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Huawei, Di Maio ‘Italia mai evasiva sulla Cina, su 5G normativa rigida’

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Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio replica agli Usa, che hanno minacciato la fine della Nato senza accordo sul 5G: ‘Italia mai evasiva sulla Cina. Nostra normativa su 5G rigida’.

L’Italia non è mai stata evasiva con gli alleati sul rapporto con la Cina, e ha una delle normative più rigide sul 5G. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervenendo a un panel sull’Europa alla conferenza di sicurezza di Monaco. “Il nostro atteggiamento rispetto alle preoccupazioni degli alleati sulla Cina non è mai stato evasivo. Anzi, quando i nostri alleati statunitensi ci hanno fatto presente che c’era un rischio sul 5G, abbiamo approvato velocemente tre provvedimenti di emergenza, attraverso il Consiglio dei ministri, che ci hanno consentito di creare una delle normative più rigide sulla questione del 5G”.

5G, normativa italiana rigida

Di Maio ha quindi sottolineato che la normativa “rispetta ovviamente le norme europee”, che non consentono discriminazioni ma puntano sulla protezione della sicurezza.

“L’Italia non ha la minima volontà di cambiare il quadro delle alleanze in cui si trova: noi siamo nell’Alleanza euroatlantica, nell’Ue e nella Nato” ha detto Di Maio rispondendo a una domanda sulla firma italiana alla Belt and Road Initiative.Di Maio ha sottolineato che l’Italia ha sottoscritto l’accordo per “motivi commerciali” e “vantaggi economici”.

Huawei, Usa all’attacco: ‘Nato a rischio senza accordo su 5G’

Le parole di Di Maio sul 5G sono una risposta alle nemmeno troppo velate minacce avanzate due giorni fa dal ministro della Difesa americano Mark Esper che sempre a Monaco, a proposito del caso Huawei, non L’ha mandata a dire agli alleati: “Se non comprendiamo la minaccia e non reagiamo, questo alla fine potrebbe compromettere quella che è stata la più grande alleanza militare di successo della storia: la Nato”.

Pressing Usa sugli alleati

Una dichiarazione, quella del ministro della Difesa Usa, che alza ulteriormente il livello del pressing americano sugli alleati a proposito del produttore cinese, che a sua volta rispedisce al mittente le accuse made in Usa di spionaggio industriale con un comunicato ufficiale, in cui accusa il Governo americano di perseguitare l’azienda (scarica qui il comunicato di Huawei).    

Resta da capire se la difesa d’ufficio del ministro Di Maio sarà sufficiente per mantenere buoni rapporti con gli Usa. Per il momento, sul fronte dazi, l’Italia non ha subito “ritorsioni” e le tariffe su cibi e vino made in Italy non sono state ritoccate. Per il momento.

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