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I lavoratori di Amazon ascoltano quello che dici ad Alexa

Lavoratori pagati per ascoltare 1.000 clip audio al giorno in un turno di nove ore gli ordini che milioni di persone danno ad al proprio smart speaker Alexa, l’assistente vocale di Amazon.

Sono questi i dettagli di un Report stilato da Bloomberg incentrato sulla sicurezza degli smart speaker della linea Echo di Amazon.

Il team, secondo il report, ascolta le registrazioni captate dal potente microfono di Alexa e poi le trascrive, le annota e infine le invia ad un software con l’obiettivo di migliorare la comprensione del linguaggio dell’uomo da parte dell’assistente digitale, e permettere così una risposta più efficace ai comandi inviati al dispositivo.

Annotiamo solo un campione estremamente ridotto di registrazioni vocali di Alexa per migliorare l’esperienza del cliente”. Ad esempio, queste informazioni ci aiutano a migliorare i nostri sistemi di riconoscimento vocale e di comprensione del linguaggio naturale, in modo che Alexa possa capire meglio le richieste e garantire che il servizio funzioni bene per tutti “, ha dichiarato un portavoce di Amazon a Bloomberg.

Ma viene da chiedersi, nel cloud finiscono solo le registrazioni delle conversazioni, o anche i dati personali degli utenti come il nome, il cognome e l’indirizzo di casa?

Secondo il report, le informazioni raccolte da Amazon, non contengono dati sensibili in quanto vengono strettamente correlate all’account e al numero di serie del dispositivo da cui sono state raccolti i file audio.

Ma allora perché i 7 dipendenti occupanti quelle specifiche posizioni, intervistati da Bloomberg, hanno sottolineato che ciascuno di essi ha precedentemente firmato un accordo di non divulgazione che (tra le clausole) proibisce loro di rivelare troppi dettagli della mansione occupata?

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