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Secondo Kim Fausing, amministratore delegato dell’azienda danese Danfoss, i data center, noti per l’alto consumo energetico, potrebbero contribuire al riscaldamento urbano in Europa se posizionati correttamente. Fausing, intervenendo prima di un vertice sull’energia, ha indicato Francoforte come esempio di città che, grazie al calore in eccesso prodotto dai data center, potrebbe soddisfare le proprie esigenze di riscaldamento entro il 2030.
La rapida crescita dei data center, alimentata dall’espansione dell’AI, ha riacceso le discussioni sulla loro impronta energetica. Tuttavia, il riscaldamento ‘verde’ potrebbe rappresentare un’innovazione sostenibile per le città densamente popolate, a differenza della Scandinavia, dove i data center sono collocati in aree remote vicine a fonti di energia.
La conferenza ha visto la partecipazione di aziende globali, tra cui Google e Siemens, che sostengono una transizione ecologica come motore di crescita per l’Europa, anche in linea con le raccomandazioni del report di Mario Draghi.
Tuttavia, il ritmo della transizione verde europea è rallentato, e Fausing ha sottolineato la necessità di politiche di supporto più snelle per competere con i mercati cinese e statunitense, dove gli investimenti verdi ricevono maggiore sostegno governativo.
Con un mercato dei data center in crescita, previsto a 418 miliardi di dollari entro il 2030, Fausing esorta l’Europa a superare l’approccio analitico per passare ad azioni concrete e supportare lo sviluppo delle tecnologie verdi.
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Oltre un quarto del nuovo codice di Google è generato dall’AI
Google ha raggiunto un traguardo significativo con l’utilizzo dell’AI nella creazione di codice, con oltre il 25% delle nuove linee di codice ora generate automaticamente da algoritmi di intelligenza artificiale, successivamente revisionate e approvate dagli ingegneri.
Durante la presentazione dei risultati finanziari del terzo trimestre 2024, il CEO Sundar Pichai ha evidenziato l’importanza crescente dell’AI per il colosso tecnologico, che ha registrato ricavi complessivi pari a 88,3 miliardi di dollari, un aumento alimentato principalmente dai servizi Google e dalla divisione Cloud, rispettivamente in crescita del 13% e del 35% su base annua.
La divisione Cloud, in particolare, sta rispondendo alla domanda di infrastrutture AI avanzate richieste da altre aziende, contribuendo a un utile operativo di quasi 2 miliardi di dollari. In parallelo, Google ha intensificato l’integrazione dell’AI in diversi prodotti, come chatbot personalizzati basati sul modello Gemini, strumenti per la creazione automatizzata di note in Google Meet e supporti AI per i creatori su YouTube.
Tuttavia, Google affronta una sfida legale significativa dopo la dichiarazione di monopolio nei mercati della ricerca e pubblicità da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che apre alla possibilità di uno smembramento dell’azienda.
Questa evoluzione fa emergere l’AI come un elemento strategico centrale nelle operazioni di Google, anche in una fase di potenziali cambiamenti normativi, posizionandola come un motore di innovazione ma anche come un’area di criticità per l’azienda.
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Il CEO di SoftBank prevede un super AI entro il 2035 a un costo di 9 trilioni di dollari
Masayoshi Son, il CEO di SoftBank, ha recentemente affermato che una superintelligenza artificiale, 10.000 volte più avanzata della mente umana, potrebbe essere realizzata entro il 2035, ma ad un costo astronomico.
Parlando al Future Investment Initiative in Arabia Saudita, Son ha stimato che tale impresa richiederebbe un investimento complessivo di circa 9 trilioni di dollari per sostenere l’enorme infrastruttura necessaria, tra cui 200 milioni di chip e una potenza di calcolo pari all’intera capacità energetica degli Stati Uniti.
Secondo Son, i benefici di un super AI potrebbero aggiungere fino al 5% al prodotto economico globale, rendendo l’investimento, per quanto massiccio, ‘ragionevole’ nel lungo termine. Son, già noto per visioni ambiziose e investimenti di vasta portata come quello in WeWork, vede SoftBank tra i quattro attori principali a trarre profitto dalla super AI, insieme a NVIDIA, che considera sottovalutata in prospettiva futura.
Nonostante l’entusiasmo di Son, l’impresa presenta sfide significative, non solo per i costi proibitivi ma anche per l’enorme domanda di energia che potrebbe superare le attuali capacità di generazione. Tuttavia, Son continua ad investire in questa direzione, convinto che lo sviluppo di un super AI potrebbe inaugurare una nuova era di crescita economica e innovazione tecnologica su scala globale.
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