Parigi, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Un gruppo di gilet gialli ha annunciato la creazione di una lista per le elezioni europee che si terranno a maggio prossimo. Lo riferisce il quotidiano francese “Le Monde”, spiegando che ieri, 23 gennaio, è stato diffuso un comunicato con i primi dieci nomi che comporranno la futura squadra di candidati dei gilet gialli. La lista sarà guidata da Ingrid Levasseur, 31enne residente nel dipartimento dell’Eure, considerata come una dei leader del movimento di protesta. La lista si chiamerà “Unione di iniziativa cittadina” e per il momento è composta da candidati che hanno un’età compresa tra i 19 e i 53 anni. Per completarla, è stato lanciato un appello: tutte le candidature che verranno inviate saranno sottoposte a una votazione interna. “Bisogna trasformare la collera in un progetto politico umano capace di dare delle risposte ai francesi”, si legge nel comunicato diffuso ieri. “Questa iniziativa riporterà nelle urne molte persone che non votano più” ha affermato Emmanuel Riviere, direttore generale dell’istituto di sondaggi Kantar Public France. Secondo Rivier, la lista dei gilet gialli sarà votata soprattutto da elettori del Rassemblement National (ex Front National) e della sinistra radicale. Sui social network, intanto, molti gilet gialli hanno criticato la scelta di scendere in campo per le elezioni europee.
Berlino, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – L’annuncio del ritiro temporaneo della marina tedesca dall’operazione Sophia, avviata nel 2015 dall’Ue per contrastare il traffico di essere umani nel Mediterrano e garantire l’embargo dell’Onu sulle fornuture di armi alla Libia, ha innescato un’accesa polemica tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il ministro della Difesa della Germania, Ursula von der Leyen. Secondo quanto reso noto dal portale informativo tedesco “t-online.de” nella giornata di ieri, 23 gennaio, commentando la decisione di Berlino, Salvini ha dichiarato: “Se qualcuno sta pensando di fare un danno all’Italia sfilandosi dalla missione, voglio dire che per noi non è un problema, anzi ci fa solo un favore ”. Inoltre, il titolare del Viminale ha duramente criticato Sophia, definendola “contraria all’interesse nazionale” dell’Italia. A ogni modo, ha proseguito Salvini, l’Italia accetterà l’estensione del mandato di Sophia, in scadenza il 31 marzo prossimo, “a un’unica condizione: l’equa redistribuzione dei migranti fatti sbarcare nel paese tra gli Stati dell’Ue”. Il dispositivo operativo di Sophia prevede, infatti, che i migranti salvati dalle navi dell’Ue nel Mediterraneo vengano fatti sbarcare in Italia. A sua volta, von der Leyen ha motivato la decisione della marina tedesca di ritirarsi temporaneamente da Sophia muovendo serie accuse all’Italia e, in particolare, alla sua gestione del comando dell’operazione europea. Secondo il ministro della Difesa tedesco, su ordine del comando italiano le unità tedesche sono state inviate “negli angoli più remoti del Mediterraneo”, senza svolgere per mesi compiti significativi nel contrasto agli scafisti. Per “t-online.de”, in questo modo, l’Italia avrebbe ribadito la propria contrarietà ad accogliere altri migranti, colpendo proprio quella marina tedesca che ne ha salvati 22 mila sui 50 mila fatti sbarcare in Italia dall’avvio di Sophia nel 2015. Il ministero della Difesa tedesco ha, quindi, deciso di non dispiegare nel dispositivo di Sophia la nave da rifornimento Berlin, che avrebbe dovuto avvicendare la fregata Augsburg nel Mediterraneo agli inizi di febbraio. Mentre l’Augsburg tornerà in Germania, la Berlin farà rotta per il Mare del Nord, dove effettuerà delle esercitazioni. “Ora, per noi è importante giungere a Bruxelles a un chiarimento politico degli obiettivi della missione” Sophia, ha dichiarato von der Leyen. Qualora la questione fosse risolta, la marina della Germania potrebbe tornare a operare nel Mediterraneo “in qualsiasi momento entro dieci giorni”, ha infine affermato il ministro della Difesa tedesco.
Berlino, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – È “necessario, per quanto possibile, impedire una Brexit senza accordo” tra Regno Unito e Ue per le conseguenze negative che potrebbe avere un tale sviluppo. È quanto affermato ieri, 23 gennaio, dal ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco, Peter Altmaier, durante il suo intervento al Forum economico mondiale in corso a Davos. Secondo Altmaier, riferisce il quotidiano tedesco “Handelsblatt”, una “no deal Brexit” è “una preoccupazione per tutti noi”. Il recesso dall’Ue in assenza di un’intesa tra Londra e Bruxelles “certamente danneggerà il Regno Unito più di ogni altro paese in Europa, ma danneggerà chiunque”, ha avvertito il ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco. A tal riguardo, Altmaier ha sottolineato che, “quando si divide un mercato comune, vi sono danni collaterali per chiunque”. Pertanto, “se il Regno Unito avrà bisogno di più tempo per chiarire la sua posizione, va bene, ritengo che serva pazienza”, ha dichiarato Altmaier. Secondo il ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco, “se riusciamo a limitare l’impatto negativo” di una Brexit senza accordo tra Regno Unito e Ue “ne sarà valsa la pena”. Per Altmaier, sono due le soluzioni che potrebbero impedire una “no-deal Brexit”. In primo luogo, “utilizzare il tempo che resta” prima dell’entrata in vigore della Brexit il 29 marzo prossimo “per trovare un’intesa sull’accordo attuale” tra Regno Unito e Ue. Tuttavia, ha avvertito Altmaier, tale opzione è “improbabile”. In secondo luogo, per il ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco, si potrebbe impedire uno scenario “no deal” estendendo la scadenza della Brexit. A ogni modo, Altmaier ha sottolineato di non vedere nel Regno Unito “maggioranze” per le varie opzioni volte a impedire una “no deal Brexit”. Nel governo e nel parlamento britannici, infatti, “tutto è in discussione, tutto cambia ogni giorno”. Pertanto, per Altamier è “necessario aspettare” le richieste del Regno Unito all’Ue “e poi prenderle in considerazione con atteggiamento costruttivo”. Di conseguenza, secondo Altmaier, “dobbiamo considerare” anche che il governo britannico chieda un’estensione dei termini della Brexit stabiliti in base all’art. 50 del Trattato sull’Unione europea, “anche senza sapere” ciò che Londra potrebbe decidere. “È un momento serio che richiede molta responsabilità e comprensione reciproca”, ha concluso Altmaier.
Parigi, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Il consiglio di amministrazione della Renault che si riunisce oggi nominerà Jean-Dominique Senard nuovo presidente del gruppo al posto di Carlos Ghosn, mentre Thierry Bolloré diventerà direttore generale. Lo riferisce il quotidiano francese “Les Echos”, sottolineando che i due nuovi dirigenti di Renault dovranno “imparare a lavorare insieme in modo complementare”, viste le tante sfide che attendono l’azienda nei prossimi mesi. Intanto, Carlos Ghosn ha dato le dimissioni dall’incarico di presidente di Renault. Per quanto riguarda le sfide del futuro di Renault, il primo obiettivo consiste nel riacquistare la fiducia di Nissan. Senard dovrà trovare un accordo sulla futura gestione dell’alleanza tra la sua azienda e il gruppo nipponico . Renault detiene il 43 per cento del capitale di Nissan, che a sua volta ha il 15 per cento del capitale del partner francese senza però aver diritto di voto. Un equilibrio che non è ben visto da Nissan, più grande del partner francese in termini aziendali. Bolloré dovrà, invece, mettere mano al consiglio di amministrazione di Renault, che sarà in parte rinnovato. Secondo Les Echos”, per Renault sarà difficile continuare a registrare gli ottimi risultati degli ultimi anni. Nel 2018, l’azienda ha venduto 3,89 milioni di vetture registrando “risultati storici”. Bolloré dovrà assicurare il lancio dei nuovi modelli previsti per quest’anno come la Clio o il Suv Captur. Tra le prossime sfide che attendono Renault vi sono, infine, le automobili elettriche, in cui l’impresa prevede notevoli investimenti.
Londra, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Gli euroscettici del Regno Unito sono così preoccupati dalla possibilità che abbia successo un’iniziativa sulla Brexit proposta da deputati laburisti e conservarori europeisti, da arrivare a voler chiudere il parlamento. Questa mossa estrema, come riferisce il quotidiano britannico “The Times”, è stata proposta ieri, 23 gennaio, dal leader dei “Brexiter” più intransigenti, Jacob Rees-Mogg. Intervenendo a un evento organizzato nel palazzo di Westminster dallo European Research Group di cui è presidente, Rees-Mogg ha intimato al primo ministro britannico Theresa May di chiedere alla regina Elisabetta II di sospendere temporaneamente l’attività del parlamento, anche solo per tre giorni, come previsto dai poteri costituzionali della sovrana. Questa antica prassi, nota il “Times”, non viene utilizzata da secoli dalla monarchia britannica. A ogni modo, secondo Rees-Mogg, la breve sospensione del parlamento sarebbe sufficiente per far decadere tutte le proposte di legge in corso di discussione, tra cui quelle che mirano a impedire la Brexit. A terrorizzare i “Brexiters”, spiega il “Times”, è l’emendamento firmato dalla deputata laburista Yvette Cooper, presidente della commissione Interni della Camera dei comuni, e da Nick Boles, deputato conservatore già ministro dello Sviluppo economico dal 2014 al 2016. L’iniziativa ha ricevuto il sostegno anche di parlamentari del Partito liberal-democratico (Lib-Dem), del Partito nazionale scozzese (Snp), dei Verdi e degli autonomisti gallesi (Playn Cymru). Se approvato durante la seduta del parlamento del 29 gennaio prossimo, l’emendamento renderebbe illegale anche la sola ipotesi della “no-deal Brexit”. Qualora il parlamento britannico non dovesse riuscire a ratificare un qualsiasi accordo con l’Ue entro la fine di febbraio, l’emendamento costringerebbe il governo a disporre un rinvio dell’entrata in vigore della Brexit, attualmente fissata alla mezzanotte del 29 marzo prossimo.
Londra, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – La Brexit non danneggerà la cooperazione tra i servizi segreti del Regno Unito e degli Stati Uniti. Lo scrive oggi il quotidiano britannico “The Telegraph”, riferendo quanto dichiarato ieri, 23 gennaio, da Anthony Vassalo, vicedirettore dello Office of the Director of National Intelligence (Odni), l’ufficio che coordina l’azione di tutti i servizi segreti dgli Usa. Vassallo è intervenuto in una conferenza stampa a Washington a margine della pubblicazione della nuova strategia di intelligence adottata dagli Stati Uniti. Regno Unito e Usa, ricorda il “Telegraph”, fanno parte assieme a Canada, Australia e Nuova Zelanda della cosiddetta alleanza “Five Eyes” (“Cinque occhi”), che permette ai rispettivi servizi segreti di condividere prontamente tutte le informazioni in loro possesso, anche le più riservate. Recentemente, sono sorte preoccupazioni sul rischio che, dopo la Brexit, il Regno Unito possa perdere l’accesso a queste informazioni. A lanciare l’allarme era stato in particolare Richard Dearlove, già capo dell’MI6 (il servizio segreto estero britannico). Secondo Dearlove, l’accordo sulla Brexit sottoscritto con l’Ue dal primo ministro britannico Theresa May potrebbe “minacciare la sicurezza nazionale” del Regno Unito. “Niente di tutto questo”, scrive ora il “Telegraph”, citando la risposta di Anthony Vassalo a una domanda sullo scambio di informazioni di intelligence tra Stati Uniti e Regno Unito: “Secondo me, in termini di integrazione tra alleati, le cose stanno andando avanti come prima da un punto di vista operativo e tattico, e considerando tutto il lavoro di intelligence che viene svolto sul campo ed il lavoro di preparazione”, ha affermato Vassallo. I vicedirettore dell’Odni ha, quindi, aggiunto: “Non ho notato alcun cambiamento materiale nella nostra collaborazione e non mi aspetto che ce ne sia neppure in futuro”.
Madrid, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Il Venezuela continua a dividere le forze politiche della Spagna. I leader del Partito popolare (Pp) e di Ciudadanos (Cs), rispettivamente Pablo Casado e Albert Rivera, hanno chiesto al primo ministro Pedro Sanchez di seguire l’esempio di Stati Uniti, Canada e di altri Paesi sudamericani e di riconoscere come nuovo presidente del Venezuela l’autoproclamato leader del parlamento, Juan Guaidó. Di tutt’altro avviso, invece, il ministro degli Affari Esteri, Josep Borrell, che ha invece chiesto prudenza e invitato a concordare una posizione comune all’interno dell’Unione europea. Lo rende noto il quotidiano “El Pais”, sottolineando che, secondo il Pp, “la Spagna deve essere al fianco delle principali potenze che hanno già riconosciuto il legittimo presidente del Venezuela e smettere di essere vicino ai dittatori”, in riferimento al venezuelano Nicolas Maduro e al cubano Diaz Canel. Dal canto suo, Rivera ha chiesto al governo, attraverso un cinguettio su Twitter, di riconosce Guaidó per dare avvio a una “transizione democratica” che restituisca la libertà ai cittadini. “Avete il mio pieno sostegno”, ha assicurato il leader della formazione arancione, rivolgendosi ai venezuelani. Al contrario, Izquierda Unida ha appoggiato Maduro e condannato il “colpo di stato” dell’opposizione, “sotto la protezione degli Stati Uniti”, mentre il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha affermato che “la Spagna e l’Europa devono difendere legalità internazionale, dialogo e mediazione pacifica, non un colpo di stato”. A nome del governo, il ministro degli Affari esteri, Josep Borrell, ha chiesto cautela e invitato a “preservare l’unità di azione” dell’Ue e ad avviare un “rapido dibattito” dei ministri europei perché “non si può prendere una decisione a caldo, senza essere informati”.
Madrid, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro Pedro Sanchez ha tenuto ieri, 23 gennaio, un discorso di fronte agli imprenditori e ai politici riuniti a Davos, in Svizzera, per il Forum economico mondiale, fulcro del liberalismo. Lo scrive oggi il quotidiano “El Pais”, ricordando che si è trattato del primo intervento di un capo di governo spagnolo dopo ben nove anni di assenza. Parlando sempre in inglese, cosa mai fatta prima dai suoi predecessori, Sanchez ha approfittato dei megafoni elvetici per lanciare forti critiche contro la gestione della crisi economica e per puntare il dito contro le “disuguaglianze inaccettabili” che, a suo avviso, sarebbero all’origine della nascita e dell’avanzata del populismo. “Abbiamo perso 10 anni e ora rischiamo di dimenticare ciò che abbiamo passato. Ma dobbiamo ricordare tutti gli errori commessi”, ha avvertito il leader socialista. Sanchez ha quindi difeso le politiche progressiste come unico antidoto alla crisi e al populismo. Il suo discorso ha ricevuto il plauso degli imprenditori spagnoli e in particolare di Ignacio Sánchez Galán, presidente di Iberdrola. “Finalmente abbiamo un presidente che parla inglese e arriva a Davos”, ha dichiarato il numero uno del colosso energetico.
New York, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di rimandare il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione, inizialmente programmato per il 29 gennaio, in attesa di una soluzione all’impasse politica che ha causato la parziale chiusura del governo federale. La decisione è giunta nella tarda serata di ieri, al termine di 24 ore segnate da uno scontro a distanza tra Trump e il presidente democratico della Camera, Nancy Pelosi. Trump aveva notificato a Pelosi in mattinata l’intenzione di “onorare il tuo invito e adempiere al mio dovere costituzionale, fornire informazioni importanti al popolo e al Congresso degli Stati Uniti d’America in merito allo Stato della nostra Unione”. Pelosi, che nei giorni scorsi aveva chiesto a Trump di rinviare il tradizionale discorso o di inviarlo per iscritto, ha replicato ritirando l’invito al presidente per il 29 gennaio, e rifiutando di firmare il permesso. Ne è originato un nuovo botta e risposta tra i due politici; alla fine, però, il presidente ha optato per un passo indietro, rinunciando all’ipotesi di organizzare il discorso in un’altra sede, in segno di polemica con la presidenza della Camera. “Non so cercando una sede alternativa per il discorso, perché non esiste sede che possa competere con la storia, a tradizione e l’importanza della Camera dei rappresentanti” ha scritto Trump sul suo profilo twitter, concludendo con l’auspicio a poter tenere l’incontro “nel prossimo futuro”.
New York, 24 gen 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riconosciuto il presidente della Assemblea nazionale del Venezuela (An), l’oppositore Juan Guaido, come “presidente ad interim” di quel paese. Lo ha riferito la Casa Bianca in un messaggio pubblicato sul suo profilo Twitter. Poco prima, Guaidò aveva prestato giuramento come “presidente incaricato” della Repubblica Bolivariana del Venezuela appellandosi a una disposizione costituzionale, nel corso di una manifestazione nazionale indetta contro il governo di Nicolas Maduro. Il presidente Nicolas Maduro ha risposto alla mossa di Washington interrompendo le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. “Dò 72 ore al corpo diplomatico degli Stati Uniti per lasciare il paese”, ha avvertito Maduro. “Il Venezuela vuole la pace, lancio un appello al popolo venezuelano per difendere la pace, la tranquillità, la concordia”, ha aggiunto Maduro, che ha anche denunciato “il golpismo” e “l’interventismo”. I “nostri problemi si risolvono in casa”, ha detto. Il “Venezuela ha diritto alla pace e ad autogovernarsi. Alla destra dico che l’impero non ha amici, ma solo l’interesse per il petrolio, l’oro, il gas. Per le ricchezze naturali che sono del popolo del Venezuela”, ha aggiunto Maduro.