Il ban americano pesa su Huawei, che oltre al bando delle tecnologie 5G negli Usa (nessun cambiamento di rilievo con Biden) e in diversi paesi europei, deve vedersela anche con un brusco calo di vendite nel mercato domestico degli smartphone. Un calo sempre dovuto all’ostracismo americano, che nega al produttore cinese chip e sistema operativo Android per i suoi smartphone, che così penalizzati perdono terreno.
Smartphone in flessione
Secondo i dati diffusi dalla società di analisi Counterpoint, il vendor cinese controllava ancora il 50% del mercato domestico degli smartphone nel secondo trimestre del 2020, calao al 30% a fine 2020 ma oggi è sceso al 15%. Pesa certamente la cessione del second brand Honor, ma i competitor Vivo e Oppo continuano a correre.
Questa flessione non arriva a sorpresa ma è il risultato di una duplice fonte di problemi per l’azienda cinese: da un lato, l’embargo americano sui chip made in Usa e lo stop all’uso di Android di Google. Tutto ciò considerato, aver mantenuto una quota del 15% in patria è già un ottimo risultato anche se la flessione con queste premesse potrebbe continuare. Secondo gli analisti di Counterpoint, Vivo e Oppo continueranno ad adottare strategie di mercato e di prodotto molto aggressive nel 2021, per arrivare al primo posto in Cina.
In particolare, Vivo è partita molto forte con i suoi modelli 5G.
Strategie alternative
Qualche giorno fa Huawei ha tenuto il suo summit annuale con gli analisti. L’azienda ha reso note nuove strategie di business, per contrastare il danno arrecato dal bando americano che comincia a farsi sentire anche sui conti. L’azienda si concentrerà maggiormente sullo sviluppo di tecnologie legate ai veicoli intelligenti e che in generale non dipendano in maniera eccessiva dalla presenza di microchip, visto il bando Usa.
Detto questo, al di là del bando americano, il vendor cinese non ha alcuna intenzione di fare passi indietro nello sviluppo di attrezzature di rete 5G che restano quindi al centro delle strategie di business.
Tra l’altro, le sanzioni americane sono certamente un danno per Huawei, ma anche per le numerose aziende americane che facevano affari d’oro con il vendor cinese ma anche con ZTE.
Nuovi fornitori
Huawei sta cercando fornitori alternativi altrove, in particolare in Asia. Il ruolo di fornitori di chip asiatici, giapponesi, taiwanesi ma anche indiani è quindi destinato a crescere nei prossimi tempi. Anche l’Europa cercherà di migliorare il suo posizionamento in termini di produzione autonoma di semiconduttori.
Ricostruire la fiducia e la collaborazione nel mercato globale dei semiconduttori è un elemento cruciale per Huawei. La volatilità del mercato e l’incertezza geopolitica rappresentano una sfida un po’ per tutti.