Come noto, il digitale terrestre ha costituito a lungo, soprattutto nei paesi dell’Europa del Sud, la modalità prevalente e per molti versi innovativa nel sistema televisivo, ampliando il numero dei canali e modificando profondamente le modalità di consumo, che hanno portato i canali nativi digitali a rappresentare ormai tra il 40 e il 50% degli ascolti televisivi complessivi.
#HDweek è lo Speciale Key4biz dedicato all’Alta Definizione, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.Clicca qui per leggere tutti i contributi.
Questo processo si è concluso con la fine della transizione dall’analogico al digitale e a partire dalla fine del 2012, a switch-off completato, si è registrato un profondo cambiamento nelle strategie di diversificazione dei broadcaster, che hanno spinto sempre più sulla qualità piuttosto che sulla moltiplicazione dell’offerta.
In questo contesto l’alta definizione (HD) è diventata il fulcro della nuova strategia e il satellite il volano di questo processo.
Con oltre 1.000 canali in tutta Europa e 826 nella sola Europa Occidentale, l’alta definizione rappresenta ormai una mass market proposition, cioè una modalità consolidata di distribuzione dei programmi TV. La penetrazione di apparecchi HDTV ha raggiunto il 68% nel Regno Unito (fonte Ofcom), con Francia, Italia e Spagna intorno al 60% e la Germania all’ultimo posto, ma con oltre la metà dei tv sets HD compatibili. In questa cifra sono inclusi non solo i full HD ma anche gli HD ready. In tutti i casi, nel Regno Unito, che dispone di queste ulteriori statistiche, la proporzione è pressoché analoga tra la due modalità.
Questo significa anche una forte incentivazione della produzione di programmi in questo formato, in grado di coprire una programmazione di 24h nei canali a pagamento, ma con offerte sempre più ampie e complete anche nei canali in chiaro.
In particolare in Italia, che presenta caratteristiche peculiari in termini di disponibilità di risorse frequenziali, il satellite rappresenta indubbiamente la soluzione più efficiente.
È evidente che queste nuove modalità di offerta richiedono capacità sempre più ampia e potranno determinare, per chi svilupperà tali servizi, vantaggi competitivi importanti, sia in rapporto ai concorrenti tradizionali (broadcaster), sia ai cosiddetti over-the-top che operano in un settore, quello del broadband, che ha ancora limitazioni in termini di accessi e penetrazione, soprattutto in paesi come l’Italia.
Il satellite, grazie all’HD e ai suoi successivi sviluppi ultra HD (4K e in prospettiva 8K) si trova dunque a giocare una partita importante, come protagonista di una stagione nuova della tv, caratterizzata da una sempre più ampia e aperta concorrenza tra i vari attori della nuova catena del valore, nella quale la tv connessa, insieme al modello multi-device, diventa un ulteriore elemento di sviluppo strategico, in grado di rispondere alle sempre maggiori sfide competitive che il settore si trova ad affrontare.
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