Ricordo una visita di Nicholas Negroponte a Milano. Siamo nei primi anni ’80 e l’Italia aveva appena sperimentato l’alta definizione con un paio di film e si apprestava a lanciare in alta definizione il Campionato mondiale di Calcio Italia ’90. Negroponte irrise platealmente la scelta di produrre l’HD in analogico, lo ricordo perché fu in quell’occasione che compresi quale enormi mutamenti avrebbe comportato la rivoluzione digitale. Troppo presto.
#HDweek è lo Speciale Key4biz dedicato all’Alta Definizione, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.Clicca qui per leggere tutti i contributi.
Dopo qualche fallimento via satellite, nipponici accordi e piccoli esperimenti, l’alta definizione analogica venne abbandonata. Rinasce digitale con Tele+ nei primi anni ’90 e diventa diffusione ordinaria con Sky Italia. Un comunicato stampa Sky del 19 ottobre 2009 recita: “SKY annuncia oggi una serie di novità che rivoluzionano il mondo della televisione digitale, dando una nuova forte accelerazione alla diffusione dell’Alta Definizione in Italia”. Si tratta di un’offerta per l’acquisto di un televisore Full HD con 50 Euro di anticipo, si annuncia che i canali HD saranno trenta entro la fine del 2010 e che in HD saranno trasmesse le Olimpiadi invernali di Vancouver. Venti anni dopo Italia ’90 e quasi trenta dalla prima produzione televisiva in HD, l’alta definizione è ancora una notizia, anche se nell’ottobre 2009 Sky Italia trasmetteva in alta definizione già sedici canali.
Oggi in quasi tutte le case c’è almeno un apparecchio televisivo Full HD. Auditel ha tra i propri target analizzabili quello degli abbonati Sky ripartiti, tra le altre alternative, con la variabile: possiede/non possiede un Televisore Hd. Il valore che risulta dopo aver lanciato l’elaborazione sulla ripartizione è che, tra gli abbonati Sky, 9.576.985 hanno almeno un televisore Hd mentre 2.727.138 non ne possiede.
Il 20% di chi si gode la visione con tanti pixel ha tra i 35 ed i 44 anni ed il 20% di chi non può ha più di 65 anni.
Il 78% degli abbonati Sky con Hd ha un abbonamento MySky. Internet in casa è una variabile che non separa possessori e non possessori di Tv in HD, in entrambi i casi il 92% degli abbonati dispone di una connessione Internet a casa.
Analizzando i dati d’ascolto si nota come sia chi ha un tv in Hd che chi non ce l’ha dà la propria preferenza all’insieme dei canali della piattaforma Sky che raccolgono il 31% di share tra chi non ha l’Hd ed il 35% di chi invece ha un Tv set in Hd.
Chi ha l’Hd dedica il proprio tempi più all’insieme dei canali a marchio Sky (share: 18,7%) che ad altro; chi non ce l’ha predilige Rai Uno (share: 16,1%), mentre tra le generaliste chi ha l’Hd preferisce Canale 5 (12,7%).
La gerarchia delle generaliste è quindi diversa e non solo per la prima posizione, i possessori Hd hanno nella loro Top, nell’ordine, Canale 5 (12,7%), Rai Uno (12,2%), Italia 1 (4,9%), Rai Due (4,6%), Rai Tre (4,5%), Rete 4 (3,1%). La top di chi non ha il Tv set in Hd è la seguente: Rai Uno (16,1%), Canale 5 (12,1%), Rai Due (5,6%), Rai Tre (5%), Rete 4(4,2%) e Italia 1 (3,7%).
I canali pay più seguiti dai possessori Hd sono Sky Sport (8%), Sky Cinema (6,7%), i canali Fox (5,9%). La top dei non possessori di Tv Hd elenca invece: Fox (7,5%), Sky Sport (7%), Sky Cinema (4,5%).
Avere o non avere la possibilità di una visione in alta definizione genera quindi una differenza nei consumi di televisione. Anche se la diversità nelle preferenze può essere collegata ad altri fattori che non Hd/non Hd, riteniamo che la presenza di un televisore in alta definizione induca alla visione di quegli eventi e di quei programmi dove la forza dei pixel fa la differenza.
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