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Huawei, via libera dall’intelligence Uk: ‘Gestibili eventuali rischi per il 5G’

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Secondo l’intelligence britannica Huawei non rappresenta un pericolo e sono gestibili gli eventuali rischi di spionaggio della Cina per l’impiego di componentistica e impianti Huawei per allestire le proprie reti 5G. A queste conclusioni è giunto lo UK National Cyber Security Centre, gli 007 britannici: il report non è ancora pubblico, ma due fonti hanno rivelato al Financial Times il documento, che sarà sottoposto al governo per decidere, tra marzo e aprile, la posizione da prendere su Huawei. L’intelligence britannica ha, quindi, affermato come vi siano gli strumenti adatti per scongiurare eventuali attività di spionaggio. È un duro colpo agli sforzi degli Stati Uniti di convincere gli alleati a tenere fuori Huawei dalla realizzazione delle reti 5G, nella convinzione che il colosso di Shenzhen agisca come agente di spionaggio della Cina.

Sempre secondo una delle due fonti del Ft, un possibile ok del governo britannico a Huawei per la realizzazione della rete 5G avrebbe ripercussioni dentro e fuori dall’Europa, perché la Gran Bretagna rientra nell’alleanza nota come “Five eyes” per la condivisione di intelligence, di cui fanno parte Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda: quest’ultimi due Paesi si sono fatti sedurre dalle sirene americane e hanno escluso la Tlc cinese dalla gara per lo sviluppo delle reti 5G. In Europra Francia, Germania e Italia consigliano cautela. 

Il Regno Unito probabilmente raccomanderà una varietà di fornitori e restrizioni parziali delle aree della rete 5G, ha aggiunto la fonte interpellata dal Financial Times, e  “non è auspicabile che un fornitore monopolistico fornisca un’infrastruttura critica nazionale significativa”, ha dichiarato Alex Younger, capo dell’MI6, il servizio segreto britannico nel Regno Unito. Mentre Robert Hannigan, ex capo del Gchq, l’agenzia britannica di intelligence, ha scritto sul Ft che il National Cyber Security Centre “non ha mai trovato prove di attività ciber cinese malevole attraverso Huawei” e che “affermare qualsiasi tecnologia cinese in qualsiasi parte di una rete 5G rappresenta un rischio inaccettabile è senza senso”. Parole importanti che giungono nei giorni in cui Donald Trump sta valutando la possibilità di emettere un ordine esecutivo che impedirebbe alle società americane di utilizzare dispositivi Huawei.

Eric Xu, uno dei tre presidenti di turno di Huawei, ha criticato la campagna americana anti-Huawei e ha messo in evidenza un nuovo possibile motivo che ha scatenato la narrativa del colosso cinese cattivo che gli Usa propalano ormai da più di un anno: ”Alcuni sostengono che per le agenzie statunitensi sarebbe più difficile ottenere i dati dai Paesi che utilizzano infrastrutture e dispositivi realizzati da Huawei”.  Una bella stoccata. 

‘Cina, inarrestabile la supremazia tecnologica nel mondo. Trump può solo rallentarla’

Con il programma ‘Made in China 2025’ lanciato nel 2015 per dar vita alla sua industria 4.0, la Cina ha lanciato il guanto di sfida al mondo, Stati Uniti compresi, per raggiungere entro 7 anni la supremazia tecnologica nel mondo, in particolare sull’intelligenza artificiale (IA), il 5G, l’Internet delle cose (IoT), le auto a guida autonoma e sulle batterie.

“Una supremazia tech inarrestabile”, ha scritto sempre il Financial Times, secondo il quale gli Usa di Trump con dazi e sanzioni (prima a Zte ora forse a Huawei) possono solo rallentare e rendere più difficile l’ascesa, ma non evitarla.

Oggigiorno e in soprattutto in futuro la nuova guerra di potere, il predominio economico globale si gioca sul 5G, sull’IA, IoT, auto a guida autonoma, ecc… e al momento la Cina è in vantaggio su tutti i Paesi, Stati Uniti compresi.

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