In rampa di lancio il nuovo sistema operativo mobile di Huawei, previsto per la prossima settimana e più precisamente il 2 giugno. La mossa del vendor cinese rientra in una più ampia strategia che punta ad ampliare la presenza nel mercato del software, per resistere alle sanzioni statunitensi e contrastare il predominio di Android di Google.
Ed è proprio il 2 giugno la data indicata per il lancio della piattaforma HarmonyOS 2, su cui il fondatore e Ceo Ren Zhengfei punta per crescere nel mondo del software.
Un mondo in cui l’azienda cinese conta di avere grande autonomia, libera dal controllo degli Usa.
C’è da dire che già due anni fa Huawei aveva lanciato la prima versione del suo sistema Harmony alternativo ad Android, riservato agli altri device non smartphone, fra cui laptop e tablet.
Software e mercato domestico
I piani di Huawei sono soltanto l’ultimo segnale in ordine di tempo del cambiamento in atto nel gruppo, che rapidamente sta entrando in nuovi mercati meno vulnerabili al controllo statunitense e si sta rifocalizzando sul mercato domestico.
Dopo il bando deciso da Donald Trump nel 2018 nei confronti delle tecnologie 5G cinesi e il pressing asfissiante sugli alleati, Huawei ha dovuto fare a ameno anche di Android. Ed è anche per questo motivo che adesso arriva il nuovo sistema HarmonyOS per sfidare appunto lo strapotere di Android e iOS.
Un passaggio al software considerato come una mossa prudente per Huawei, che tuttavia è lontana anni dallo sviluppo dei chip necessari per i propri dispositivi, ha affermato Marc Einstein, Chief Analyst presso IRT Corporation a Tokyo.
Timing
Il timing è buono anche perché l’avvento delle reti 5G negli anni a venire cambierà radicalmente il panorama tecnologico, offrendo nuove importanti opportunità nell’intelligenza artificiale, nelle smart city cablate, nei veicoli intelligenti e in altri ambiti tecnologici.
“Alcune di queste cose sono ancora agli inizi e non c’è ancora un vero leader sul mercato”, ha detto Einstein. “Quindi ha senso andare in questa direzione”.
Huawei ha già annunciato lo scorso mese di aprile che collaborerà con i produttori automobilistici cinesi per lo sviluppo di auto intelligenti, di pari passo con l’ingresso nel mercato del cloud.
Ma c’è da dire che a complicare le cose c’è il blocco delle forniture Usa di semiconduttori. Un ban che spinge Huawei verso il software per competere con giganti tecnologici cinesi com Alibaba, Tencent e Baidu.
Nel contempo, però, sul fronte europeo è stata Ericsson a lanciare un warning sui potenziali effetti negativi sul suo business in Cina come potenziale contraccolpo del bando ingiunto a Huawei dal governo di Stoccolma sul 5G in Svezia.
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