Viaggiare da Roma a Milano in poco più di 30 minuti non è più fantascienza, diciamo più una questione di scelte. L’Hyperloop World Tour ha fatto tappa in Italia e il vicepresidente e direttore operativo della Hyperloop Transportation Technologies, l’italiano Bibop G. Gresta, ha presentato la tecnologia Hyperloop per trasporti ferroviari ultraveloci.
Un ‘treno di capsule’ sparate a 1200 km/h grazie alla levitazione magnetica, che non prevede l’uso di macchinisti/piloti, gestito da software intelligenti ITS, mosso da trazione elettrica (motore lineare) alimentata completamente da fonti energetiche rinnovabili.
Non è un progetto avveniristico, ma probabilmente realtà entro pochi anni. Nell’intervista rilasciata a La Repubblica, Gresta ha affermato che entro l’anno sarà costruita la prima infrastruttura di 8 chilometri tra Los Angeles e San Franscisto, nella Quay Valley.
Qui dovrebbe sorgere una smart city (pronta ad essere abitata nel 2018, alimentata ad energia solare), ha annunciato l’imprenditore americano Quay Hays (che ha dato il nome al territorio su cui sorgerà l’insediamento), e si dovrebbero portare avanti i test dell’Hyperloop con passeggeri a bordo (28 per capsula), che se tutto andrà bene vedremo tra il 2018-2019. Qui il treno ultraveloce potrebbe essere adattato per il trasporto locale.
Le capsule, che saranno pronte tra un paio di anni, costeranno 2 milioni di collari circa ognuna e il design esterno/interno sarà curato da grandi firme internazionali, tra cui Cisco, RedBull, Disney.
Il bello del super treno della Hyperloop Transportation Technologies a levitazione magnetica è che è alimentato al 100% da fonti rinnovabili e bastano solo queste a mantenere costante la straordinaria velocità di 1200 km/h. Sarà impiegata energia solare (non sono previste gallerie, esposizione costante alla luce), energia eolica, energia generata da freni e recuperata da energia cinetica, quindi fonti geotermiche. “Un mix energetico che garantirà il 30% in meno di consumi”, ha spiegato Gresta nell’intervista su La Repubblica, “possiamo immaginare questo mezzo di trasporto come una gigantesca centrale elettrica con passeggeri a bordo e l’energia generata in eccesso sarà redistribuita in rete”.
L’infrastruttura non poggerà su terra, ma su piloni (antisismici) di varia altezza, come quelli che usiamo per le autrostrade.
Nei primi giorni di maggio, il vicepresidente di Hyperloop Transportation Technologies ha annunciato l’utilizzo in esclusiva della tecnologica Indutrack: un sistema oggi in grado oggi di stabilizzare i proiettili all’interno dei cannoni delle navi che diventa più forte all’aumentare della velocità stessa. Sostanzialmente, assicurano dall’azienda americana: “dopo le 30 miglia orarie il magnete inizia a levitare senza l’uso di energia elettrica”.
In Europa, Slovacchia e Bosnia hanno firmato degli accordi preliminari, mentre nel resto del mondo trattative sono in corso in Cile (tratta Valparaiso-Santiago), in Cina (a Pechino nascerà un centro di ricerca e sviluppo) e a Dubai per l’Expo 2020. Nel nostro Paese per un giro di consultazioni a livello istituzionale, accademico e imprenditoriale, questa soluzione potrebbe non solo ridurre drasticamente i tempi di percorrenza sulle principali tratte, ma stando a quanto affermato da Gresta, i costi di realizzazione sono anche più bassi di quelli dei binari per i treni ad alta velocità (Tav): 25-30 milioni di dollari al miglio contro i 32 milioni della Tav e questo riutilizzando completamente le infrastrutture che già esistono (ferrovie e autostrade).
Secondo molti analisti di mercato, il progetto Hyperloop Transportation Technologies (che vede anche il celebre Elon Musk farne parte) non è impossibile ma certo ancora lontano dalla sua realizzazione, soprattutto dal suo utilizzo con passeggeri. Le capsule sono completamente chiuse e per trovare una soluzione alla claustrofobia inevitabile si sono pensate delle finestre animate da realtà virtuale (“Augmented windows”).
C’è poi da considerare che al momento parliamo di un progetto di crowdsourcing, che ha raccolto più di 60 milioni di dollari e sembra sia in grado di attirarne altri 200 milioni in poco tempo, grazie a fondi americani (si guarda alle olimpiadi del 2026), indiani e cinesi.
Per passare dal prototipo alla sperimentazione con passeggeri si dovranno superare molte prove (dalla sicurezza dell’equipaggio a quella delle infrastrutture). Parliamo di persone sparate a 1200 km/h. Ma è indubbio che l’idea conquista e che forse non è così impossibile da realizzare.