Undici anni fa l’hashtag fu creato quasi per caso. Ora è uno dei simboli più utilizzati e riconosciuti al mondo. Diventato parte del nostro parlare quotidiano, ha profondamente cambiato la natura della conversazione online ed è diventato un potente modo di ordinare le conversazioni e i movimenti globali. E’ passato dall’essere un semplice “tag” per categorizzare i Tweet a diventare uno dei simboli più riconoscibili e utilizzabili dell’era digitale.
A livello internazionale, vengono condivisi ogni giorno su Twitter circa 125 milioni di hashtag, che permettono agli utenti di vedere cosa sta succedendo nel mondo e di esplorare ciò di cui si parla.
Ma pochi sanno che non fu Twitter ad inventare il famoso cancelletto, ma Chris Messina, un avvocato di San Francisco ex dipendente di Uber e Google, che il 23 agosto del 2007 con questo post proponeva, per la prima volta al mondo, di utilizzare l’hashtag per raggruppare Tweet dello stesso argomento.
how do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp [msg]?
— Chris Messina™ (@chrismessina) August 23, 2007
Adesso in tutto il mondo gli hashtag sono la chiave per iniziative di successo che si diffondono e attirano l’attenzione di un ampio pubblico in quanto senza un’audience e un servizio globale e aperto, molte di queste campagne non avrebbero risonanza. Gli hashtag sono diventanti fondamentali per lanciare esempi di azioni e iniziative che hanno innescato un dibattito socio-politico come #MeToo, #MeTwo or #EqualPay.
Oltre alle campagne di hashtag più famose nel mondo, ci sono molti altri esempi di campagne per i diritti umani, per i prodotti sanitari a prezzi accessibili e per l’assistenza sanitaria. Ecco le più famose 5 campagne hashtag da diversi Paesi del mondo:
India: #PadManChallenge
Ancora nel 2018 la maggior parte delle donne indiane non può permettersi gli assorbenti sanitari. Molte utilizzano fogli di giornali o altri oggetti vecchi e, a causa di questo, sono ad alto rischio di infezione. Per contrastare il tabù delle mestruazioni le star di Bollywood e gli utenti di Twitter hanno posato in foto con degli assorbenti e utilizzato gli hashtag #PadManChallenge e #BlessedToBleed per mobilitare i loro follower ad unirsi a questo movimento.
Thank you @murugaofficial for the #PadManChallenge ! Yes that’s a Pad in my hand & I don’t feel weird. It’s natural, Period!
Copy, Paste this & Challenge your friends to take a photo with a Pad!
Here I am Challenging @ReallySwara @Asli_Jacqueline @arjunk26 pic.twitter.com/nk9d7dTu61— Sonam K Ahuja (@sonamakapoor) 3 febbraio 2018
Germania: #NotHeidisGirl
In molti stati esiste uno show simile a ‘Next Topmodel’ in cui giovani donne competono tra loro per diventare modelle. Ma molte di loro non vogliono più essere influenzate da un modello di bellezza irrealistico che programmi di questo genere continuano a diffondere.
Sotto l’hashtag #NotHeidisGirl le donne in Germania hanno protestato contro questo presunto ideale di bellezza e la versione tedesca di questo programma televisivo.
So wie dick nicht für hässlich steht, steht dünn auch nicht für schön.
#notheidisgirl pic.twitter.com/mYWH5VmslX
— Frollein Langstrumpf (@frolleinpippi) 6 ottobre 2017
#MosqueMeToo
Questo hashtag è stato lanciato dalla giornalista Mona Eltahawy nel febbraio 2018, dopo essersi imbattuta in un Tweet di una giovane donna abusata sessualmente durante l’Hajj. La stessa cosa era accaduta a Mona Eltahawy a La Mecca quando aveva 15 anni. Sotto l’hashtag #MosqueMeToo ha chiamato i musulmani per rompere il silenzio sulle molestie sessuali nei luoghi religiosi.
👆🏽👆🏽 #MosqueMeToo
— Mona Eltahawy (@monaeltahawy) 6 febbraio 2018
Senegal: #Touchepasàmoncorps
Milioni di donne sono vittime della mutilazione genitale femminile (MGF). In Senegal, gli utenti di Twitter si sono opposti a questa pratica twittando l’hashtag #Touchepasàmoncorps, riconosciuto a livello internazionale come una violazione dei diritti delle donne. L’hashtag lanciato alla fine di gennaio può essere tradotto come “Non toccare il mio corpo”. A livello internazionale, molti utilizzano gli hashtag #StopFGM, #EndFGM e #MyIssueToo per evidenziare questo problema.
Please support this Senegal-born women-initiated Initiative to raise awareness about excision and to reach a complete ban of this Middle-Age barbarian mutilation practice! Support #touchepasamoncorps now!!! https://t.co/ynVr1DT0Uh
— Cedric Grignard (@DrikSFC) 3 febbraio 2018
Italia: #quellavoltache, #nonunadimeno, #iotornoacasadinotte
Sulla scia della campagna #metoo, su Twitter in Italia ha avuto molto seguito l’hashtag #quellavoltache, ideato dalla scrittrice e giornalista Giulia Blasi, e utilizzato per raccogliere le testimonianze di tutte le persone che hanno subito violenze e abusi, sul posto di lavoro e non solo. Diventato virale nel giro di poco tempo, l’hashtag ha avuto migliaia di condivisioni su Twitter.
Il Momento che raccoglie #quellavoltache è ormai lungo come Infinite Jest. https://t.co/jCuxcPJGVp
— Giulia Blasi (@Giulia_B) 15 ottobre 2017
Tra le iniziative legate al 25 novembre, Giornata Internazionale della violenza contro le donne (25 novembre), è stato lanciato l’hashtag #nonunadimeno (legato al movimento femminista Non Una Di Meno) che ha avuto un picco di condivisioni il 25 novembre 2017 in occasione del corteo nazionale a Roma a cui hanno aderito migliaia di persone per protestare contro la violenza sulle donne.
E’ l’hashtag lanciato dalla chef Cristina Bowerman legato alla campagna social per una maggiore sicurezza stradale a Roma, soprattutto per i lavoratori che si spostano per le strade di notte. L’appello della chef è stato condiviso da numerosi colleghi che hanno pubblicato una foto del rientro a casa a fine turno con il mezzo utilizzato per sensibilizzare gli utenti.
Le strade di Roma sono pericolose di giorno, ma terribili di notte. #iotornoacasadinotte nasce proprio per sensibilizzare su questo con riferimento alle categorie di lavoratori costrette a rincasare tardi. Roma Capitale deve ascoltarci. Usate anche voi l’hashtag e condividete pic.twitter.com/AQG8DIcBOI
— cristinabowermanchef (@cribowerman) 29 giugno 2018