I giornalisti d’inchiesta sarebbero una minaccia al pari dei terroristi e degli hacker per le attività di intelligence. È così che la pensa il Government Communication Headquarters (GCHQ), l’intelligence britannica, che secondo le ultime rivelazioni di Edward Snowden riportate dal Guardian avrebbe intercettato la corrispondenza elettronica dei giornalisti di diverse importanti testate dalla BBC alla Reuters, dallo stesso Guardian al New York Times, Le Monde e al Washington Post.
In uno dei documenti visionati dal giornale britannico, si legge espressamente che “i giornalisti e i reporter di tutti i media rappresentano una potenziale minaccia per la sicurezza”.
A preoccupare i servizi di Sua Maestà sono soprattutto i “giornalisti specializzati indagini in materia di difesa”, che potrebbero tentare di avvicinare ex dipendenti (pubblici) per avere accesso alle informazioni ufficiali a loro inaccessibili.
Un approccio che per il GCHQ rappresenta una “minaccia concreta”.
Anche se le intercettazioni risalgono al 2008 e riguardano sia comunicazioni generiche inviate in massa a intere liste di giornalisti che email tra giornalisti e i loro direttori sugli articoli in corso d’opera, la notizia non è proprio rassicurante, soprattutto sulla scia dell’emozione ancora palpabile dell’attacco al francese Charlie Hebdo e in un momento in cui il governo britannico è nel mirino delle critiche dopo la pubblicazione di un report secondo cui la polizia avrebbe intercettato i telefoni di alcuni giornalisti per risalire alle loro fonti.
In seguito a queste rivelazioni, più di 100 editori hanno scritto al premier David Cameron per chiedere al Governo di impedire simili pratiche senza l’autorizzazione di un giudice.