Parigi, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – Nella giornata di ieri, 27 gennaio, si è svolta a Parigi la marcia dei “foulard rossi”, un’iniziativa nata per protestare contro le violenze che si sono verificate in questi ultimi due mesi in Francia durante le manifestazioni dei gilet gialli. Lo riferisce la stampa francese, spiegando che secondo la prefettura di Parigi i partecipanti alla marcia dei “foulard rossi” sono stati 10.500. Tra i promotori della mobilitazione vi è l’ingegnere Laurent Soulié, che a metà dicembre ha indetto la manifestazione dalla sua pagina Facebook, raccogliendo il sostegno del collettivo dei “foulard rossi”. Gli organizzatori hanno voluto precisare che non si è trattato di una mobilitazione a sostegno del presidente francese Emmanuel Macron. Nel corso dell’evento, le forze dell’ordine hanno tenuto a distanza un gruppo di cinquanta gilet galli venuti per protestare contro la manifestazione dei “foulard rossi”. Sebbene non abbia dato proprio appoggio ufficiale all’iniziativa dei “foulard rossi”, La République en marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron, era presente al corteo con una quindicina di deputati e sei senatori. Molti “foulard rossi” hanno dichiarato di aver inizialmente condiviso le rivendicazioni dei gilet gialli, ma di essersi in seguito allontanati dal movimento per gli episodi di violenza.
Londra, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – YouTube è sotto accusa nel Regno Unito per aver pubblicato video pubblicitari antisemiti di un’organizzazone che sostiene il negazionismo dell’Olocausto. Lo rivela un’inchiesta pubblicata oggi sul quotidiano britannico “The Times”. Dietro a una serie di inserzioni pubblicitarie dal contenuto antisemita che precedono dei filmati sull’attualità del Medio Oriente pubblicati su Youtube, vi sarebbe l’organizzazione filopalestinese Deir Yassin Remembered, nota per le sue prese di posizione a favore delle tesi che negano la veridicità storica dell’Olocausto. Si tratta di un “gruppo dell’odio” dal quale il leader del Partito laburista, Jeremy Corbyn, noto per le sue critiche a Israele, ha preso pubblicamente le distanze. Una serie di esperti e opinionisti sentiti dal “Times” hanno definito le inserzioni pubblicitarie di Deir Yassin Remembered su YouTube come “chiaramente antisemite”. Sebbene in questi filmati la veridicità storica dell’Olocausto non venga messa in discussione, Deir Yassin Remembered è “chiaramente legata agli ambienti negazionisti” e questo, scrive il “Times”, rende “persino peggiore” la decisione di YouTube di approvarne la pubblicazione. Dopo essere stato contattato dal “Times”, YouTube ha bloccato la messa in onda de video sotto accusa come “materiale pubblicitario”; pur lasciando che sulla sua piattaforma continuino a essere accessibili come filmati “ordinari”.
Berlino, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – I vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sono “irresponsabili e pericolosi”. Con questo duro giudizio, l’emittente radiofonica tedesca “Deutschlandfunk” commenta le ultime iniziative e dichiarazioni del leader della Lega e del capo politico del Movimento 5 Stelle (M5S). Iniziative e dichiarazioni, specialmente in materia di immigrazione e Unione europea, che rischiano di “portare l’Italia nell’isolamento”. Con la loro retorica, Salvini e Di Maio “distruggono tutto, perché non sono capaci di altro”. I due vicepresidenti del Consiglio “rimproverano e minacciano, urlano e si arrabbiano, trovano sempre un colpevole per tutti i problemi del mondo, anche i più complessi”. Uno “stile politico irresponsabili e pericolosi”, secondo “Deutschlandfunk”. L’obiettivo di Salvini e Di Maio è mobilitare il consenso per Lega e M5S in vista delle elezioni europee e amministrative che si terranno in Italia nel corso dell’anno. Salvini e Di Maio, afferma “Deutschlandfunk”, “non hanno rispetto per le istituzioni e le alleanze, non ne capiscono nemmeno il valore. I compromessi sono per loro nient’altro che segni di debolezza. Non importa quale gioco giochino, non può esserci che un vincitore. Non si fanno prigionieri”.
Londra, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – Le relazioni dell’Italia con la Francia hanno sempre visto stretti rapporti e un’inevitabile rivalità fra Stati vicini, talvolta sfociata in accede dispute. Ora, scrive il quotidiano britannico “Financial Times”, Italia e Francia stanno attraversando “la crisi più seria degli ultimi 50 anni”, innescata e alimentata dalle recenti dichiarazioni antifrancesi dei due vicepresidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le ultime accuse lanciate dal capo politico del Movimento 5 Stelle (M5S) e dal leader della Lega hanno colpito un nervo scoperto della Francia, ossia il passato di potenza coloniale del paese e le sue politiche neocoloniali che starebbe attuando nei suoi ex possedimenti in Africa. A ogni modo, al centro dello scontro tra Roma e Parigi rimane la questione migratoria, tra i temi fondamentali delle elezioni europee di maggio prossimo. Tra gli altri motivi di attrito tra Italia e Francia vi sono la problematica acquisizione degli Chantiers de l’Atlantique, già Stx France, da parte di Fincantieri e la linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) Torino-Lione. Un’ulteriore polemica è scoppiata sul prestito al museo del Louvre di opere d’arte di Leonardo da Vinci da parte di istituzioni culturale italiane. Praticamente, scrive il “Financial Times”, “ogni questione nei rapporti franco-italiani è diventata materia di polemiche, scontro, accuse e recriminazioni”. E’ vero che a dare inizio a tutto questo è stato il presidente Macron, quando l’estate scorsa si erse a difensore degli ideali europei contro la “barbarie” e la “lebbra” rappresentati secondo lui dal nuovo governo giallo-verde di Roma: quelle sue dichiarazioni furono uno shock per il M5s, che invece aveva accolto con grande favore l’ascesa all’Eliseo di Macron con le elezioni presidenziali del 2016; ma la risposta italiana, commenta il “Financial Times”, è andata ben oltre e da allora i populisti italiani hanno scelto appunto di attaccare ad ogni piè sospinto la Francia, ritenendo questo un comodo tema di propaganda in vista delle elezioni di maggio. Agli occhi degli altri europei, scrive il giornale della City di Londra, la continua disputa italo-francese può sembrare futile, ed in effetti in molti casi lo è; ma la vicenda non dovrebbe essere sottovalutata, avverte il quotidiano britannico, perché rischia di avere serie conseguenze negative sul più ampio quadro delle relazioni tra i due paesi. Italia e Francia hanno moltissimi interessi in comune, conclude il “Financial Times”: sono molto più numerosi delle questioni che li dividono ed i due governo dovrebbero accantonare le futili polemiche per concentrarsi invece su soluzioni unitarie con reciproco vantaggio.
Amburgo, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – Tra il 2022 e il 2038, verranno chiuse tutte le centrali a carbone della Germania. È quanto stabilito il 26 gennaio scorso dalla Commissione per la crescita, i cambiamenti strutturali e l’impiego, nota come Commissione sul carbone, istituita dal governo tedesco. Secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, entro il 2022 verranno chiuse le centrali elettriche alimentate a lignite con una capacità di tre gigawatt e gli impianti che consumano carbon fossile con una capacità di quattro gigawatt. Entro il 2030, verranno spente le centrali a lignite con una capacità di sei gigawatt di lignite e quelle a carbon fossile con una capacità di sette gigawatt di carbone. L’ultimo impianto “dovrebbe essere disattivato nel 2038, ma la chiusura potrebbe essere anticipata al 2035”. Le regioni della Germania interessate dalla disattivazione delle centrali a carbone riceveranno dal governo federale “40 miliardi di euro di assistenza strutturale per i prossimi 20 anni”. Le compagnie energetiche verranno, invece, risarcite “sin dall’inizio dei 20 anni” in cui la Germania completerà l’abbandono del carbone come fonte di energia.
Parigi, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – Dal 26 al 28 gennaio, il presidente francese, Emmanuel Macron, è in visita al Cairo. Lo riferisce il quotidiano francese “Le Figaro”, spiegando che sul piano geopolitico Parigi considera il Cairo come un “partner strategico” necessario per “arginare l’ideologia dei Fratelli musulmani e per combattere il jihadismo islamista”. “Le Figaro” ricorda che l’aeronautica egiziana impiega i caccia Rafale, prodotti dall’azienda francese Dassault, oer lottare contro i gruppi terroristi nel Sinai e nel deserto libico. Il Cairo svolge, inoltre, un ruolo da mediatore nel conflitto israelo-palestinese e nella riconciliazione intrapalestinese, in particolare nella Striscia di Gaza. L’Egitto è poi uno dei pochi paesi arabi ad avere un dialogo con lo Stato ebraico, che ha riconosciuto. Durante i colloqui tra Macron e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi verranno discusse soprattutto questioni di sicurezza. Tuttavia, la visita di Macron al Cairo avrà anche lo scopo di rafforzare la presenza delle imprese francesi in Egitto. Gruppi come Vinci, Bouygues e Alstom si sono già aggiudicati importanti contratti per l’estensione della metropolitana della Cairo. L’ultima visita effettuata in Egitto da Macron, il 24 ottobre 2017, era stata criticata da alcune organizzazioni non governative, che accusavano la Francia di vendere armi all’Egitto, impiegate nella repressione del dissenso.
Madrid, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – La Spagna cambia rotta sull’immigrazione. Il governo di Pedro Sanchez, che solo qualche settimana fa apriva le braccia all’Aquarius, la nave carica di naufraghi a cui erano stati negati tutti i porti del Mediterraneo, ha deciso di invertire la sua apertura iniziale. Lo scrive oggi il quotidiano “El Pais”, spiegando che le autorità spagnole stanno negando il permesso di navigazione alle imbarcazioni dedicate al salvataggio dei migranti nel Mediterraneo e, parallelamente, stanno intensificando la pressione su Bruxelles affinché giunga a patti con il Marocco. L’obiettivo è chiaro: evitare l’aumento degli sbarchi in un momento in cui il tema dell’immigrazione è diventato, per la prima volta, un terreno di scontro elettorale. La retromarcia della Spagna rispetto alla politica dell’accoglienza si deve, spiega “El Pais”, agli ultimi clamorosi dati di Frontex, secondo cui, sulle coste meridionali del paese, sono giunti quasi 57.000 migranti lo scorso anno, circa il doppio rispetto a quelli registrati in Italia e Grecia insieme. Come se non bastasse, mentre le autorità spagnole affrontano la sfida senza rumore, l’Italia invece ha spiazzato l’intera Unione europea negando i suoi porti alle navi che transitano vicino al suo territorio. “Non si tratta di un ritiro. La nostra pressione migratoria è enorme e nel Mediterraneo centrale le regole non vengono applicate. Abbiamo bisogno di una soluzione duratura per tutti”, hanno fatto sapere fonti del ministero dell’Interno. I partner europei hanno cercato per mesi di creare uno schema temporaneo che evitasse situazioni critiche come quelle che sono state sperimentate negli ultimi mesi in mare, mentre l’Italia e Malta rifiutano l’arrivo di navi non governative e operatori privati. I delegati dell’Interno affronteranno nuovamente questa disputa in una riunione informale che si terrà all’inizio di febbraio in Romania.
Madrid, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – La resistenza del primo ministro Pedro Sanchez a convocare le elezioni generali trova una chiara spiegazione nell’ultimo sondaggio realizzato da Gad3 per “Abc”, secondo cui, se la Spagna andasse al voto oggi, un drastico calo dei voti di Podemos trascinerebbe a picco la coalizione di centrosinistra, consegnando la maggioranza a un’eventuale alleanza costituita dal Partito popolare (Pp), Ciudadanos (Cs) e Vox. In particolare, secondo l’analisi delle intenzioni di voto, due sarebbero i fattori caratterizzanti del voto: la frammentazione e la volatilità. Non ci sarebbero più maggioranze assolute, ma solo alleanze più o meno forzate in quanto nessun partito, da solo, riuscirebbe a toccare il 30 per cento dei voti. In particolare, il Pp otterrebbe il 23 per cento rispetto al 33 delle elezioni del 2016, il Psoe conquisterebbe il 26,5 per cento dal 22,7 di tre anni fa. Al terzo posto, Podemos con appena l’11,6 per cento, dal 21,1 delle ultime consultazioni e al quarto Ciudadanos con il 17,1 per cento, in rimonta rispetto al 13,1. Boom per Vox che se alle ultime elezioni non ha neanche raggiunto la soglia minima, ora si attesterebbe al 9,8 per cento dei consensi.
New York, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – Con la riapertura temporanea del governo statunitense, anche le attività del 116° Congresso verranno ripristinate, mettendo alla prova le due Camere sulla possibilità di produrre risultati politici concreti. Tra le priorità dei Democratici – scrive il quotidiano statunitense “New York Times” – c’è una proposta di legge per aumentare i salari per i dipendenti federali civili, e l’intenzione di reintrodurre un progetto di legge per annullare il divario retributivo tra uomini e donne. Al Senato, i Repubblicani cercheranno di far approvare un disegno di legge bipartisan sul Medio Oriente che include una norma contestata contro il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. In entrambe le Camere, i legislatori hanno presentato una serie di audizioni di grande impatto, che interesserà tutto il primo anno. I Democratici della Camera si concentreranno sui costi per le truppe schierate da Trump al confine con il Messico, e inizieranno a considerare l’ambizioso progetto legislativo per espandere i diritti di voto e rendere le donazioni politiche più trasparenti. Il Senato farà pressioni sui servizi di intelligence nazionali in merito alle minacce globali, e cercherà un terreno comune tra Democratici e Repubblicani per il taglio dei prezzi dei farmaci. I senatori poi dovranno esprimersi sulle nomine di Trump, tra le quali quella per il procuratore generale, William Barr.
Ottawa, 28 gen 11:04 – (Agenzia Nova) – La decisione del primo ministro canadese, Justin Trudeau, di chiedere le dimissioni dell’ambasciatore in Cina, John McCallum, è arrivata alla vigilia della riapertura dei lavori parlamentari, con i partiti di opposizione pronti ad utilizzare contro il governo liberale le dichiarazioni dell’ex diplomatico sul caso Huawei. I Conservatori avevano annunciato che intendevano presentare una mozione, questa settimana, per chiedere le dimissioni di McCallum. Ma è stato lo stesso ufficio del premier Trudeau a far sapere di aver chiesto, ricevuto e accettato le dimissioni dell’ambasciatore in Cina John McCallum, che aveva rilasciato dichiarazioni alla stampa sul delicato caso dell’estradizione negli Stati Uniti della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, arrestata a Vancouver il mese scorso. “Questa decisione (chiedere le dimissioni) andava assunta giorni fa, invece (Trudeau) ha mostrato debolezza su questo dossier e ha danneggiato la reputazione del Canada e la nostra capacità di gestire questo importantissimo problema che ha influenzato il trattamento dei canadesi in Cina”, ha detto il leader conservatore Andrew Scheer. McCallum, che ha forti legami personali e familiari con la Cina, aveva discusso del caso Meng con un gruppo di giornalisti cinesi a Toronto, elencando diversi argomenti contro l’estradizione. Le sue dichiarazioni hanno messo in difficoltà il governo Trudeau, di cui in passato ha fatto parte come ministro per l’Immigrazione, i rifugiati e la cittadinanza.