“The Transatlantic Economy 2025”. Il nuovo Report dell’AmCham EU
Il rapporto economico tra Stati Uniti ed Europa rappresenta una delle relazioni commerciali più integrate e vantaggiose a livello globale, secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio Americana per l’Unione Europea (AmCham EU) nel suo Report dal titolo “The Transatlantic Economy 2025”.
Con un valore complessivo di 9,5 trilioni di dollari nel 2024 (in crescita rispetto agli 8,7 trilioni di dollari dell’anno precendete), il mercato transatlantico rimane il pilastro dell’economia mondiale. Tuttavia, le nuove politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump, mirate a ridurre il deficit commerciale e a incentivare la produzione interna, potrebbero minacciare questo equilibrio storico.
Le sfide del 2025: tra dispute commerciali e concorrenza cinese
Il 2025 si apre con diversi ostacoli per l’economia transatlantica, tra cui dispute commerciali e la crescente competizione da parte della Cina. Nonostante le tensioni, Europa e Stati Uniti continuano a rappresentare i principali mercati di riferimento l’uno per l’altro, con un livello di integrazione senza precedenti. La relazione transatlantica, tuttavia, rischia di essere turbata dalle nuove strategie economiche di Washington.
L’amministrazione Trump ha già annunciato politiche mirate alla reindustrializzazione interna, con l’introduzione di nuovi dazi su diversi prodotti importati dall’Unione europea (Ue). Questo approccio protezionistico potrebbe avere ripercussioni significative sulle aziende europee che esportano negli Stati Uniti, in particolare nei settori dell’automotive, dell’acciaio e dell’agroalimentare.
L’innovazione transatlantica, un asset strategico irrinunciabile
Nonostante le sfide commerciali, la cooperazione tra USA e UE nell’ambito dell’innovazione e della ricerca e sviluppo (R&D) rimane solida. Gli Stati Uniti e l’Europa rappresentano le regioni con i flussi di R&D più intensi al mondo. Nel 2022, le affiliate statunitensi hanno investito 38,2 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo in Europa, con il Regno Unito (8,2 miliardi), la Germania (6,4 miliardi) e la Svizzera (6,3 miliardi) tra i principali destinatari.
D’altro canto, le imprese europee hanno investito 56,2 miliardi di dollari in R&D negli Stati Uniti, rappresentando il 70% del totale degli investimenti esteri nel settore. Tra i principali investitori figurano le aziende svizzere (14,7 miliardi di dollari), tedesche (12,8 miliardi) e britanniche (6,6 miliardi). Questi numeri dimostrano come, al di là delle tensioni politiche e commerciali, il legame in materia di innovazione tra le due sponde dell’Atlantico resti cruciale.
L’economia digitale transatlantica: il cuore dei servizi globali
Il settore digitale è uno dei principali motori della crescita economica transatlantica. Nel 2023, Europa e Stati Uniti hanno rappresentato due terzi delle esportazioni globali di servizi digitali.
Gli Stati Uniti hanno esportato 320 miliardi di dollari di servizi digitali in Europa, una cifra che supera di oltre il doppio il valore delle esportazioni verso l’intera regione Asia-Pacifico.
Le importazioni di servizi digitali dagli Stati Uniti all’UE hanno raggiunto i 207 miliardi di dollari, avvicinandosi al totale delle importazioni dagli interi continenti asiatico e oceanico.
Inoltre, le aziende europee hanno fornito l’81% dei 176 miliardi di dollari in servizi informativi erogati da affiliate estere negli Stati Uniti nel 2022, dimostrando la stretta interconnessione tra le economie digitali delle due regioni.
I flussi i dati transatlantici, il traffico internet più intenso al mondo
Uno degli elementi chiave di questa integrazione è rappresentato dai flussi di dati transatlantici, che costituiscono oltre la metà dei flussi globali di dati di entrambe le regioni. Il traffico internet tra le due sponde dell’Atlantico è il più intenso al mondo, con una capacità di cavi sottomarini 2,5 volte superiore a quella delle rotte transpacifiche e 4 volte maggiore rispetto alle rotte tra gli Stati Uniti e l’America Latina.
Protezionismo e prospettive future
Le nuove politiche protezionistiche statunitensi pongono interrogativi sul futuro del commercio transatlantico. Da un lato, la volontà di Trump di ridurre il deficit commerciale con l’Europa potrebbe tradursi in un aumento dei dazi e in una minore integrazione economica.
Dall’altro, la forte dipendenza reciproca nei settori della ricerca, della tecnologia e del digitale potrebbe spingere entrambe le regioni a trovare soluzioni di compromesso per evitare un’escalation di tensioni commerciali.
Nonostante le incertezze politiche, l’economia transatlantica continua a mostrare una resilienza straordinaria. Gli investimenti incrociati e il dinamismo dell’innovazione digitale rappresentano elementi chiave per garantire che il rapporto tra Ue e Usa resti solido e vantaggioso per entrambe le parti nel lungo periodo.