igiene

I cani non sputano, ma si lavano i denti

di James Hansen |

Sono parecchi i veterinari - specialmente nei paesi anglosassoni - a consigliare l’igiene dentale ai cani, ma c’è un problema: i cani non “sputano”.

James Hansen

La ‘personalizzazione’ degli animali di compagnia – i cani in modo particolare – ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, con tanta gente che non si raffigura più come il ‘padrone’ della bestia di casa, ma piuttosto come ‘la mami’ o ‘il papi’ del pelosetto.

È difficile spiegarne il motivo. Forse perché i rapporti con i figli ‘veri’ – cioè quegli umani – non sembrano più dare le soddisfazioni che ci si aspetta… Comunque sia, per molte persone altrimenti adulte, non basta più vestire l’animale con quei simpatici cappottini quando fa freddo fuori. Sempre più dedichiamo ai nostri animali domestici molte delle stesse cure una volta riservate ai bambini.

Da qualche tempo questa tendenza si esprime nella singolare pratica di lavare i denti al proprio cane ogni mattina. Sono parecchi i veterinari – specialmente nei paesi anglosassoni – a consigliare l’igiene dentale ai propri assistiti sulla base di ricerche secondo cui una spazzolata mattutina alla dentizione offre agli animali gli stessi benefici ottenuti dai padroni. Ciò soprattutto nella riduzione delle malattie che interessano le gengive. La pratica può anche controllare il comune difetto dell’alitosi canina.

Il consiglio è di procurarsi uno spazzolino morbido e, prioritariamente, uno specifico dentifricio per cani. Il fluoro spesso presente nei dentifrici per gli umani è mal tollerato dai nostri amici a quattro zampe. Inoltre, amano poco il gusto di menta e – forse non è una sorpresa – gradiscono di più i dentifrici al sapore di carne o a volte di patate. Un altro problema con il prodotto per umani è la caratteristica schiumosità. I cani perlopiù non sanno sputare come le persone…

Gli esperti giurano che i cani partecipano volentieri alla pulizia dei denti – almeno una volta che ne acquisiscono l’abitudine. Un esperto interpellato dal quotidiano americano Washington Post propone di estendere tale pratica anche ai gatti, ma ammette: “Certo, riconosciamo che potrebbe essere una sfida”.

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