dal ministro per gli Affari economici Greg Clark; il “libro bianco”, che sara’ sottoposto ad un’ampia consultazione di dieci settimane con le parti sociali, allargherebbe praticamente ad ogni settore merceologico ed alle aziende di tutte le dimensioni l’ambito dell’intervento governativo teso a bloccare il passaggio sotto mani straniere di tecnologie sensibili per la sicurezza del paese. Secondo il “Guardian”, i potenziali obbiettivi della nuova “golden rule” potenziata saranno innanzitutto, con ogni probabilita’, le cessioni ad operatori russi e cinesi di attivita’ in qualche modo correlate al settore della Difesa; e soprattutto le aziende tecnologiche, incluse quelle che si occupano di cyber-sicurezza che hanno gia’ legami con il ministero britannico della Difesa o che possono essere considerate cruciali per lo sviluppo finanziario e commerciale sistema della sicurezza della Gran Bretagna. Ma in realta’ qualsiasi vendita del 50 per cento di una proprieta’ o del 25 per cento delle azioni di una societa’ saranno sufficienti per innescare un’indagine tesa a verificare se la cessione possa mettere a rischio la sicurezza nazionale del paese: gli asset in questione possono anche essere il design di un software, un determinato sistema di produzione o anche una proprieta’ intellettuale soggetta a copyright; il ministero degli Affari economici, dell’Energia e delle Politiche industriali (Beis) ha calcolato che con le nuove regole i funzionari pubblici si troveranno a passare al pettine circa 200 casi all’anno, con la prospettiva che in almeno una cinquantina il governo prendera’ provvedimenti varianti dall’imposizione di particolari condizioni fino blocco della vendita. Il giornale ha raccolto le obiezioni di alcuni studi legali, secondo i quali la proposta di “golden rule” rafforzata cambiera’ radicalmente il mondo degli affari della City di Londra e rischia di gravare con lungaggini burocratiche ed ulteriori costi su uno spettro troppo ampio di transazioni d’affari; tuttavia, nota il “Guardian”, la proposta fa seguito ad analoghe iniziative legislative approvate in Francia, in Germania, negli Stati Uniti ed in Australia.
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Emirates aumenta del 10 per cento i suoi voli in Francia
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – La compagnia aerea Emirates aumentera’ del 10 per cento la sua attivita’ in Francia. Lo scrive “La Tribune”, spiegando che la compagnia ha da poco ottenuto l’autorizzazione per aggiungere due voli settimanali alla tratta Lione-Dubai e un altro sulla Dubai-Parigi. Il quotidiano economico sottolinea che i permessi rilasciati dalle autorita’ francesi sorprendono visto che arrivano proprio durante le Assise del trasporto aereo, che puntano a migliorare la competitivita’ della Francia in questo settore. Emirates, Etihad Airways e Qatar Airways sono spesso accusate di ottenere parti di mercato grazie al sostegno dello Stato. A fine maggio la Direzione generale dell’aviazione civile francese (Dgac) non ha permesso al presidente di France Emirates di assistere ad un colloquio sui diritti del traffico aereo, confermando cosi’ l’ostilita’ nei confronti della compagnia. Per mantenere buone relazioni diplomatiche, il ministero degli Affari esteri francese ha convinto l’Eliseo e il governo a fare queste concessioni. Tuttavia, e’ possibile che Dubai non si fermera’ qui e avanzera’ altre richieste in futuro per ampliare la sua offerta sulla Francia.
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Francia, la responsabilita’ del caso Benalla ricade sull’Eliseo
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, e il prefetto di Parigi, Michel Depuech, sono stati sentiti ieri dalla commissione di inchiesta parlamentare nell’ambito del caso Benalla, scoppiato dopo che la guardia del corpo personale del presidente francese Emmanuel Macron e’ stata riconosciuta mentre aggrediva dei manifestanti a Parigi durante un’operazione di polizia. Secondo la stampa francese, Collomb e Delpuech hanno addossato la responsabilita’ all’Eliseo, che si trova ormai in serie difficolta’. Per il presidente Macron si tratta della prima crisi politica. Dopo un lungo silenzio, il capo dello Stato francese domenica si e’ limitato a definire “scioccante e inaccettabile” quanto accaduto. Questa situazione ha costretto il governo a rimandare a dopo l’estate i lavori sul progetto di riforma costituzionale, una delle misure piu’ importanti per Macron. Intanto la maggioranza parlamentare si trova persa, senza una strategia precisa per affrontare la situazione. Lunedi’ mattina molti deputati della Re’publique en marche sono intervenuti sui media nazionali per cercare di “riprendere la mano”. Secondo il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, il presidente Macron “e’ calmo ed estremamente determinato affinche’ la verita’ possa essere stabilita”.
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Germania, polemica sulla lista delle zone urbane pericolose
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Una richiesta del gruppo parlamentare dei Verdi al ministero degli Interni della Sassonia, circa un elenco pubblicato dalla polizia di Stato di strade e piazze pubbliche in 15 citta’ e comuni dello Stato tedesco considerati pericolosi, ha acceso il dibattito sui poteri di controllo delle forze dell’ordine in Germania, e in quel land in particolare. Il portavoce del partito Valentin Lippmann ritiene che l’individuazione delle aree non sicure rappresenti in realta’ un pretesto per aumentare i controlli personali. Il politico ritiene che si tratti di una misura in grave contrasto con i diritti civili, e assieme alla Linke ha chiesto al governo di astenersi dal farlo. Il deputato della Linke Mirko Schultze ritiene che l’elenco di questi luoghi pericolosi giustificherebbe probabilmente nuove misure di polizia e poteri estesi alle forze dell’ordine in un centro come Goerlitz. Il ministero dell’Interno ha reagito accusato l’opposizione di diffondere il panico: Il termine “luogo pericoloso” non compare affatto nella legge di polizia, ha detto il portavoce Jan Meinel. Piuttosto, l’articolo 19, paragrafo 1, della legge stabilisce che la polizia possa stabilire l’identita’ di una persona quando in un posto potrebbe organizzare, preparare o commettere reati contro persone, ma Meinel respinge l’accusa di arbitrarieta’. Potranno esserci classificazioni sulla base di reati che si verificano comunemente, come il traffico di droga o furto. A Goerlitz lo scorso anno il taccheggio e’ aumentato notevolmente, soprattutto nel centro storico, il numero dei reati e’ raddoppiato in tutta la citta’. Pertanto, il dipartimento di polizia ha classificato l’area come un luogo pericoloso. Ma poiche’ il termine viene stigmatizzato, in futuro potrebbe essere classificato come “area di controllo”.
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Il flusso migratorio sulla rotta del Mediterraneo centrale e’ diminuito drasticamente
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – La flessibilita’ sembra essere una delle maggiori capacita’ dei trafficanti di esseri umani. Ogni qual volta una via si restringe, una frontiera si chiude, possono trovare rapidamente nuove vie per il business dei rifugiati e dei migranti, che l’Onu stima in circa 7 miliardi di dollari in tutto il mondo. La meta’ viene raccolta sulle rotte del Mediterraneo. Anche se su quelle rotte il numero dei migranti e’ fortemente diminuito quest’anno, come evidenziato dai dati dell’Agenzia europea per le frontiere Frontex e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per le migrazioni (Oim). Frontex ritiene che i flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo centrale, tra Libia e Italia, si siano dimezzati. L’Italia ha registrato dall’inizio dell’anno un calo degli sbarchi di circa l’80 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, in tutto 18.000 persone fino a lunedi’ scorso. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, quest’anno la maggior parte degli immigrati sbarcati in Italia sono tunisini ed eritrei. Il calo rispetto al 2017 e’ stato esattamente dell’86,5 per cento. Secondo il capo dell’Oim Flavio Di Giacomo i numeri di giugno sono stati i piu’ bassi in quattro anni, ma allo stesso tempo e’ stato il mese piu’ sanguinoso da quando c’e’ stato il fermo forzato dell’attivita’ delle Ong al largo della Libia. La situazione e’ diversa sulla rotta del Mediterraneo occidentale: l’aumento dei flussi tra Nord Africa e Spagna e’ considerevole, ben il 166 per cento in piu’ rispetto al 2017. Nel primo semestre quasi 19 000 persone sono arrivate in Spagna attraverso il mare, circa 2.900 invece via terra, attraverso le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla in Nord Africa. In totale, rispetto al 2017, sono arrivate il doppio delle persone e gli esperti ritengono che questa tendenza continuera’. Anche nel Mediterraneo orientale si incontrano di nuovo piu’ rifugiati: 15.000 hanno raggiunto la Grecia entro la meta’ di luglio dal mare, quasi la meta’ in piu’ rispetto al 2017. E circa 11 000 siriani e iracheni sono arrivati via terra al confine turco. Il fatto che la rotta centrale del Mediterraneo sia diventata meno attraente e’ probabilmente dovuto a piu’ fattori, in primis il fatto che in Niger l’Unhcr e la Ue si sono impegnate affinche’ ci fossero controlli piu’ severi nei confronti dei trafficanti, con un calo del 95 per cento di partenze. Inoltre l’accordo stipulato lo scorso anno dall’Italia con il governo di Tripoli ha fatto si’, secondo un esperto italiano, che la guardia costiera libica sia in grado d’intercettare il 44 per cento dei migranti che salpano dalle coste libiche e di riportarli sulla terraferma.
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L’Ue paghera’ i paesi membri per tenersi i migranti salvati in mare
24 lug 11:12 – (Agenzia Nova) – Bruxelles offrira’ ai paesi membri 6 mila euro per ogni migrante raccolto dai barconi nel Mediterraneo, un’idea pensata per alleviare la pressione sul nuovo governo anti-immigrazione dell’Itala: lo scrive il quotidiano “The Financial Times”, riferendo che oggi martedi’ 24 luglio la Commissione europea presentera’ le sue proposte finalizzate ad arginare il flusso migratorio verso l’Europa; secondo le fonti citate dal giornale economico britannico, sara’ proposto un compenso per i governi che accoglieranno fino a 500 migranti raccolti in mare da un singolo barcone ed il piano prevede anche di finanziare per intero la creazione di “centri controllati” nei paesi membri che accettano di ospitare i migranti sul loro territorio. Offrendo questi incentivi monetari ai paesi disposti a condividere il peso del flusso migratorio, spiega il “Financial Times”, Bruxelles spera cosi’ di persuadere il governo di Roma a fare di piu’ per impedire ai migranti arrivati in Italia di spostarsi in altri paesi europei: la pietra angolare dell’intero piano infatti e’ proprio il piano per la creazione, nel territorio dei paesi in prima linea della crisi migratoria come l’Italia, dei cosiddetti “centri controllati” nei quali dovrebbero essere esaminate le richieste di asilo dei migranti; il paese ospitante dovrebbe poi farsi carico di rispedire nei paesi di origine i migranti a cui viene rifiutato il permesso di soggiorno. La Commissione aiuterebbe l’intero processo fornendo “il pieno appoggio dell’Ue e delle sue Agenzie”, incluso il pagamento degli stipendi di guardie di frontiera e degli agenti di polizia impiegati allo scopo, attingendo dal bilancio comune dell’Unione Europea. I paesi che ospiteranno questi nuovi “centri di controllo” potranno decidere se essi saranno “su base temporanea” e se debbano essere “chiusi” o “aperti”, anche se dovranno comunque rispettare gli standard internazionali in materia di diritti umani. La Commissione infine, come riferisce il giornale della City di Londra, chiedera’ ai paesi membri di istituire “al piu’ presto” i primi “centri pilota”; l’intera proposta sara’ discussa domani mercoledi’ 25 luglio dagli ambasciatori permanenti a Bruxelles dei 28 paesi dell’Unione Europea e il “Financial Times” prevede una forte opposizione da parte di alcuni governi di destra, guidati dal ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, che invece preferirebbero fortificare le frontiere esterne dell’Ue per impedire del tutto l’arrivo di nuovi immigrati in Europa.
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