Huawei ha depositato un ricorso contro il governo degli Stati Uniti. Nel mirino questa volta c’è la decisione della FCC (Federal Communication Commission) di designare l’azienda cinese come una minaccia per la sicurezza nazionale, che secondo l’aziende cinese è incostituzionale.
Secondo il ricorso, Huawei sta chiedendo un annullamento di questa decisione perché la FCC avrebbe abusato dei suoi poteri violando le leggi federali e la costituzione. Un abuso discrezionale e arbitrario di poteri e, fatto ancor più grave, non supportato da alcuna prova concreta.
Nel ricorso Huawei ha argomentato che la sua designazione come minaccia per la sicurezza nazionale può tra l’altro danneggiare gli interessi economici dell’intera industry delle telecomunicazioni.
Insomma, la tesi della società cinese è che la decisione della FCC rappresenti un danno per l’intero settore delle Tlc.
La FCC ha definito Huawei, ma anche ZTE, come una minaccia alla sicurezza nazionale nello scorso mese di giugno. In questo modo, impedisce agli operatori americani di servirsi del Fondo per il Servizio Universale della FCC per l’acquisto di apparecchiature o servizi da queste società cinesi.
Una decisione presa dall’ex presidente trumpiano della FCC Ajit Pai, secondo cui al contrario ci sarebbero le prove evidenti dei rapporti fra i due vendor cinesi e l’apparato del partito comunista. Da qui il bando delle tecnologie cinesi e l’istituzione di un fondo fedarle di un miliardo di dollari destinato agli operatori americani, per sostituire le apparecchiature dei due provider estromessi dal mercato.
Ajit Pai è stato nel frattempo sostituito da Jessica Rosenworcel nominata da Biden. È probabile che la FCC tornerà su decisioni adottate dalla precedente amministrazione, ma intanto Huawei ha deciso di passare ai fatti con una procedura giudiziaria contro l’ente federale.
La FCC non è l’unica agenzia americana che deve affrontare un ricorso da parte di Huawei. In precedenza, la società cinese aveva fatto ricorso – poi respinto – contro il suo inserimento nella black list del Dipartimento del Commercio, che vieta a qualunque azienda americana di trasferire tecnologie all’azienda cinese.
Vedremo se il sentiment nei confronti delle aziende cinesi cambierà nei prossimi mesi, è questo che si augura il fondatore del gruppo Ren Zhengfei che nei giorni scorsi si è espresso in questo senso.