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I letti negli ospedali sono calati del 29,5% in 20 anni

Tagliati 79.148, sono 188.909: 3,16 ogni mille abitanti, in Germania sono 7,94

Non sono ancora stati quantificate le risorse ma Giorgia Meloni, nella conferenza stampa del 7 settembre, ha dichiarato che nuove risorse saranno destinate alla Sanità pubblica. E, in effetti, ce ne sarebbe bisogno. Sono i numeri a dirlo, soprattutto quelli che rispondono alla domanda: quanti posti letto ci sono negli ospedali? Quanti in terapia intensiva? E sono tanti o pochi se confrontati con il numero degli abitanti? Sui media, nei corridoi della politica, ma anche tra i cittadini l’interesse per questi numeri è naturalmente aumentato molto sia perché dopo la pandemia si è “scoperto” che la Sanità pubblica è essenziale, sia perché ognuno tocca con mano la difficoltà di prenotare visite o interventi in regime si Servizio Sanitario Nazionale. Allora, vediamo i numeri. Complessivamente i posti letti in ospedale sono scesi in Italia tra il 2000 e il 2019 da 268.057 a 188.909. Si tratta di una riduzione di 79.148 unità, ovvero del 29,5%

I letti negli ospedali, Paese per Paese

Calcolando la proporzione degli abitanti parliamo di 3,16 letti negli ospedali ogni mille persone. Meno di quelli presenti in gran parte degli altri Paesi. Il record è del Giappone che di posti letto per mille abitanti ne aveva 12,84, seguito dalla Corea del Sud e dalla Russia, con 12,44 e con 8. Sono molti di più anche in Germania, 7,94 sempre ogni 1000 persone. Sul versante opposto troviamo in fondo alla classifica alcuni Paesi sudamericani Messico (0,97) Costa Rica (1,1) Colombia (1,74), Cile (2,01) ma subito dopo Canada e Regno Unito entrambi con circa 2,5.

Andamento storico dei posti letto in Italia

Si tratta questa della somma dei posti letto per acuti, per riabilitazione, per lungodegenza, o nei reparti psichiatrici. Nel caso italiano i primi sono naturalmente la maggioranza, 155.149, i secondi invece ammontavano a 25.355, questi invece in leggero aumento nel corso degli anni, considerando che a inizio millennio erano 17.814. Probabilmente il dato riflette l’invecchiamento progressivo della popolazione, mentre il calo dei letti per patologie acute è dovuto in parte anche al miglioramento della scienza medica e della farmacologia, alla maggiore possibilità di intervenire in day hospital per esempio.

In diminuzione, ma a ritmi inferiori, anche i letti per lungodegenza, che erano nel 2019 8405, 1.715 in meno che nel 2000. Ci sono poi anche 4.860 letti nei reparti psichiatrici, e in questo la riduzione negli anni è stata decisamente più netta, erano più di 8 mila a inizio secolo. Complessivamente erano in ospedali pubblici 126.149, circa due terzi.

Quanti letti negli ospedali delle regioni italiane

Secondo i dati del Ministero della Sanità, che coincidono quasi esattamente con quelli dell’OCSE, è naturalmente in Lombardia che vi sono più letti, 34.812, il 18,4% del totale, più di quanto ci si potrebbe aspettare considerando la proporzione di abitanti della regione sul totale nazionale. Vi vivono infatti un sesto degli italiani. Nel Lazio sono invece 18.356, in Campania 14.582. Quest’ultima regione ha quindi molto meno della metà dei letti della Lombardia anche se ha una popolazione che è circa il 60% di quella Lombarda.

Lo stesso discorso si può fare sulla Sicilia, che ha 14.077 letti. Che sono anche meno di quelli presenti in Emilia Romagna, 16.327, regione che pure ha 500 mila abitanti in meno.

I posti letto in terapia intensiva

Ancora più dei letti ordinari si parla di quelli in terapia intensiva. È ora il riempimento di questi, almeno per quei reparti dedicati al Covid, che determina le chiusure e le restrizioni collegate alla pandemia. Con il Covid i posti sono aumentati a 9.070 dai circa 5 mila precedenti. Si tratta di circa 15,2 ogni 100 mila abitanti, con 6,7 attivati proprio per i contagiati dal virus che abbiano bisogno di cure intensive. Anche in questo caso vi sono differenze notevoli da regione a regione. La Valle d’Aosta è quella in cui vi sono più letti, 26,4 su 100 mila abitanti, 18,4 per Covid. Viene poi il Veneto, con rispettivamente 20,5 e 10,4 ogni 100 mila persone, seguita da Emilia Romagna e Alto Adige. In coda invece Calabria, Campania, Umbria e Puglia. Nel primo caso i posti sono solo 9,1 per 100 mila persone, di cui 3,5 per Covid.

I dati si riferiscono al: 2019

Fonte: Ministero della Salute, Ocse

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